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Cari visitatori/iscritti di Fronte del Piave, Fronte del Piave ha bisogno del vostro aiuto.
È arrivato il momento di aggiornare tutto il sito.

------------- Aggiornamento -------------

Siamo felici di potervi comunicare che l’aggiornamento del sito è iniziato e la prima fase è completata, ma siamo ancora lontani dalla fine dei lavori e dalla cifra necessaria.

Ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato fin ora e speriamo molti altri si uniscano a noi per salvare Fronte del Piave.




Maggiori informazioni e aggiornamenti qui.

 
     
 

MAGGIO 1918

1 MAGGIO 1918. Cadono di nuovo granate, quasi sempre nelle stesse località; una nel giardino di Villa Manin e una sulla casa di Conte, presso lo stabilimento.
Nella mattinata si succedono tre allarmi per velivoli nemici in esplorazione.
Anche sulle nostre rive si stanno scavando nuove trincee e si stendono reticolati.

2-3 MAGGIO 1918. Tre allarmi si succedono nella mattinata. Si parla di imminenti attacchi dei nostri.

Obice italiano da 280 mm in postazione.

4 MAGGIO 1918. Alle nove del mattino suona l’allarme per una battaglia aerea in corso sulle rive e su Pederiva. Due velivoli precipitano al suolo in fiamme.

5-7 MAGGIO 1918. Un rumore cupo proviene dalla Valle del Brenta.
In Francia riprende la lotta.
Il Gen. De Giorgi invita il clero a partecipare ad una gara sportiva tra italiani e americani sul prato di Villa Rinaldi.
Al cimitero di Barcon sono stati fucilati quattro poveri soldati che avevano la famiglie al di là del Piave. Pare che un maggiore li avesse uditi dire: “Noi non vogliamo andar contro le nostre famiglie!”. Non si può descrivere la disperazione dei quattro poveri soldati, uno dei quali sposato con figli, e l’impressione provocata nei presenti e nella gente di Barcon…

8 MAGGIO 1918. Verso le undici e mezza del mattino i nostri sparano e il nemico risponde con cinque grosse granate sulla stazione; una colpisce lo stabilimento dei concimi provocando lievi danni.

Obice campale da 149 al momento dello sparo.

9 MAGGIO 1918. Notte calma e due allarmi durante la giornata.

10-12 MAGGIO 1918. Si susseguono numerosi allarmi.
Il giorno 10 si svolge una grande festa italo-americana sul prato di Villa Rinaldi.
Nobile lettera del nostro Vescovo per la resistenza e per il bene anche economico del popolo.
Nella notte dell’11 frequenti tiri d’artiglieria nella Valle del Brenta.

13 MAGGIO 1918. E’ conquistato il Monte Corno.
Vengono portati in canonica quattro opuscoli di propaganda per la resistenza.
Un ufficiale del Comando Supremo viene a proporci il suono delle campane. Armi che mutano…

14-16 MAGGIO 1918. Nella mattina del 15 fortissimo ed improvviso bombardamento dei nostri lungo tutto il fronte, per circa un quarto d’ora. Il nemico risponde solo con qualche granata su Caerano.
Biadene e Caonada devono sgomberare del tutto.

I pezzi da montagna da 65/17.

17-20 MAGGIO 1918. Cielo sereno e, di conseguenza, grande attività aerea con frequenti allarmi. Qualche granata cade su Caerano.
Si attende lo scontro franco tedesco sulle Fiandre.

21-24 MAGGIO 1918. Frequente sorvolo di velivoli in esplorazione.
Il giorno 22 cadono granate su Caerano: si dice che una abbia incendiato un locale e fatto esplodere della benzina, causando la morte di cinque soldati.
A Castagnole, Postioma, Paterno e Lancenigo si aprono casa di prostituzione per ufficiali. I parroci protestano rispettosamente e fanno ogni sforzo col Vescovo per impedire simili infamie nei nostri paesi: ma invano.

25-29 MAGGIO 1918. Belle giornate con frequenti visite di aerei nemici in ricognizione.
Il giorno 29 cadono granate su Caerano: il municipio è colpito.
Un’offensiva terribile, che non trova l’eguale nella storia, infuria in Francia. I franco inglesi, aiutati da italiani e americani, cedono terreno ai tedeschi.
Giunge notizia di azioni riuscite da parte dei nostri sul Tonale e a Capo Sile.
Si continua a parlare di una nostra offensiva.

Pezzi di medio calibro francesi.

30 MAGGIO 1918. Alle dieci e mezza di sera sette granate cadono sulla stazione ferroviaria: due feriti e tanto panico.
Ieri sono partiti 350 profughi: dovevano essere più di mille ma i più si erano nascosti per evitare la partenza.
Don Furlanetto, parroco di Paese, è nuovamente internato per la solita accusa balorda di disfattismo.

31 MAGGIO 1918. Alle tre e mezza del mattino allarme aereo: velivoli austriaci ci visitano lasciando cadere una ventina di granate di piccolo calibro. Una di queste cade sopra la Banca Popolare; altre nei dintorni del municipio; una sulla casa del Dott. Da Sacco, vicino a Polastra Sartor; una vicino alla canonica, di fianco al cimitero; altre nei pressi di Gobbo.
Vengono sgomberate le rive di Mercato Vecchio.

Artiglieria italiana all’opera. Cannoni Krupp da 75 mm. Itala: quasi lo stesso armamento dell’antiaerea austriaca.

 


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