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------------- Aggiornamento -------------

Siamo felici di potervi comunicare che l’aggiornamento del sito è iniziato e la prima fase è completata, ma siamo ancora lontani dalla fine dei lavori e dalla cifra necessaria.

Ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato fin ora e speriamo molti altri si uniscano a noi per salvare Fronte del Piave.




Maggiori informazioni e aggiornamenti qui.

 
     
 

SETTEMBRE 1918

5 SETTEMBRE. - Cornice al quadro di cui al giorno 27 agosto.
Il Sacerdote è Don Tarcisio Martina, degli Stimmatini di Verona, fratello del parroco di S. Stino. Alle surriferite, si aggiungono altre circostanze e narrazioni che hanno per lo meno dell’ inverosimile. Avrebbe anche detto tante cose confortanti, e tra l’altre d’ una certissima potente non lontana offensiva, che dovrebbe cominciare tra il 10 e il 20 del corr. mese. Nell’ imminenza farebbe un volo su S. Stino, dando un segnale convenuto (con suo fratello parroco del luogo, io credo).
Quantunque le circostanze possono parere inverosimili, non ardisco negare risolutamente il fatto, che può essere vero, almeno nella sostanza. Delle calate notturne di nostri velivoli ce ne debbono essere state più d’ una. Ciò spiegherebbe perchè in certe notti buie i riflettori non finivano di scrutare il cielo con pazienza mirabile, quantunque senza una ragione apparente.
* La settimana scorsa i soldati hanno profanato la chiesetta (proprietà di Fonda) di Malintrada. Hanno rubato la biancheria e le cortine, e lordato dietro l’ altare.

6 SETTEMBRE. - Si é notato nei giorni e nelle notti scorse un movimento di truppe: di giorno verso il fronte: e di notte? - Che si preparino a fronteggiare l’ offensiva italiana, della quale da tanto tempo si parla? - Ma allora perchè coi soldati non passano anche munizioni?
Si notano parimenti dei preparativi, o meglio delle disposizioni precauzionali in ordine ad una ritirata. P. e., notevole è per noi che l’ abbiamo sotto gli occhi, quanto accade in questo ospedale 808. Una dozzina di giorni fa pareva dovesse comporre i bagagli: poi non se ne parò più: è però un fatto molto significante che non riceve più malati, e che i medici che non sono della Sanità sono stati licenziati. Vuol dire o che le malattie sono miracolosamente scomparse o che non vi sono più soldati che abbiano da ammalarsi. Nell’un caso e nell’ altro stiamo meglio tutti.

7 SETTEMBRE. - Dal Comandante della gendarmeria da campo: L’ offensiva (Italiana) comincerà il giorno undici prossimo, e si svolgerà sul fronte dal Montello al mare soltanto.
— Come mai, chiesi, possono essi avere notizie si precise?
— Che vuole !... gli italiani hanno riempito di spie il paese di qua, e noi altrettanto di là. L’ offensiva verrà, ma sarà motto difficile fronteggiarla.
Entro qualche giorno vedremo se l’ informazione è buona.

8 SETTEMBRE. - E’ stato pubblicato il permesso di vendemmiare, ma il vino dev’ essere serbato a disposizione dell’ Autorità militare. - Vendemmia ridicola quest’anno non si beve vino, specialmente perché non ce n’è, non perchè l’annata non sia stata promettente, ma perchè tutto il paese è stato depredato e devastato.

12 SETTEMBRE. - Ieri sera alle nove e un quarto circa, in direzione di Salgareda cominciò un violento bombardamento che durò un’ ora. Pare che qualche piccolo reparto dei nostri abbia passato la Piave.
* Dal Comando supremo è arrivato l’ ordine definitivo di portar via l’ organo, ordine che sino ad ora è stato sospeso per l’intervento del Comandante della gendarmeria.

13-15 SETTEMBRE. - La notte dal 13 al 14 resterà indelebile nella memoria di tutti. Circa le ore sette della sera (tempo vero - ora in cui tutti debbono rientrare in casa,) piuttosto cinque minuti prima che dopo, non solo a Motta ma anche in tutti i paesi dove stanzia il VII Corpo d’armata, fu inaspettatamente e contemporaneamente posto il blocco a tulle le case. Uomini armati entrano e porgono un biglietto in pessimo italiano in cui si ordina che sino alla mezza notte tutti debbono ritirarsi in una sola stanza. Uno fa la sentinella alla porta, altri sorvegliano la casa al di fuori come una prigione, ed altri la perquisiscono minutamente in ogni dove. Ero in casa di mio padre: torno tosto in convento, e trovo la porta custodita da uno in arme che, con mia sorpresa, tira fuori la chiave e mi apre. Il convento era dentro e fuori custodito da gente armata.
I Religiosi Sono già tutti chiusi in refettorio, e il Capitano della polizia, che volle riservata per sé quest’ operazione in convento, cominciava a soffrire di assalti biliosi per la mia assenza. - Tutti presenti? - Tutti. - Si fa l’ atto di porgere la “legittimazione,, (carta di riconoscimento) e: “Tutti personalmente conosciuti, ,, disse (io non mi rammento di aver mai avuto l’onore di salutarlo, neppure per via,) e al P. Guardiano: “Lei venga con noi che dobbiamo fare la visita a tutti i locali.,,
Nessuno di noi sapeva dare una spiegazione soddisfacente di che cosa cercassero o che cosa volessero. Che fosse una formalità, non si poteva ammettere: l’ apparato era troppo solenne ed insolito.
La visita è stata minuziosa. La mia stanza, di cui hanno chiesto espressamente con una premura che tradiva uno speciale interesse, è stata diligentemente perquisita a preferenza delle altre. Hanno rovistato tutto, hanno esaminato tutto, persino entro il comodino (dove qualche cosa hanno trovato, ma non si dice,) sotto il letto, sotto il guanciale, sotto le coperte, sotto il materasso. Hanno fissato l’ attenzione sopra un quadernino in cui sono notate coserelle da passatempo, e se lo passarono l’un dopo l’altro; sopra un pezzo di ferro che in mancanza di meglio mi serve da martello; sopra i libri che sfogliarono uno per uno; sopra il breviario, ecc.: Nulla è sfuggito alla toro attenzione, solo il presente quaderno che era là sullo scrittoio sotto gli occhi di tutti. Gli altri erano chiusi a chiave in un cassetto del tavolino, che trascurarono, quantunque il capitano facesse qualche insistenza affinché fosse aperto.
E’ stato on accecamento, che per parte mia ascrivo ad una grazia segnalata di S. Antonio, al quale mi raccomandai per un istante solo, perchè la mente era oppressa (e lo dovevo celare con disinvoltura) dal pensiero del pericolo che mi sovrastava e di quanto sarebbe toccato alla mia famiglia, al Convento e ad altri se questa cronaca fosse stata trovata. Ringraziato siane sempre il Signore.
Terminata la visita del piano di sopra, anche delle soffitte, ci danno il permesso di ritirarci nelle nostre stanze, ma senza accendere il lume e senza coricarsi sino alla mezzanotte. Saputo che non avevamo ancora cenato, ci permettono di prendere un boccone, ma essi ci si piantano là in faccia, e facendo le viste di leggere uno straccio di giornale, ci spiano furtivamente per sorprendere qualche mezza parola o qualche cenno che possa loro parere sospetto.
Alla fine ci fanno salire alla stanza del P. Guardiano. Intanto continuano la visita dei locali al piano terreno, compiuta la quale, ci danno il permesso di andare a riposo.
Alla mezzanotte il blocco e stato tolto, ma nessuno pensò ad aprire neppure una finestra per tema di buscarsi una fucilata. Al levar del sole il blocco, con nostra sorpresa, è stato rimesso al convento, e mantenuto sino a mezzogiorno, nel qual tempo si compirono altri sopraluoghi e altre visite, ma senza sequestro di persone.
L’operazione è stata condotta dovunque con tanta simultaneità, che nessuna famiglia sapeva dell’altra, di maniera che tutti si credevano i soli ad essere oggetto di tanta misura. Quindi ognuno pensi le trepidazioni, i timori di tutti, e le supposizioni le più disastrose di quanto all’indomani ci avrebbe potuto toccare.
La sera stessa si seppe che con una misura si odiosa e draconiana, l’ Autorità militare si proponeva di scovare delle spie e di scoprire argomenti di spionaggio, come telegrafi, telefoni, carte, e che so io. Che cosa abbiano trovato, pel momento non si sa: probabilmente nulla, come nulla hanno trovato in convento. Hanno invece avuto buon destro di esercitare il loro mestiere di ladri armati e in divisa i. e r., come già si narra di molti casi: ma questi sono episodi che non interessano le Autorità.

16 SETTEMBRE. – E’ stato pubblicato che tutta l’uva, matura o no, debba essere vendemmiata e portata al Comando.
* Al Comandante della gendarmeria: - Che vuol dire la sorpresa della notte del 13 scorso?
- Giorni fa le dicevo che avrei dovuto prender pane ad un’ azione che mi ripugnava ma lei non mi capì, ed io non potevo dire di più.
- Quale lo scopo e il risultato?
- Il risultato, un fiasco. Lo scopo principale era la ricerca d’ un ufficiale italiano che da oltre due mesi bazzicava in questi dintorni. Si sa di lui che è cantore in un teatro a Roma, dove ha fatto anche la parte di donna. Che più d’ una volta è stato qui a Motta frequentando persino il Caffé degli ufficiali. Ma ormai la ricerca era tardiva. Sono invece state arrestate alcune persone perchè prive della “legittimazione, ,, alcuni ufficiali in contravvenzione, e alcuni prigionieri italiani fuggiti; ma in conclusione tutta l’ operazione, lo ripeto, è stata un fiasco, come già avevo predetto al Comando del Corpo d’armata.
E’ stato arrestato (ma non in conseguenza di questa operazione, che a Oderzo - IV Corpo d’ Armata - non ebbe luogo) il sindaco, no, mi dimenticavo, il Podestà di là, il Sig., se ben rammento, Fausto Braga, in casa del quale - o meglio in quella da lui abitata, che è di L. Saccardi, noto commerciante - è stato trovato un telefono fuori d’ uso. Come persona sospetta è stato internato.

17 SETTEMBRE. - Non è esclusa la possibilità che l’operazione poliziesca suddetta possa rinnovarsi, specialmente all’ imminenza d’ una ritirata, di cui indizi serii non mancano. A me poi riesce noioso recarmi sempre addosso i quaderni di questa cronaca che non mi determinerò a distruggere a nessun costo, e però mi risolvo a seppellirli entro un bossolo di srapnel di notte tempo sotto una vite.
Altrettanto fa il Guardiano con quanto può avere qualche valore, a cominciare dalla carta monetata.

21 SETTEMBRE. - Giusta l’ ordine già emanato, è stata portata l’ uva al Comando: uva per modo di dire, pessima e acerba, miseri avanzi lasciati indietro dai soldati. Mio fratello ne recò oltre due quintali, e gli rilasciarono un buono per chili sessanta! Questo medesimo trattamento l’ ebbero più o meno anche gli altri.
Quanto è stato fatto colla seta e col frumento, si seguita a fare con ogni prodotto. Giova rammentare che con i fittaioli sono stati conchiusi contratti di mezzadria, coi proprietari naturalmente no. Ma in effetto gli invasori si sono costituiti padroni assoluti: e guai parlare. Mio fratello si provò a fare delle rimostranze: Zitto, zitto, gli fu risposto: vada via subito che è meglio.
* Dalle Autorità è state preso un piccione viaggiatore recante quattro cartine con indicazioni minute a precise. In conseguenza furono cancellati i numeri degli ospedali e di lutti gli uffici. Ameno però che tutti, per quanto ognuno può vedere, mantengono il posto di prima.

23 SETTEMBRE. - Verso le quattro pom. cominciò in direzione di S. Donà da parte dei nostri, credo, un bombardamento, che dopo un’ ora raggiunse un’intensità raccapricciante. Quando verso le sei, con una rapidità fulminea, si scatenò un uragano d’un’estrema violenza. I danni recati all’ abitato e alla campagna sono gravi. In convento è stato abbattuto il camino della seconda cucina detta “la rotonda,,, in orto tutte le vti sono state atterrate, e quattordici alberi da frutto sono stati divelti, tra i quali un annoso noce che era davanti alla biblioteca.
* S. Giovanni da una quindicina di giorni è senza la distribuzione della farina: una parte della porzione destinata è stata rubata. Mirabile cosa che neppure chi sovrasta alla distribuzione giornaliera, non se ne sia accorto se non al momento che non ve n’ era più. E passiamo oltre.

26 SETTEMBRE. - Il giorno venti all’ospedale 1304 è stato commesso un fattaccio. Sul cadavere delta giovane vedova della famiglia Polessi in quel di Redigole di là, morta in conseguenza dello spavento provato per l’operazione poliziesca di cui sopra, composto in cassa col migliori vestiti di sposa, come si costuma, e depositato presso detto ospedale, fu arbitrariamente praticata l’ autopsia, e quindi, fatte sparire le vesti, fu rimesso nella cassa, che coperta del suo drappo fu consegnata ai necrofori. Solo al cimitero tutti i presenti constatarono con ribrezzo quanto era accaduto, poiché detratto il drappo, la cassa insanguinata e sconnessa lasciava vedere lo stato miserabile della povera defunta. La notizia si divulgò con grande rapidità, provocando il ribrezzo e l’ indignazione di tutti. Ed ecco che la sera stessa un soldato corre dal parroco a protestare e ad accusare contro di lui i portatori, quasicché avessero aperta la cassa che egli aveva loro consegnata inchiodata. Era proprio il caso di rammentare il noto adagio: Excusatio non petita, con quel che segue. L’accusa fu ritorta presso il Comando di tappa, il quale naturalmente abbuierà la cosa e la metterà in tacere, come gia dopo sei giorni si vide.
*Giorni fa è stato pubblicalo dal Corpo d’armata un ordine senza data, con cui s’ingiunge di raccogliere le foglie degli alberi, di seccarle all’ ombra e di recarle alle Autorità militari. Contro quelli che non vi si presteranno “saranno prese delle misure severe.,, Una commissione di tre, con a capo il Sacerdote locale, dirigerà l’ operazione. Ogni quintale sarà pagato L. 20: la percentuale dei commissionati “ di L. 0,30, i quali invece di denaro, possono ricevere tabacco, zucchero e caffé. Si vede che l’ Austria ha bisogno di tabacco per i soldati. - A quanto si sappia nessuno sinora s’ è dato per inteso.
I fanciulli poi e le fanciulle (ordine orale) sotto la direzione dei maestri (che sono due Sacerdoti del convento,) dovranno occuparsi di raccogliere i marroni degli ipocastani lungo il viale della Madonna, che saranno recati al Comando di tappa. - Ameno vedere i maestro passeggiare con serenità olimpica sul marciapiedi leggendo un libro, e i fanciulli in mezzo ad un gran chiasso divertirsi un mondo, restando i sacchi sempre vuoti. Alla fine si capì che se si voleva riempirli, bisognava incaricarne i soldati.

28 SETTEMBRE. – E’ dovunque un furto continuato e generale, e al furto si eccitano dai cosidetti “Commandi,, anche i borghesi da loro ridotti alla fame. Rubano i soldati che vanno e vengono dal fronte, rubano quelli qui in riposo, rubano quelli qui stanziati, rubano per sé, per i loro cavalli, per i loro ufficiali, per le loro famiglie cui mandano, mandano ... o recano eglino stessi. Non vi ha soldato, non vi ha ufficiale che non parta carico da questi paesi, senza tener conto della Posta. Anche le Dame della Croce Rossa rubano - dame alquanto eleganti, una delle quali giorni fa ha fatto inserire il suo nome nei registri battesimali: intendiamoci, non per sé, ma per il neonato avuto da un ufficiale adultero, che dichiarò di riconoscerlo.
Alla fine la mia famiglia si è determinata a raccogliere, quantunque immaturo, il grano turco di una sua campagna a Redigole di là. Di altri raccolti non è il caso di far parola. Appena un terzo del normale, e anche questo poco mancò non le fosse rubato per via. Poco distante dal ponte ecco che due individui armati fermano il carro colla pretesa che quella è roba che appartiene al Comando di Malintrada, e senz’ altro lo avviano alla casa di Castagnotto, dove hanno fatto il deposito delle loro refurtive (tra l’ altro anche circa trecento capi di pollame che si mantiene a grano turco, mentre al popolo che soffre la fame si proibisce di raccogliere nel proprio campo.) Per mezzo del Comandante della gendarmeria, (che intervenne con una pattuglia) il carro fu fatto, non senza fatica, rilasciare.

 


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