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V  RAGGRUPPAMENTO

ANNO 1917.

     Il 23 luglio si costituisce il V raggruppamento alpini, con i gruppi: 5° (battaglioni Val Chisone, M. Albergian, Belluno) e 13° (battaglioni Pieve di Cadore, M. Antelao, M. Pelmo). E' posto alla dipendenza del XXVII corpo (2a armata), dislocato fra Vergnacco, Lacorgnano, Qualso, Attimis, Nimis, Valle ove attende ad intense istruzioni.
     Il 5 agosto, i battaglioni iniziano la marcia per avvicinarsi alle prime linee; il 6 sono dislocati tra Obeneto, Pusno, M. Hum. Il giorno 8, il 5° gruppo assume la difesa della sella del Hrad Vrh al vallone di Doblar (22a divisione).
     Fervono intanto i preparativi per la imminente battaglia ed il 16 anche il 13° gruppo si avvicina alle prime linee, accampando prima al Molino di Ruchin e spostandosi poi, sullo sperone di Dolina, in posizione d'attesa.
     Il 18, il raggruppamento tenta il passaggio dell'Isonzo in due punti: di fronte al T. Vogercek ed a Doblar; mentre nel primo non riesce possibile buttare i ponti per difficoltà insormontabili, nel secondo, all'alba del 19, il "M. Pelmo", gettata una passerella, passa sulla sponda opposta e con slancio ammirevole procede alla conquista delle alture vicine, per garantire il transito delle altre truppe. Infatti, occupata la cresta del Na Raunih, riesce possibile il passaggio agli altri battaglioni del gruppo ed a riparti della "Ferrara".
     Il 13°, che invano ha ancora tentato il gittamento del ponte al Vogercek, si serve anch'esso di quello di Doblar.
     Il 21, gli alpini del "M. Antelao, rinforzati da una compagnia del "M. Pelmo", attaccano e conquistano brillantemente l'altura denominata "Costone Roccioso", mantenendone saldamente il possesso, nonostante i violenti e successivi ritorni offensivi del nemico.
     Intanto il 24, espugnato dalle truppe della 22a divisione il Veliki Vrh, al 13° gruppo viene commesso il compito di procedere alla occupazione di q. 645 e del villaggio di Mesnjak. Con slancio ed ardimento i riparti del battaglione Pieve di Cadore s'impadroniscono della quota e puntano sulle prime case di Mesnjak, mantenendosi in stretto contatto con il nemico che contrasta, con violenza, l'azione. Nel pomeriggio successivo, approfittando dell'avanzata della "Ferrara" sulle alture vicine, gli alpini riescono ad occupare il villaggio, catturando prigionieri.
     Le perdite subite sono sensibili, gravi le difficoltà per la scarsezza di acqua e per la deficienza dei rifornimenti, dovute alla mancanza di vie di comunicazione. Il 24, il raggruppamento, col 5° gruppo, è ritirato in seconda linea, nel vallone di Doblar ed il 25 è al Molino di Ruchin, dove il 27 viene raggiunto anche dal 13°; il 28 è messo alla dipendenza del XXVIII corpo, rimanendo, però, in riserva di armata.
     Il 1° settembre si sposta a Peternel, Seuza, Obeneto e Trusnie ed attende al proprio riordinamento. Il 5 i battaglioni M. Tonale e M. Pasubio, nuovi assegnati, passano a far parte, rispettivamente, del 5° e del 13° gruppo; il giorno successivo il "M. Antelao" è posto alla dipendenza del VI corpo d'armata.
     Il 7, il 5° gruppo, con i battaglioni Val Chisone e M. Albergian, destinato al VI corpo, si porta a Podsabotino, il 12 a S. Mauro ed il 13, passato sulla destra dell'Isonzo è, in riserva di corpo d'armata, alle falde del M. S. Gabriele, da dove distacca un battaglione sul M. Sabotino.
     Il 13, il 13° gruppo, con i battaglioni Belluno, Pieve di Cadore e M. Pelmo, inizia la marcia di trasferimento per la zona della 6a armata ed il 17 parte, in ferrovia, da Cividale; però, dopo breve sosta in quella zona, fa ritorno al raggruppamento il 26, accampando a Peternel, ove è già ritornato il "M. Antelao", che rientra al proprio gruppo.
     Intanto, il "M. Tonale" ed il "M. Pasubio" hanno lasciato il raggruppamento, perchè destinati alla 1a armata.
     Il 28, anche il 5° gruppo ritorna alla dipendenza del raggruppamento; il 30, il 13°, con i battaglioni Pieve di Cadore, M. Antelao e M. Pelmo, parte per raggiungere il territorio della suddetta armata.
     Il 13 ottobre i battaglioni Belluno e Val Chisone, destinati in prima linea, occupano le trincee tra Jazne e Javor (XXVII corpo d'armata), il 16 si porta in linea anche il comando di gruppo.
     Il 17, il raggruppamento è messo alla dipendenza della 43a divisione (IV corpo) ed i battaglioni, lasciata la prima linea, si portano, con successivi spostamenti, a Drezenca, Kosec e Caporetto.
     Il 22, il comando del 5° gruppo assume la difesa del "sottosettore Pleca", con il "M. Albergian" in trincea sulla cresta del Pleca, il "Belluno" a Kosec ed il "Val Chisone" sulle pendici del Krasji Vrh, quest'ultimo in riserva del "sottosettore Kraju" (brigata Genova). Il comandante del raggruppamento è a disposizione della divisione.
     L'inizio dell'offensiva austro-tedesca trova i battaglioni nelle anzidette dislocazioni.
     Il mattino del 24 ottobre, durante l'intenso bombardamento che il nemico ha iniziato all'alba contro le nostre linee, viene fatta brillare una mina al M. Rosso, che sconvolge le opere di difesa: pertanto il battaglione Belluno da Kosec è chiamato in rincalzo alla colletta di Kozliak.
     Cessato il fuoco dell'artiglieria, le fanterie avversarie, favorite dalla nebbia, iniziano l'attacco violento, che, malgrado la strenua resistenza dei nostri, travolge tutta la linea e con essa i difensori.
     Le compagnie del "M. Albergian" resistono valorosamente e pur intuendo il grave pericolo che le minaccia, combattono, contrastando l'avanzata del nemico, fino a quando, nel pomeriggio del 25, ricevuto l'ordine di ripiegare, in considerazione della situazione divenuta molto critica, passano l'Isonzo. Però, poco dopo, investite dalle colonne nemiche che avanzano velocemente, vengono travolte; pochi uomini riescono a stento a raggiungere le altre truppe ed a riunirsi al II raggruppamento che fa parte del gruppo di sinistra dello schieramento del corpo d'armata.
     Il valoroso contegno del battaglione verrà in seguito rilevato dalla motivazione della medaglia d'argento concessagli.
     Il "Belluno", che non ha avuto occasione di impegnarsi, nel pomeriggio del 24, ricevuto l'ordine di ripiegare oltre l'Isonzo, passa il fiume a Ternova e si unisce al comando del raggruppamento, che ha assunto, con altri riparti, la difesa del M. Stol. Attaccata con violenza tale posizione, il 26, i difensori cedono alla irruente pressione del nemico.
     Il ripiegamento continua ed il battaglione, ridotto a circa cento uomini per le forti perdite subite, per Bergogna, Pagnacco, S. Daniele, Istrago, Maniago, Vittorio raggiunge il 30 Belluno. Approfittando che in detta località ha sede il deposito del proprio reggimento, si riorganizza alla meglio e, passato a far parte della 4a armata, viene impiegato nella difesa del Bosco del Cansiglio, per proteggere la ritirata dei riparti del I corpo d'armata.
     Il nemico intanto continua la sua avanzata veloce; il giorno 10 novembre, riuscito ad aggirare le posizioni tenute dal battaglione, malgrado la strenua difesa, lo travolge, catturandone i superstiti.
     Il "Val Chisone" combatte sul Krasji alla dipendenza della brigata Genova. Parte di esso è travolto dalla massa nemica sulle posizioni presidiate, i resti del battaglione, che riescono a passare oltre Isonzo, subiscono uguale sorte sul M. Stol.
     In seguito ad ordine del Comando Supremo, il 25 novembre, il raggruppamento viene disciolto.     

ANNO 1918.

     Il 14 marzo il V raggruppamento si ricostituisce in Valtellina col 2° gruppo (battaglioni Intra, Saluzzo, Dronero) e col 15°, di nuova formazione (battaglioni Mondovì, Val d'Orco, M. Ortler [quest'ultimo di skiatori]) che comincerà a funzionare il giorno 20.
     Al raggruppamento, che nella esplicazione delle funzioni tattiche assume la denominazione di sottosettore 1°, è affidato il tratto di fronte compreso tra Punta di Rims e Corno dei Tre Signori.
     In seguito, la denominazione è cambiata in quella di "sottosettore Valtellina" ed il suo territorio viene diviso in due sottozone: dello Stelvio, Forcola e Braulio; e delle valli Zebrù e Valfurva.
     Con l'arrivo dei battaglioni in linea e la sistemazione del 15° gruppo, alla data del 2 aprile, i riparti sono dislocati: il 2° gruppo, nella sottozona Stelvio, con i battaglioni Intra in valle del Braulio; "Saluzzo" fra questa e valle Forcola; una compagnia del "M. Ortler" al passo dell'Ablés e al M. Cristallo; il 15°, nella sottozona valle del Zebrù; il "Mondovì" fra le valli del Forno, di Cedec e di Gavia; il "M. Ortler" ha due compagnie skiatori nelle valli del Zebrù e di Gavia; il battaglione Dronero è a Valdidentro in riserva.
     Il 1° giugno, il raggruppamento passa alla dipendenza della 75a divisione ed il sottosettore cambia denominazione in quello di "comando zona alta Valtellina".
     I riparti si alternano fra le prime e le seconde linee; continua incessante il lavoro per il miglioramento delle difese, che spesso vengono sconvolte dal tiro delle artiglierie nemiche. Continua è anche l'attività delle pattuglie, malgrado le condizioni metereologiche spesso avverse; numerosi i colpi di mano che riescono a procurare qualche prigioniero.
     Piccole operazioni vengono fatte per la sistemazione della linea di difesa; degna di nota è quella compiuta da pattuglie ardite del "Mondovì" che, superando difficoltà ritenute insormantabili, riescono ad occupare la cima di S. Giacomo. Brillante ed energico il contegno dei difensori del M. Cristallo, che, il 22, riescono a sventare ed a ricacciare un attacco effettuato da arditi nemici, i quali, scavata una galleria nella neve, cercano di prendere sul rovescio le nostre posizioni. Intanto, fin dal 14 giugno, la zona ha assunto la nuova denominazione di "comando settore alta Valtellina" e le sottozone, quella di comando di zona.
     Il 2 luglio i riparti sono dislocati nel seguente modo: 2° gruppo, zona Stelvio: battaglione Dronero in valle Forcola, "Intra" in valle del Braulio, "Saluzzo" a passo dell'Ablés ed al M. Cristallo; 15° gruppo, zona valle del Zebrù e Valfurva: battaglione Val d'Orco in valle del Zebrù, "Mondovì" in valle del Forno, "M. Ortler" in valle Gavia.
     I riparti, sostituendosi in linea, sono continuamente impegnati in lavori difensivi. Intensa è sempre l'attività delle pattuglie, che mantengono in continuo allarme il nemico.
     Il 13 agosto, dopo breve concentramento di fuoco d'artiglieria, skiatori del "M. Ortler" e mitraglieri del "Mondovì" con slancio ammirevole, superando itinerari di eccezionali difficoltà, occupano le posizioni nemiche di P.ta S. Matteo e M. Mantello.
     Il 26 agosto, diviso il territorio in due zone, al V raggruppamento è affidata la difesa di valle del Zebrù e Valfurva. Pertanto il 15° gruppo conserva la sua dislocazione ed il 2° si porta, dopo aver ceduto le linee al III raggruppamento, nella zona del Mortirolo, a riposo. Il giorno 28 incominciano a funzionare i nuovi comandi e quello di raggruppamento si porta a S. Antonio Valfurva.
     Il 3 settembre, dopo violenta preparazione di artiglieria, il nemico, nonostante la strenua resistenza dei difensori, che subiscono rilevanti perdite, riesce a rioccupare le posizioni di P.ta S. Matteo e del M. Mantello.
     Il 25, il 2° gruppo sostituisce in linea il 15°, che si porta a riposo tra Aprica, Corteno, Cortenedolo, Lombro e Galleno; in dette località rimane fino al 15 ottobre, giorno in cui parte in ferrovia, destinato, sempre alla dipendenza del raggruppamento a raggiungere la fronte del Piave. Il 17 ottobre è dislocato tra Campodoro, Mestrino, Bosco, Tremignon, Villafranca; nella stessa zona si porta anche il 18° gruppo (battaglioni Val Chiese, M. Adamello, Ivrea), destinato al raggruppamento.
     Il 22 la difesa delle valli del Zebrù e Valfurva viene assunta dal 2° gruppo, che la conserva fino alla data dell'armistizio, ed il comando del raggruppamento parte, lo stesso giorno, per la fronte del Piave (9a armata), giungendo il 26 a Campodoro. Messo a disposizione del XXVII corpo d'armata (8a armata), tutto il raggruppamento, il 29 ottobre, è dislocato tra Selva, Volpago, Venegazzù, Giavera, Bavaria; il 31 passa il Piave su di un ponte di barche a Vidor, e raggiunge Bigolino, Soprapiana, Colbertaldo. Il 2 novembre, il 18° gruppo, passato alla dipendenza della 51a divisione, si porta tra Mel, Lentiai, Villa di Villa, Camposampiero; nello stesso giorno il comando del raggruppamento si trasferisce a Mel, mentre il 15° gruppo è a S. Stefano, Miane, S. Pietro di Barbozza.
     Il 3 novembre il battaglione Val Chiese riceve l'ordine di raggiungere Agordo, seguendo la valle del Mis, per aggirare le colonne nemiche che ostacolano l'avanzata delle nostre truppe in val Cordevole; però il mattino del 4 novembre viene fermato dalla conclusione dell'armistizio.                 
COMANDANTI DEL RAGGRUPPAMENTO.

Magg. Gen. TARDITI Giuseppe, dal 23 luglio al 26 agosto 1917.
Col. Brig. PEROL Clemente, dal 27 agosto al 26 ottobre 1917.
Col. Brig. GAZZANO Alfonso, dal 14 marzo 1918 al termine della guerra.


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