Fronte del Piave
Aiuta a salvare Fronte del Piave
 
Menu
 
 
 


Pubblicità
 
 
 


Espande/Riduce le dimensioni di quest'area
 
  Condividi su Facebook    
Espande/Riduce le dimensioni di quest'area
     
 
:: Aggiornamento sito - Donazioni ::

Cari visitatori/iscritti di Fronte del Piave, Fronte del Piave ha bisogno del vostro aiuto.
È arrivato il momento di aggiornare tutto il sito.

------------- Aggiornamento -------------

Siamo felici di potervi comunicare che l’aggiornamento del sito è iniziato e la prima fase è completata, ma siamo ancora lontani dalla fine dei lavori e dalla cifra necessaria.

Ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato fin ora e speriamo molti altri si uniscano a noi per salvare Fronte del Piave.




Maggiori informazioni e aggiornamenti qui.

 
     
 

IV BRIGATA BERSAGLIERI

(14° e 20° Reggimento)

ANNO 1917.

     Nella zona ad est di Vicenza, tra Bertesina, La Stanga e Casa Latina, affluiscono, il 1° aprile, i reggimenti 14° e 20° destinati alla costituzione della brigata che farà parte della 20a divisione. In tale zona, provetti ed agguerriti elementi accanto ai vigorosi giovani della classe 1897, intraprendono un intenso periodo di istruzione e di allenamento. Il 26 aprile, la brigata, già in efficienza, è destinata un prima linea; il 14° rieva la "Novata" nel settore Astico (Pedescala - Risvolti di Tonezza), mentre il 20° si porta in linea nel sottosettore Caviogio - q. 975 - Riofreddo, sostituendovi il 220° fanteria e passando alla dipendenza della "Sele".
     Nei giorni dal 29 al 31 maggio la brigata, sostuita dalla "Ionio", si riunisce a Sarcedo e con successivi spostamenti raggiunge, il 4 giugno, Foza, in val Capra, passando alla dipendenza della 27a divisione. Il 10 giugno si trasferisce fra Ronchi e valle dei Ronchi ed il giorno seguente, il 20°, ha ordine di portarsi al costone di S. Antonio, in val di Nos. Il 13 tutta la brigata ritorna in val Capra. Il 16 giugno è nuovamente fra Ronchi e valle dei Ronchi (XXII corpo d'armata). Il 18 subisce un nuovo spostamento al bosco di Giallo, a nord - est di Villa Rossi, ed il giorno seguente, il 14°, si porta sul versante ovest della valle di Nos.
     Il 21 giugno, essendo stata sospesa la nostra offensiva sull'altopiano dei Sette Comuni, la brigata si trasferisce nuovamente in val Capra da dove, il giorno seguente, raggiunge Carpanè. Nei giorni 23 e 24, per ferrovia, si porta a Tavernelle (Vicenza) proseguendo poscia per la zona di Valdagno - Novale (V corpo d'armata). Destinata in prima linea nel settore dell'Alpe di Cosmagnon, da Sogi ai Panettoni, il 1° luglio inizia il trasferimento verso quella fronte rilevandovi la "Valtellina" (44a divisione). La difesa del settore viene affidata al 14° reggimento, mentre il 20° si concentra a Malga Fieno.
     L'8 luglio, destinata ad assumere la difesa del settore Posina (M. Pruche - Doppio - C. Betta - M. Majo - Cavallaro - M. Morgentale), cede la linea, sino allora tenuta, al VI gruppo alpino ed inizia il trasferimento verso la zona prestabilita ove si concentra il giorno 13. La nuova linea viene convenientemente sistemata ed i riparti, con frequenti azioni di pattuglie, tengono in continuo allarme il nemico. Il 21 luglio questo attacca improvvisamente, ed in forze, la linea tra q. 1472 e i "Roccioni". I nostri, dopo aver strennamente resistito, sono costretti a ripiegare alquanto, mentre mantengono saldo il possesso della q. 1472, contro la quale l'avversario ha condotto tre violentissimi attacchi. Il 23 agosto, con azione di sorpresa, il battaglione d'assalto della brigata occupa, con esito favorevole, il roccione centrale sovrastante la selletta Cominoli. Il 28 la "Piceno" sostituisce nel settore Posina la IV bersaglieri che, per ferrovia, da Schio, si trasferisce tra S. Stefano di Palmanova e S. Maria La Longa (69a divisione).
     In tal zona, svolgendo intenso periodo d'istruzione, permane fino al 10 settembre, giorno in cui, la brigata, destinata nella zona Feltre - Fonzaso - Fastro, parte in ferrovia per raggiungerla.
     Il 12, il 20° invia: il LXX in avamposti tra q. 2444 (Cengello) e i laghetti di Cima d'Asta (15a divisione); il LXXI a Sella Brentana per sostituirvi il I/136° ed il LXXII a S. Vito ove accantona. Il comando di brigata, ed il 14° sostano nella zona tra Fonzaso - Campo Seren e Rosai. Il giorno 13, il comando di questo reggimento col LXXII/20° si trasferiscono in regione M. Mezza. Il 17 settembre, in vista di una nostra azione offensiva in val Sugana, il comando di brigata col 14° raggiungono la zona di Grigno, quale riserva della 51a divisione, mentre il 20° (LXXI, LXXII battaglione e 2a compagnia del battaglione d'assalto), destinato a ricevere con duro sacrificio il battesimo del fuoco, deve portarsi in Conca Tesino.
     Al LXXII/20°, che fa parte della 5a colonna d'attacco, e ad un riparto esploratori della brigata Campania, viene affidato il compito principale di avanzare nella notte sul 18, di sorpresa, superando due linee avversarie, di occupare il paese di Carzano, oltre il ponte sul Maso e costituirvi una testa di ponte che consenta il passaggio alle successive colonne; mentre il LXXI/20°, con l'XI battaglione bersaglieri ciclisti e con una compagnia di arditi della brigata, devono eseguire un colpo di mano su Borgo e sul Ceolino.
     Alle prime ore della notte, infatti, l'azione viene brillantemente iniziata. Il LXXII battaglione parte sicuro; aperti i varchi tra i reticolati e catturato un piccolo posto nemico, a destra del paese, entra in Carzano e, mentre la 10a compagnia ne occupa le trincee, due plotoni dell'11a, con il comando di battaglione, seguono la testa della colonna. Gli altri due plotoni dell'11a compagnia ed il riparto esploratori rimangono al di qua del ponte sul Maso. Tutto il presidio di Carzano cade nelle nostre mani e i prigionieri, oltre 150 con parecchi ufficiali, vengono riuniti nella chiesa del paese. L'assoluto silenzio nel quale è stata effettuata l'occupazione del paese e la cattura dei prigionieri, scrupolosamente mantenuto sin dall'inizio dell'azione, viene purtroppo rotto dal crepitio dei fucili e dalle grida dei catturatori. Purtuttavia per oltre mezz'ora i riparti avversari viciniori non si sono accorti dell'eseguito colpo di mano. Verso le tre e mezza, però, il nemico dà l'allarme e passa al contrattacco. Ben presto da ogni parte gli Austriaci avanzano su Carzano. Da questo momento ha inizio la disperata resistenza del LXXII battaglione, durata fino alle otto del mattino, fino a quando cioè il suo comandante non dà ordine di ripiegare. Il nemico avanza con nutrito fuoco di fucileria e piazza le sue mitragliatrici a nord - est del paese, battendo intensamente l'abitato ed il ponte sul Maso. I nostri rispondono con fuoco di fucileria, con bombe a mano e con ripetuti assalti alla baionetta tentando di trattenere l'avversario che avanza in colonne serrate.
     Resasi, così, critica la situazione, peggiorata dai primi albori, il comandante del battaglione invano chiede nuove truppe e munizioni. Nel paese continua la lotta; il numero dei feriti è grande, molti dei quali non possono essere soccorsi. Il nemico preme ed incalza, le munizioni si vanno man mano consumando, mentre i nostri con estremo valore ripetono gli assalti, cozzando purtroppo contro una barriera insormontabile.
     Ormani è inutile ogni ulteriore resistenza, gli Austriaci irrompono in paese preceduti da riparti d'assalto e da lanciatori di bombe. La lotta diventa furibonda, i prigionieri evadono dalla chiesa e si gettano anch'essi nella mischia. Il comandante del battaglione, visto che ormai ogni ulteriore sacrificio è vano, ordina ai suoi bersaglieri di ripiegare: indietreggia anch'egli ma giunto al ponte sul Maso, colpito a morte, precipita nel torrente. Circa novanta uomini riescono a raggiungere le nostre linee. Il LXXI, che costituiva la seconda colonna d'attacco, essendo mancata la sorpresa non è impiegato. Al LXXII battaglione per la magnifica condotta viene, dai comandi superiori, tributato un encomio solenne.
     Lo stesso giorno, 18 settembre, il 20° reggimento, che ha perduto 18 ufficiali e 491 uomini di truppa, si riunisce in regione Monte Mezza (conca di Tesino), ed il 22 si trasferisce a Tezze ove attende alle operazioni di riordinamento dei suoi riparti. La brigata, riunita così tra Grigno e Tezze, passa alla dipendenza della 62a divisione. Nei giorni dal 1° al 3 ottobre si sposta nella zona di Pedavena - Feltre e tra l'8 e l'11, con successive tappe si porta in quella ad est di Bassano (Romano d'Ezzelino), ove riprende la preparazione bellica, permanendovi fino al 21 ottobre, epoca in cui viene trasferita, per ferrovia, a Cividale. Giuntavi a scaglioni, nella notte sul 23, ha ordine di proseguire per Luico e di schierarsi sulle pendici sud del M. Matajur, a cavallo delle posizioni di Luico, tra M. Cucco, q. 1000 - q. 818 e Cima Mrzli. La brigata è sempre alla dipendenza della 62a divisione e da questa le viene affidato il compito di sostenere, nel caso che l'offensiva nemica riesce, le ali interne dei corpi d'armata IV e XXVII, schierandosi o sulla fronte Kolovrat - M. Matajur (fronte nord) o su quella Zagradan - M. Hum - Pusno (fronte nord - est) o su entrambe tenendosi costantemente in misura di prinunziare energico contrattacco. La brigata ha quattro battaglioni in linea, tra le pendici est e sud - ovest della conca di Luico, mentre due: LXI/14°, LXX/20° ed il IV riparto d'assalto costituiscono riserva divisionale nella zona di Cepletischis. Sferratasi l'offensiva austro - tedesca, il nemico, dopo aver forzato la nostra linea, riesce a spingersi sull'abitato di Golobi che rappresenta l'accesso alla conca di Luico. Il 20° reggimento, al quale viene affidato il compito di rioccupare il paese, più volte contrattacca; dopo alterna vicenda, riesce a riconquistare parte dell'abitato e, pur non potendo scacciare completamente il nemico, gli sbarra il passo verso la conca. L'avversario, arrestato frontalmente dalla brigata, riesce però a forzare le linee della brigata Arno, a M. Cucco, minacciando le spalle dei bersaglieri, i quali, dopo aver saldamente resistito sulle posizioni e valorosamente sostenuto i primi urti, il 25 sono costretti a ripiegare sulle posizioni di seconda linea, a cavallo della rotabile di Luico, all'altezza di Cepletischis fino alle alture nord di M. S. Martino. Il 20°, che ha già sacrificato gran parte della sua gente, per la pressione continua che il nemico esercita tra M. Cucco e il S. Martino, arretra sulla destra del torrente Rieca.
     Per impedire che il nemico per valle Rieca punti su Savogna, il 14° bersaglieri si porta sulla nuova linea di Cepletischis; ivi la brigata resiste al violento fuoco delle mitragliatrici e trascorre tutta la notte sul 26, fino a quando non le viene ordinato di ripiegare sulle posizioni tra M. Purgessimo e Castel del Monte. Nel mentre si accinge ad effettuare il movimento, forti nuclei nemici con mitragliatrici si infiltrano fra i riparti del LIV/14° e XL/14°, riuscendo ad accerchiare quest'ultimo e ad infliggergli gravi perdite. Il LXI/14° si ritira nella conca di Purgessimo dove sosta la notte. Il resto del reggimento ripiega su Savogna. Ivi, fatto saltare il ponte, si costituisce uno sbarramento contro il quale urtano le avanguardie nemiche. In seguito, il reggimento, ripiega sbarrando in vari punti successivi gli accessi della stretta di Cocevaro sempre a contatto con nuclei nemici. Dopo breve sosta a S. Quirino prosegue per Purgessimo schierandosi in seconda linea a rincalzo della brigata Ferrara, tra Purgessimo e Castel del Monte, ove la notte sul 27 tutta la brigata si riunisce per riordinarsi.
     Continuando la forte pressione avversaria, la brigata deve indietreggiare verso il Torre e prendere posizione lungo il greto del fiume tra Godia e ponte sul Torre (14° reggimento) e tra Fornace - S. Bernardo (20°). Presso Cividale, a Carraria, il 14° viene attaccato da pattuglie avversarie che, dopo vivo combattimento, vengono fugate. A sera la brigata ha raggiunto, a Beivars, la nuova linea sulla quale resiste tenacemente. Durante la notte sul 28 ottobre viene ripetutamente attaccata da nuclei avversari; si combatte sul Torre e nei dintorni di Beivars, ma i nostri, resistendo tenacemente e colle mitragliatrici piazzate agli sbocchi del paese, verso Godia, verso il fiume e verso Molino del Vicario, trattengono la incalzante pressione. Sul mattino riparti nemici, che hanno passato il Torre a sud della linea occupata dalla 62a divisione, risalgono a nord cadendo sul fianco dei bersaglieri. Resasi quindi impossibile ogni ulteriore resistenza, la brigata ha ordine di ripiegare su Udine. Il movimento si effettua fra viva lotta e con gravi difficoltà. Pur tuttavia essa cerca di fronteggiare energicamente la situazione, e, per disimpegnarsi in ordine e col minor numero di perdite, si dispone in quadrato, fronteggiando da tutte le parti l'avversario che le procura non lievi perdite. Con lenta manovra muove verso ovest e sosta lungo la ferrovia di Udine ove un nuovo ordine la avvia verso Gradisca del Tagliamento. Nella notte sul 29 ottobre essa passa il fiume al ponte di Pinzano, giungendo nella zona di Tauriano (frazione di Spilimbergo), ove si vanno raccongliendo i suoi superstiti per riordinarsi, indi si schiera fra Spilimbergo e C. Buga. Sulla fronte assegnatale la brigata resiste tenacemente, respingendo riparti nemici che cercano di passare il Tagliamento in corrispondenza del ponte di Bonzicco. Qui, a nuclei del 14° col comando di reggimento viene ordinato di raggiungere Pordenone; il 30 essi proseguono per Sacile ed il giorno successivo si portano a Treviso (Carbonera). Il 3 novembre hanno ordine di raggiungere in successive tappe Bertesina, ove arrivano il 6. In tale località il reggimento si riordina con l'arrivo di nuovi elementi. La brigata, dopo aver tenuto saldamente la linea sul Tagliamento fino al 4 novembre, deve abbandonarla perchè il nemico, sfondate le nostre linee al ponte di Lestans, minaccia seriamente di aggirarla. E' necessario quiandi retrocedere ancora ed ai bersaglieri viene affidato il compito di costruire la retroguardia del VII corpo d'armata. A tarda ora la IV bersaglieri inizia il movimento e disimpegnandosi dalla linea giunge al torrente Cosa, ove si schiera in attesa di riprendere la marcia. Durante la notte, infatti, si porta sulla destra del Cellina al quadrivio della Venchieruzza (q. 56) a nord di Cordenons, spingendo la destra sulla carrareccia presso le sorgenti del Meduna. Ma, appena assunto lo schieramento, ha ordine di portarsi a Sacile allo scopo di assicurare la difesa sulla Livenza (49a divisione) stendendosi a nord ed a sud, a protezione del ponte di Brugnera e dell'abitato stesso di Sacile. Verso mezzogiorno del 6 novembre il nemico comincia a farsi sentire per mezzo di numerose pattuglie. Durante la notte sul 7 frequenti sono i suoi tentativi per forzare il ponte di Sacile e per tentare di superare la Livenza, ma la tenace resistenza della brigata si oppone al tentativo. Il successivo 7 perdurando critica la nostra situazione, aggravata dal fatto che il nemico è riuscito ad aggirare la nostra linea dopo aver effettuato il passaggio della Livenza al ponte di Cavolano, viene ordinato alla brigata di ripiegare ancora. Tale operazione si effettua in condizioni alquanto difficili, per ala, dalla sinistra. Primo a muoversi è il 14° dopo aver fatto saltare il ponte di Sacile. Il nemico che ha già guadagnato la riva destra del fiume, ne ostacola il movimento. L'artiglieria avversaria intanto inizia violento bombardamento sulla strada Sacile - Conegliano presso i caseggiati si Sacile procurando gravi perdite.
     Nella notte sull'8, la brigata giunge a Pianzano schierandosi lungo la ferrovia; l'azione vigilante di pattuglie e delle mitragliatrici vale a fugare frequenti ed arditi riparti che tentano irrompere sulla ferrovia stessa; ma l'avversario, verso l'alto, sulla sinistra, è riuscito ad aggirare la linea. Sebbene incalzati, i nostri riescono a disimpegnarsi; solo la cosa della colonna del 14° reggimento viene attaccata e deve retrocedere combattendo, in direzione del Monticano. Verso sera i riparti della brigata raggiungono Conegliano e sul mattino del 9 riprendono la marcia in direzione del Piave (via Susegana, ponte della Priula, Arcade, Povegliano). Giunti al fiume hanno ordine di proseguire per portarsi tra Barcon ed Albaredo quindi, il 13, a Bertesina, ove il nucleo principale del 14° si riunisce alla brigata. L'azione svolta da questa sempre a contatto del nemico, combattendo con tenacia, con gravi perdite ed il suo mirabile contegno in queste aspre giornate, vengono elogiati dai superiori comandi.
     A Bertesina essa è giunta con pochi superstiti, ma la ricostituzione organica dei suoi riparti avviene in modo così rapido e completo che entro pochissimi giorni sarà nuovamente di fronte al nemico sull'altopiano di Asiago a difesa della linea M. Sisemol - Stenfle.
     Il 14 novembre, il 14° reggimento si trasferisce, in autocarri, ad osteria di Granezza (11a divisione) ove il 16 è raggiunto dal 20°. Il 18 novembre il comando del 14° reggimento col XL battaglione si trasferiscono a Campo di Mezzavia mentre il LIV battaglione si porta in riserva sul Sisemol ed il LXI resta a Bertigo anch'esso in riserva. Il 20° reggimento si sposta il giorno seguente a Mosca ed il 14° assume la difesa del Sisemol; il 22 anche il 20° raggiunge la prima linea sul Sisemol sostituendovi il battaglione alpini Bassano (2a divisione). Sulle nuove posizioni la brigata lavora alacremente per il miglioramento delle difese. Nelle notti sul 22 e sul 23 novembre riparti del 14°, del 5° bersaglieri ed un piccolo nucleo del XVI riparto d'assalto conquistano la trincea bassa del Sisemol che in mano al nemico costituiva un'ottima base di partenza per un attacco. Il 27 novembre, il comandante del 14° reggimento, mentre osserva le linee nemiche viene colpito in fronte e muore, l'indomani, all'ospedaletto da campo di Conco.
     Con la nostra occupazione della linea Sisemol - Stenfle sono rimasti fuori del nostro sistema difensivo due camminamenti convergenti a nord di Roncalto Perk e congiunti in prossimità del nostro reticolato da una breve trincea parallela al reticolato stesso (Greca). Il nemico ha utilizzato tali opere per avvicinarsi alle nostre linee e portare a breve distanza da esse qualche mitragliatrice. Viene decisa quindi di occupare detta "Greca" con azione di sorpresa, affidata a riparti del 5° bersaglieri col corso del XL/14° e di nuclei arditi del 20° reggimento. L'azione, tentata il 28 novembre, fallisce perchè il nemico accortosi della presenza di alcuni nuclei che attaccano verso destra, mette in azione le sue mitragliatrici costringendo i nostri a desistere.
     Il 4 dicembre l'avversario attacca in forze la linea M. Zomo - Melette battendo contemporaneamente in modo violento le nostre posizioni sul Sisemol. Riparti del 14° tenacemente resistono, mantenendo in saldo possesso le linee su Roncalto Perk sebbene soggette a fuoco intensissimo di artiglieria, di mitragliatrici e di bombarde. Il giorno successivo, 5, il bombardamento riprende con maggiore violenza e dura ininterrotto quasi tutto il giorno. Poichè risulta certo l'attacco nemico, vengono fatti avvicinare i rincalzi (20° reggimento) in corrispondenza del punto minacciato tra Roncalto Perk ed il Sisemol. Il bombardamento si rinnova il mattino del 6 con piccoli calibri che battono, con fuoco preciso e cadenzato, trincee e camminamenti, mentre aeroplani volano a bassissima quota mitragliando le nostre truppe. Verso mezzogiorno il bombardamento diventa tambureggiante su tutta la linea e sul rovescio, il concentramento di fuoco tempesta non solo la zona ove dovrà svolgersi l'attacco decisivo, ma anche su Ronco di Carbon e sullo Stenfle. Trincee e camminamenti sono sconvolti, interrotte le linee telefoniche rendono, così, difficilissimo il collegamento. Il nemico sferra quindi l'attacco fra Roncalto Perk e Fonte, ma le sue ondate si infrangono contro le nostre difese saldamente tenute dal 5° reggimento bersaglieri e dal LIV/14°.
     Innumerevoli sono gli episodi di valore e di sacrificio che i nostri compiono durante la lotta corpo a corpo. Solo verso le ore quindici, l'avversario riesce ad irrompere tra il XIV/5° ed XL/14°, sulle linee già distrutte, contro truppe già decimate dal bombardamento, occupando l'anello del Sisemol e il saliente di Roncalto Perk. Vengono intanto inviati sul Sisemol riparti del 20° in rincalzo al XIV/5°, mentre altri dello stesso reggimento concorrono ai contrattacchi sferrati per riprendere il terreno perduto, ma, decimati dal bombardamento, non riescono a scacciare il nemico. Ripiegato il XIV/5° di poco, sopra Ronco di Carbon, non essendovi più alcun rincalzo disponibile viene disposto che il XLVI/5° ripieghi per impedire che l'avversario si infiltri fra i due battaglioni, mentre riparti del 20° vengono inviati a rinforzo del XIV/5°. Con tale disposizione si mira ad assicurare la nostra ala destra e ad impedire che dal varco aperto il nemico si getti sul tergo del 5° bersaglieri, a Stenfle. Intanto la nostra ala sinistra (basso Sisemol) non risulta compromessa mentre al centro la compagnia 7a e 9a del 20°, per quanto decimate dalle artiglierie, costituiscono un argine al dilagare del nemico, evitando così il possibile aggiramento del XIV/5°. Avvenuta l'occupazione del Sisemol da parte dell'avversario, viene ordinato di ritirare le nostre truppe dietro la linea Val Bella - Portecche. Il giorno 7 la brigata è riunita allo sbocco di val Melago in val Chiama. Nella notte sull'8 dicembre il 20° viene nuovamente destinato in prima linea a difesa di M. Val Bella in sostituzione del 9° e del 113° reggimento fanteria. Il 14° si trasferisce a Sasso per la riorganizzazione dei suoi riparti. Il 12 il comando della brigata bersaglieri cede la difesa del Val Bella alla "Livorno" e scende a Fara Vicentina ove è raggiunto dal 14° reggimento; essa, passata alla dipendenza del XXVI corpo d'armata, attende ad un intenso periodo di riordinamento.
     La brigata ha perduto 54 ufficiali e 1933 uomini di truppa. Permane in tale zona fino al 24 dicembre epoca in cui si trasferisce a S. Caterina di Lusiana. Giuntavi prosegue per Campo Rossignolo col compito di costituire riserva del XXII corpo d'armata per la difesa dello sbocco della val Chiama (52a divisione). Il 26 il 14° (LIV - LXI battaglione) viene destinato a presidiare la linea arretrata tra M. Sprunch e M. Nasa; il XL battaglione è posto in rincalzo presso le linee di Costalunga, ma il 28 rientra ai propri accantonamenti a Campo Rossignolo.

ANNO 1918.

     Il nuovo anno trova la brigata intenta a compiere la sua preparazione bellica per essere pronta a dare il suo valido contributo nelle operazioni che si dovranno svolgere per l'occupazione delle posizioni di M. Val Bella, Col del Rosso, Col d'Echele e C. Ruggi affidate alla 57a e 53a divisione.
     Compito della brigata sarà quello di svolgere, con due compagnie del LXI/14° e col 20° reggimento, azione dimostrativa verso il Sisemol, raggiungendo Ronco di Carbon, il costone di Stenfle ed appoggiandosi ad esse per collegarsi con le colonne del 5° reggimento che dovranno giungervi dopo aver superato il caposaldo di Val Bella. Il 14° reggimento, alla dipendenza della 53a divisione, avrà il compito di tenere M. Val Bella dopo che il 5° reggimento l'avrà occupato. Alla sera del 27 gennaio, la brigata assume la dislocazione ordinata: comando 20° reggimento, due compagnie del LXI/14° sul rovescio di Monte Tondo; 14° su quello di Costalunga. Sin dal 27 la nostra artiglieria inizia il fuoco preparando la via alle colonne d'attacco. Il 28 gennaio i nostri, attraverso i varchi già in precedenza preparati nei reticolati, si portano sulla posizione stabilita per lo scatto, indi pattuglie del LXX/20° si lanciano velocemente su Bertigo occupandolo, seguite immediatamente dalle prime ondate della 4a compagnia. Contemporaneamente scattano anche le pattuglie del LXX/20° (compagnia d'assalto) indirizzandosi verso lo sbarramento nemico che scendendo dal Sisemol, all'altezza di q. 1163, traversa la strada di Bertigo e risale M. Val Bella. Più tardi le prime ondate dei battaglioni LXX e LXXI, avanzano in perfetto collegamento, raggiungono le ultime case di Bertigo. Il LXXII, di riserva, si porta al posto lasciato dal LXXI. Superato il primo sbarramento, gli elementi dei battaglioni LXX e LXXI puntano risolutamente verso il secondo obbiettivo, che per il LXX è Ronco di Carbon e per il LXXI è il boschetto sulle pendici nord orientali del Sisemol. Il loro slancio è però contrastato dalla viva reazione avversaria; malgrado ciò i due battaglioni non cessano d'avanzare; infatti il LXX riesce a raggiungere Ronco di Carbon, mentre, il LXXI, contemporaneamente occupa le pendici nord orientali del Sisemol tentando di sboccare verso la mulattiera Roncalto Perk - Ronco di Carbon. Si costituisce così per il 20° reggimento la seguente situazione: LXXI con la sinistra al margine del boschetto del Sisemol e la destra allungata verso Ronco di Carbon; LXX davanti a Ronco di Carbon con la destra verso lo Stenfle; compagnie d'assalto a destra del LXX sin presso le case di Stenfle; LXXII (rincalzo) in posizione più arretrata sulle falde ovest di Costalunga.
     Frattanto la colonna del 5° bersaglieri, che avrebbe dovuto avvolgere da sinistra M. Val Bella e congiungersi col LXX/20°, dopo essere riuscita ad occupare quasi contemporaneamente due linee nemiche ed a catturare un centinaio di prigionieri, improvvisamente contrattaccata da forze preponderanti in direzione di Ronco di Carbon, minacciata sul fianco sinistro di aggiramento, è costretta a ripiegare sulle posizioni di partenza. In conseguenza si viene a creare una situazione criticissima per il 20° reggimento. Inoltre dal boschetto di Stenfle, dalla testata della valle omonima, dal bosco di Perk e dalle pendici di Costalunga numerose mitragliatrici nemiche battono sul fronte e sui fianchi i due battaglioni. Viene ordinato al LXXII di avanzare in sostegno del LXX. Intanto il LXX ed il LXXII, dopo aver raggiunto gli obbiettivi non possono mantenerli e decimati cercano di trattenere quante più forze possono davanti a loro, allo scopo di facilitare il secondo tentativo di avanzata delle colonne che attaccono l'obbiettivo principale: M. Val Bella. Viene quindi ordinato al 14°, coi resti del 5° reggimento, di attaccare nuovamente Val Bella, mentre il 20°, tralasciando il primitivo obbiettivo (Ronco di Carbon - Stenfle) dovrà concorrere all'attacco del 14° operando a sinistra della valletta di Costalunga e contro i fianchi ovest di Val Bella. Rinnovata l'azione dell'artiglieria, viene ripresa quella dei bersaglieri. La colonna di destra LIV/14° avanza rapidamente, quella di sinistra LXI/14°, trova maggiore difficoltà, mentre quella di centro XLVI/5° viene arrestata da violento tiro.
     Il LXXI cerca di assecondare il movimento della colonna di sinistra, ma nel complesso l'azione risulta molto difficile. I nostri, causa le gravi perdite, sono costretti ad arrestarsi, mentre il LXX ed il LXXI battaglione cercano di disimpegnarsi dall'anello di fuoco che li avvolge.
     Sopraggiunta la sera, il combattimento illanguidisce a poco a poco. I buoni risultati ottenuti con le ardimentose azioni della giornata, da altri riparti, non sono sufficienti per garantire la nostra situazione, è necessario quindi un nuovo attacco da effettuarsi al mattino seguente. Alla IV brigata, col concorso del 5° reggimento bersaglieri, di riparti d'assalto e della "Bisagno" viene affidato il compito di espugnare la contrastata posizione di Val Bella.
     Fin dalla stessa sera del 28 gennaio, la brigata, passata intanto alla dipendenza della 33a divisione, raduna i suoi battaglioni tra Cima Echar e sul rovescio di Costalunga. Essa dovrà agire su tre colonne con azione preponderante al centro ed alla destra (colonna di sinistra LXI/14°, una compagnia del IV riparto d'assalto, resti del XIV/5°; colonna centrale XVI riparto d'assalto, XLVI/5°, mezza compagnia del XL/14°; colonna di destra una compagnia del IV riparto d'assalto, LIV/14°, resti del XXIV/5°, resti del 20° rggimento); quale riserva il LXI/14°.
     Alle ore 10 del 29 i riparti d'assalto e gli arditi delle colonne bersaglieri scattano dalle posizioni di partenza e con slancio mirabile puntano verso l'unico obbiettivo: M. Val Bella.
     L'avanzata subisce un rallentamento, ma il pronto intervento di due battaglioni della brigata Bisagno impressiona il nemico, lo disorienta e scema la sua resistenza. In questo momento il nuovo comandante del 14° reggimento, cade tra i suoi. Le truppe avanzano decisamente, la colonna centrale conquista il contrastato caposaldo di M. V. Bella, mentre le altre due ne completano l'occupazione, collegandosi a destra con la brigata Sassari, verso il Col del Rosso. Il nemico è in rotta. I bersaglieri con alacre lavoro rafforzano la nuova linea. Tre attacchi tentati dal nemico nella notte e durante il mattino del 30, vengono prontamente respinti. Il 31 gennaio alla brigata viene affidato il compito di estendere l'occupazione a Casera Melaghetto. Essa ha a sua disposizione riparti del 20°, truppe della "Bisagno" ed il XXIV riparto d'assalto. L'azione, benchè condotta con ardimento non è coronata da succeso; i nostri pur avendo raggiunto l'obbiettivo non possono mantenerlo, causa la micidiale reazione avversaria e sono quindi costretti a ripiegare. Il 3 febbraio la brigata cede la difesa del settore Val Bella alla "Bisagno" e scende a Campo Rossignolo. Nello stesso giorno prosegue per Fontanelle e l'indomani raggiunge Valdagno ove inizia il riordinamento dei propri riparti. Nelle aspre giornate dal 28 al 31 gennaio le sue perdite ammontano a 45 ufficiali e 1042 uomini di truppa. L'efficace ed esemplare sua condotta è segnalata sul bollettino di guerra del Comando Supremo; quella del 14° reggimento è menzionata nella motivazione della medaglia di bronzo che sarà poi concessa al suo Labaro.
     Il 24 febbraio la IV bersaglieri passa alla dipendenza della 69a divisione, dalla quale ha ordine di trasferirsi, nei giorni dal 2 al 4 marzo, nella zona Pieve di Schio - Poleo - S. Caterina, ove continua ad attendere ad un intenso periodo di istruzione. Nei giorni dal 22 al 27 marzo il 14° reggimento viene destinato in prima linea sostituendovi il 250° fanteria, nella difesa dell'alto Posina (M. Pruche - M. Majo - Bocchette di Campiglia - Ciparle - Lighizzoli - valle dei Corvi). Il 4 aprile, poichè il settore Posina è stato suddiviso in due sottosettori, la brigata assume la difesa di uno di essi (alto Posina). Nello stesso giorno il LXXII/20° si porta ad occupare la linea "Rossa", fra q. 1740 degli Scarubbi e la testata di val Fucenecco. Il LXX ed il LXXI/20° permangono a S. Caterina quale riserva. La linea, con alacre lavoro, viene consolidata dai riparti che vi si alternano nella difesa. Vengono spinte ardite pattuglie verso le trincee avversarie. Il 16 giugno la brigata, destinata sul Piave, si riunisce tra S. Caterina - contrada Marsili, di dove il 21 si sposta, in auticarri, alla volta di Vascon (Treviso). Il  giorno seguente rilevando riparti della "Caserta" si schiera in prima linea nel tratto: argine Regio di Candelù - Maserada (23a divisione) ed il 23 giugno, poichè il nemico battuto è in ritirata, la brigata ha ordine di scacciarne gli ultimi nuclei e di ristabilire così il nostro completo possesso della riva destra del fiume. L'avanzata procede rapida e decisa tanto che alla sera le nostre precedenti linee vengono completamente riconquistate.
     Il 3 luglio, la brigata, destinata nuovamente sul settore alto Posina, viene rilevata dalla VI bersaglieri e, il 4, dalla stazione di Treviso parte diretta a Schio (69a divisione) riunendosi il 6 tra S. Caterina - C. Marsili - Contrada Bernardi.
     Il 19 luglio essa assume nuovamente la difesa del settore alto Posina. Il 30 agosto ha luogo un'azione per la conquista delle posizioni di M. Majo, tra il "dente di Cane" e "quota Gemella". L'azione principale viene affidata al LXXII/20° ed a nuclei del XXXI e LI riparto d'assalto; quella sussidiaria agli arditi del 14° reggimento ed a nuclei del LV riparto d'assalto. In un primo tempo, i nostri, con slancio riescono ad avanzare, ma poi, causa la forte pressione avversaria, sono costretti a ripiegare sulle posizioni di partenza. Dal 1° al 3 settembre la brigata, sostituita in linea dalla "Pallanza", scende a riposo a Torre Belvicino rimanendovi sino al 5 ottobre, epoca in cui torna a presidiare il consueto settore.
     Allorchè l'avversario, premuto dalla nostra offensiva finale si ritira, la brigata ha ordine, il 2 novembre, di avanzare verso la Borcola e la cresta di M. Maggio. Gli obbiettivi, malgrado la tenace resistenza nemica, vengono raggiunti e superati. In un secondo tempo alla brigata viene assegnata la conquista della linea Cima Maggio - Toraro ed il 3 novembre, essa raggiunge Folgaria, mentre una piccola colonna di arditi del 14° reggimento giunge a Trento.

RICOMPENSE.

MEDAGLIA DI BRONZO.

Al Labaro del 14° reggimento bersaglieri:

     “Con forte spirito e valore, incrollabilmente resisteva a reiterati violenti contrattacchi sul Carso e sull'Altopiano di Asiago. (Carso 11 marzo - 20 maggio 1916; Altopiano di Asiago, 24 maggio - 26 luglio 1916). Efficacemente poi concorreva a sbarrare il passo all'imbaldanzito nemico, (novembre - dicembre 1917 - gennaio 1918)".

 (Boll. Uff. anno 1920, disp. 47).

  CITAZIONI SUI BOLLETTINI DI GUERRA DEL COMANDO SUPREMO.

BOLLETTINO DI GUERRA N. 981 (30 gennaio 1918 ore 13).
     Valorose truppe della Zona altipiani hanno felicemente coronata l'azione da esse iniziata il giorno 27 ad Est di Asiago, strappando al nemico munite posizioni ad occidente della val Frenzela.
     Conquistati sin dal giorno 28 e mantenuti con grande valore il Col del Rosso ed il Col d'Echele, premuto e sospinto l'avversario nella Regione di Sasso Rosso, ributtati all'arma bianca i numerosi suoi contrattacchi, nella giornata di ieri il successo venne ampliato con l'espugnazione di Monte di Val Bella.
     Fortissime furono le perdite inflitte al nemico che ebbe due divisioni quasi completamente distrutte; notevoli il bottino di guerra, non del tutto calcolato, ma comprendente finora: 100 ufficiali e 2500 uomini di truppa prigionieri; 6 cannoni di vario calibro; circa 100 mitragliatrici; numerosissime bombarde; parecchie migliaia di fucili; ingentissima quantità di munizioni e materiali di varia specie.
     Violenta fu la reazione dell'artiglieria nemica sulle posizioni conquistate: rapide e potenti i nostri concentramenti di fuoco fin sui più lontani obiettivi. Numerosi i tentativi di ricognizione e d'offesa dei velivoli nemici; pronta l'aggressività dei nostri ed aggiustato il tiro antiaereo, che nelle due giornate abbatterono 17 apparecchi avversari.
     Durante le azioni dei giorni 28 e 29 l'eroica brigata Sassari (151° - 152°) ed in particolar modo il 151° regg. fanteria riconfermò il valore della sua gente e la gloria delle sue Bandiere; i riparti d'assalto 1° 2° e 16°, la IV brigata bersaglieri (regg. 14° e 20°) col suo riparto d'assalto (4°), il 5° reggimento bersaglieri, i battaglioni alpini Val d'Adige, Stelvio, M. Baldo e Tirano, assolsero magnificamente il loro compito e furono all'altezza del loro nome e delle proprie fulgide tradizioni.
                                                                                                                                                    Generale DIAZ
COMANDANTI DELLA BRIGATA.

Col. brig. CLERICI Ambrogio, dal 1° aprile all'8 maggio 1917.
Brig. gen. PIOLA CASELLI Renato, dal 9 maggio 1917 al termine della guerra.


Stampa la pagina


Invia ad un amico



Pag. 27
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35
 

     
 
:: Pubblicità ::