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GRUPPO SIROLLI

 

ANNO 1917.

     Alla dipendenza della 15a divisione, con i battaglioni Val Brenta, M. Pavione e Val Natisone si costituisce, il 7 novembre, il "gruppo Sirolli" dal nome del suo comandante (fin dall'ottobre esisteva la "sezione alpini Sirolli" della quale facevano parte il "Val Brenta" ed il "M. Pavione").
     Divampata l'offensiva austro-tedesca nella fronte Giulia e resosi necessario l'arretramento delle nostre difese nella zona dell'altopiano dei Sette Comuni, la divisione deve ripiegare per portarsi sul rovescio del Grappa nel tratto di fronte: M. Asolone (escluso) - M. Solarolo. Per l'esecuzione di tale movimento viene affidato al gruppo il delicato compito di coprire il ripiegamento della divisione.
     Il gruppo che difende le posizioni di forcella Magna - q. 2416 - M. Levre - Brentana - forcella Castelletto - forcella Brentana, dopo aver avuto, a mezzo pattuglie, il primo contatto col nemico, nella notte sul 9 si ritira su Malga Marande - Agaro - M. Picosta - Celado - M. Pasolin e nello stesso giorno passa alla dipendenza del comando "distaccamento di copertura" del XVIII corpo d'armata. Esso, meno il "Val Natisone" che prosegue per Arsiè - Rocca - Cismon e Borso, nella notte sul 10, va ad occupare la linea Cima di Campo - Perer ("M. Pavione") - Cima di Lan - Ponte della Serra ("Val Brenta"). 
     La pressione nemica, il giorno 11, comincia a delinearsi con piccoli scontri nei pressi di Cima di Lan, respinti dal "Val Brenta", e con forti movimenti di truppa segnalati nella conca Grigno - Tezze e contro le posizioni di Faller, Col Falcon, Croce d'Aune, presidiate da riparti del "distaccamento".
     Nel pomeriggio il nemico preme con maggiore insistenza contro tutta la linea da Cima di Campo a Croce d'Aune; il "gruppo Sirolli", riesce a sostenere l'urto, infliggendo all'invasore forti perdite nei pressi di Cima di Campo e di Colle di Mangà. Sulla linea da Ponte della Serra a Croce d'Aune, invece, la situazione si fa di ora in ora più difficile; i difensori resistono tenacemente e infliggono al nemico gravi perdite, purtuttavia le difese della linea cadono ad una ad una; prima Croce d'Aune poi Col Falcon, quindi Faller. Essendosi, così, aggravata la nostra situazione, con la perdita delle anzidette posizioni, il "Val Brenta" si schiera tra Cima di Lan - Costa Vallorca - ponte di Frassenè.
     Nella mattina del 12, avvistate le prime pattuglie nemiche scendenti da M. Avena, e cessato il ripiegamento delle truppe provenienti da Belluno, il "gruppo Sirolli" (al quale si sono aggiunti i residui del battaglione Cividale, la 153a compagnia dell'"Arvenis", la 278a del "Val Tagliamento" ed alcune compagnie mitragliatrici bersaglieri), fatta una sosta allo sbarramento del Cismon, ripiega fino alla linea Col del Gallo - M. Fredina. Lasciato quindi un velo di uomini su detta fronte, retrocede su Cismon.
     Prima ancora che venissero iniziate le operazioni di ripiegamento, pattuglie nemiche attaccano Cima di Campo, ma cozzano contro la difesa del "M. Pavione" e vengono senz'altro respinte. Nel contempo, ed in seguito al ripiegamento del "Cividale", dalle posizioni di Croce d'Aune - Col Falcon - Faller, il "Val Brenta", venuto a trovarsi al ponte di Frassenè col fianco destro scoperto, perde, dopo viva lotta, il plotone esploratori. I suoi riparti mantengono però fino al pomeriggio la difesa della fronte finchè, incalzati, sono costretti a retrocedere al ponte di Arsiè. 
     La pressione avversaria, intanto, contro Cima di Campo aumenta; il "M. Pavione", che non deve ripiegare prima dell'imbrunire, giacchè la posizione rappresenta il pernio della difesa di Tezze, attaccato per ben quattro volte, resiste con estremo valore, e solo dopo aver sostenuto l'ultima disperata difesa, è in gran parte catturato.
     L'eroico sacrificio del "M. Pavione" consente al gruppo di effettuare, nella notte, il ripiegamento dapprima su Cismon, indi, dopo aver oltrepassato le nostre linee dello sbarramento di S. Martino, di raggiungere Solagna, ove provvede al suo riordinamento. Il 15 novembre le compagnie alpini del "Val Tagliamento", del "Cividale" e dell'"Arvenis" cessano di far parte del gruppo, che il giorno seguente, si trasferisce in località Beata Vergine del Covolo, raggiunto, il 17, dal "Cividale" che passa alla sua dipendenza.
     Mentre i nostri inchiodano inesorabilmente il nemico sul Piave, esso, lasciato sul fiume un velo di truppe per fronteggiare la difesa, rovescia le sue divisioni nell'alta valle del Brenta e tenta con colpi disperati di fiaccare la nostra difesa sull'Asolone, sul Grappa e sul Solarolo per aprirsi uno sbocco verso la pianura.
     Il "gruppo Sirolli", compiuta la sua rapida ricostituzione, accorre anch'esso a sbarrare il passo all'invasore.
     Nella notte sul 18, preceduto dal "Val Brenta", si porta nella regione del Grappa, all'Osteria della Cibera, ed il 20 con i soli battaglioni Cividale e M. Pavione passa a Casone delle Mure, (il "Val Brenta" passato alla dipendenza della 51a divisione si porta a S. Giovanni), quale riserva del III raggruppamento.
     Breve è la sosta in tale località perché gli Austriaci, dopo essersi impossessati di M. Fontana Secca, presidiato dal "Val Camonica", minacciano la linea Solarolo - Fontanel.
     Il gruppo accorre a difesa delle pendici est del Solarolo, q. 1672, e sul Fontanel, collegandosi a destra col "Feltre" ed a sinistra col III/149°; nel contempo si prepara ad avanzare per la riconquista di M. Fontana Secca ed inviare riparti del "Cividale" a q. 1601 del Solarolo a rinforzo di un plotone del 149° fanteria. Essi, però, giunti a pochi passi dalla vetta, vengono improvvisamente attaccati dagli Austriaci che poco prima, con un colpo di mano, si erano impadroniti della quota, creduta ancora in possesso dei nostri. Ma gli alpini, dopo una lotta corpo a corpo, benché ridotti alla metà, respingono il nemico.
     Nello stesso giorno 21, il "gruppo Sirolli" assume la difesa della fronte fra M. Solarolo e M. Fontanel che viene in breve organizzata. Alla sua dipendenza passano il VII riparto d'assalto ed il "Val Cenischia" quale riserva di gruppo.
     A tarda sera del 21 il riparto d'assalto, rincalzato dalla 16a compagnia del "Cividale", tende con azione di sorpresa, a ristabilire il nostro possesso sul M. Fontana Secca. Nuclei arditi, dopo furiosa mischia, raggiungono la vetta, ma non possono mantenersi sulle posizioni conquistate, e debbono abbandonarle stabilendosi sul costone che da M. d'Avien scende a valle Cinespa.
     Mentre le truppe in linea provvedono alla sistemazione difensiva dell'importantissimo tratto loro assegnato, il 25 novembre, il nemico, dopo breve ma violento fuoco sul costone che da q. 1601 del Solarolo va al M. d'Avien, sferra l'attacco sia sul costone che dal M. d'Avien scende in val Cinespa, sia contro i posti avanzati ad est di detto monte. Contro quest'ultima posizione ha ragione dei piccoli posti del "Pavione", ma gli alpini del "Cividale" brillantemente coadiuvati da due sezioni mitragliatrici del "Val Cenischia", riescono, dopo un duro ed aspro combattimento, a far retrocedere il nemico sino a q. 1601; fra il d'Avien ed il Fontana Secca.
     Mentre tra M. Solarolo e M. Fontana Secca si respinge l'attacco sopradetto, intensa fucileria, lancio di bombe a mano e fuoco di mitragliatrici, che colpisce il rovescio delle posizioni del gruppo, fanno comprendere che sulla sinistra il nemico è riuscito a porre piede nella nostra linea.
     La situazione infatti è grave perché esso, dopo aver attaccato violentemente la linea che da M. Casonet - Col dell'Orso (q. 1677) va al Solarolo (q. 1671), ha occupato la linea verso Col dell'Orso.
     Sul tratto, presidiato dal III/149° fanteria, il nemico riesce infatti ad avvicinarsi alle nostre posizioni di cresta ed in seguito ad una violentissima mischia corpo a corpo s'impossessa di Col dell'Orso (q. 1677).
     Cinque successivi contrattacchi eseguiti da riparti del III/149° e dal "Val Cismon", non riescono a sloggiarlo.
     Riparti del "Val Cenischia", inviati per parare la minaccia, prontamente contrattaccano e rigettano parzialmente l'avversario, arginando la sua infiltrazione.
     Viene allora concretata una nuova azione tendente a far cadere per accerchiamento le posizioni conquistate dall'avversario. Vi partecipano il LXII bersaglieri, il complementare alpini del "Val Cismon", il I/143° ed uno del 144° fanteria.
     Con magnifico slancio le nostre truppe muovono al contrattacco ed in breve, dopo lotta aspra e violenta, le posizioni vengono riprese.
     Il magnifico contegno dei nostri riparti è elogiato dal bollettino di guerra del Comando Supremo.
     Nello stesso 25, l'"Arvenis" ed il III/143° fanteria passano alla dipendenza del "gruppo Sirolli" per rincalzare rispettivamente il "Val Cenischia" ed il "Val Cismon". Il 26 novembre il "Cividale" ed il "M. Pavione" cedono la linea a riparti del 143° e 144° fanteria e col comando di gruppo passano, quale riserva divisionale, a Casone delle Mure ove attendono a riorganizzarsi.
     Il gruppo trascorre pochi giorni in un relativo riposo attendendo a lavori stradali, allorché una nuova e più forte minaccia dell'avversario, che ad ogni costo vuol giungere al piano, lo richiama in azione.
     Fin dalle prime ore del mattino dell'11 dicembre, infatti, è incominciato intensissimo il tiro delle artiglierie su tutte le nostre posizioni, con maggiore intensità su q. 1601 del Solarolo ed in fondo val Calcino.
     Forti colonne attaccano furiosamente, ma vengono nettamente respinte dagli alpini del III raggruppamento. Alla sua destra però, il 37° fanteria, assalito da forti masse, ha dovuto abbandonare le posizioni di M. Spinoncia, lasciando scoperto il fianco destro del "Val Maira". Per fronteggiare la situazione accorre il "M. Pavione" col duplice compito di rinforzare il "Val Maira" e di sbarrare le provenienze di val Calcino divenute pericolosissime per la caduta dello Spinoncia. Viene intanto disposto un nostro contrattacco per la riconquista dell'anzidetta posizione.
     Si formano due colonne, affidate, l'una, al comandante del gruppo (colonna di sinistra, col "Cividale", un battaglione della "Gaeta" ed uno del 54° fanteria in rincalzo), e l'altra al comandante del 37° fanteria (colonna di destra, col 37° fanteria ed un battaglione del 54° in rincalzo).
     Alle prime ore del mattino successivo viene tentata l'azione; le pattuglie del "Cividale" si portano a contatto del nemico ma, avvistate, sono sottoposte a vivo fuoco. Fallita la sorpresa e preparata l'azione avvolgente delle due colonne, queste iniziano l'avanzata; il "Cividale" riesce a guadagnare terreno incuneandosi nelle linee nemiche, ma fatto segno a violento contrattacco, sosta sulla linea raggiunta respingendo l'avversario colle baionette; il 37°, violentemente battuto dall'alto dello Spinoncia e dal fuoco d'artiglieria non riesce ad avanzare.
     La lotta infuria terribile ed ininterrotta; durante tutta la giornata e nei due giorni consecutivi le nostre posizioni, tempestate dall'artiglieria e ripetutamente attaccate, non cedono; alla tenacia avversaria si oppongono la resistenza e l'eroismo delle nostre truppe che sbarrando la via al nemico, hanno affermato, ancora una volta, l'eroico motto "di qui non si passa" insegna e vanto degli alpini nostri. Così concludendo, il bollettino di guerra del Comando Supremo, onora il valore ed il sacrificio delle nostre truppe.
     Esse dopo la lunga lotta sostenuta, passano dapprima in rincalzo ed il 19 a riposo nei pressi di Paderno d'Asolo. In tal giorno il "gruppo Sirolli" è sciolto.                 
 

CITAZIONI SUI BOLLETTINI DI GUERRA DEL COMANDO SUPREMO.

BOLLETTINO DI GUERRA N. 935 (15 dicembre 1917, ore 13).

     "Nella giornata di ieri, la battaglia tra Brenta e Piave è continuata accanita. La lotta delle artiglierie, che nella notte si era ripetuta ad itervalli, all’alba venne ripresa violenta e continuò ininterrotta; nelle prime ore del pomeriggio l’avversario lanciò all’attacco le sue masse di fanteria.
     In regione di Col della Berretta, per quanto una nostra controffensiva locale di alleggerimento, riuscita a raggiungere due volte la cima di M. Pertica, avesse richiamato numerose forze nemiche da quella parte, l’urto avversario si abbatté violentissimo su Col Caprile e sul versante sud del Col della Berretta; venne sostenuto dai nostri e nettamente respinto con contrattacco con gravi perdite per il nemico. L’avversario, che non aveva mai rallentato l’intenso bombardamento dei rovesci delle nostre posizioni, rifatta la preparazione d’artiglieria e rinnovate le forze, verso sera ripeteva l’attacco riuscendo a raggiungere Col Caprile. Le nostre truppe si affermavano in posizione di poco retrostante. La notte arrestava il combattimento.
     Alla testata del saliente di M. Solarolo, l’avversario attaccò in forze alle 12,30 appoggiato da azione secondaria diretta su Col dell’Orso e sostenuto da grande spiegamento di fuoco d’artiglieria avviluppante la nostra linea. Venne respinto con contrattacco che gli inflisse gravi perdite. Riattaccò alle ore 16 con truppe fresche, ma un nostro contrattacco l’obbligò ad indietreggiare ed a sospendere per la giornata le azioni di fanteria.
     Il contegno delle nostre truppe della 4° Armata nella lotta che da quattro giorni si svolge asprissima e cruenta fra Brenta e Piave, è pari alla grandezza dell’ora. Nella resistenza opposta al nemico al saliente del M. Solarolo si distinsero i riparti della brigata Ravenna (37° - 38°), Umbria (53° - 54°), Campania (135° - 136°), e del 3° Raggruppamento alpini (battaglioni Val Maira - M. Pavione - M. Arvenis - Val Cismon - Val Camonica - Val Cenischia - Feltre - Cividale). Fra essi meritano l'onore di speciale menzione il II battaglione del 38° fanteria, il III battaglione del 53° fanteria, il battaglione alpini M. Pavione, ed il battaglione Alpini Val Maira che sul fondo di Val Calcino sbarrando la via al nemico col glorioso sacrificio, ha affermato ancora una volta l’eroico motto "Di qui non si passa", insegna e vanto degli alpini nostri".

                                                                                                                            Generale DIAZ.

   

 

MILITARI DECORATI CON L’ORDINE MILITARE DI SAVOIA.

SIROLLI FEDERICO, tenente colonnello - uffiziale - Cima Campo, Cima Lan, Monte Solarolo, Monte Spinoncia, novembre - dicembre 1917.
COMANDANTI DEL GRUPPO.

Ten. Colonnello SIROLLI Federico, dal 7 novembre al 19 dicembre 1917.


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