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------------- Aggiornamento -------------

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Ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato fin ora e speriamo molti altri si uniscano a noi per salvare Fronte del Piave.




Maggiori informazioni e aggiornamenti qui.

 
     
 

MAGGIO 1918

1 MAGGI0. - In quest’ospedale, da prima prettamente boemo, da tempo hanno cominciato ad infiltrarsi degli elementi estranei, tedeschi, protestanti, ebrei: elementi che ora sono la maggioranza. La prima delle premure che questo elemento nuovo s’è data, è stata quella di fornire l’ospedale d’ un mobile di lusso, d’un feldkurat (cosi ama chiamarsi) protestante, al quale è stato assegnato a mensa il posto d’onore. Trattandosi d’un lusso, lo merita: ma stando al buonsenso, un feldkurat protestante pare proprio il colmo del ridicolo, non avendo, la forza dei principii religiosi professati da lui e dai suoi correligionari, proprio altro da curare che la riscossione della paga mensile di corone cinquecento. - Pareva dovesse venire a mensa anche un… feldkurat ebreo (il quale ha già piantato sinagoga nella casa di Cranio.) Difatti una sera si presentò, ma poi non si vide più.

2 MAGGIO. - Durante la notte è stato rubato nella dispensa degli ufficiali qui in convento due grossi salami, del lardo, ed in cucina una certa porzione di burro, per un valore complessivo di circa corone trecento. La porta delta dispensa non é stata forzata, ma l’operazione è stata compiuta dalla finestra prospiciente suill’ orto, con una stanga munita d’ una forcinella, che in compenso è stata lasciata sul luogo. Buon appetito.
* Dalla tipografia militare stabilitasi in casa di L. Baseggio, Viale della Madonna, è uscita una splendida carta topografica di Motta, della quale non mi riesce di averne un esemplare.

5 MAGGIO. - Troppo presto e senza tante riserve il nuovo Comando di tappa dà saggi della sua avidità. Certo non è solo a non essere sazio - ogni nuovo arrivato è da saziare - ma dico “sua avidità,,, perchè lui in prima, ed altri per mezzo di lui. E’ temibile non si costituisca “ ufficio legittimato.,, delle rapine e degli spogli coonestati da qualche titolo vecchio o escogitato di fresco.
Intanto il mellifluo colonnello goriziano, il Sig. Catinelli, il primo Maggio fece sapere alla popolazione che ha da fornire quaranta stanze per ufficiali, e che per ciò manderà per le famiglie a prendere altrettanti materassi di lana. Fortunatamente ne ha trovati ancora in città, forse lasciati indietro da quei predoni che nei palazzi trovarono roba migliore da inviarsi a mercanteggiare in Austria. Ora non resta da augurarci se non che i quaranta ufficiali non addiventino ottanta.
Il giorno due si diede premura di pubblicare una vecchia “Notificazione,, del Marzo scorso, colla quale il “Commando,, supremo, invocando no so quale articolo della Convenzione dell’ Aia, pone sotto sequestro tutta la biancheria, confezionata o no, tele, stoffe e materie prime del genere, effetti personali, ecc., esistenti presso i “ civili,,, ai quali si lascieranno: lenzuola tre, federe tre, asciugamani due per persona: degli effetti personali non rammento se due o tre capi.
In questo spoglio totale che si ha in animo di fare, non manca l’umanità: Gli effetti per bambini non saranno sequestrati: - tutto poi verrà requisito dietro stima e pagamento (?!?).
A tutti è fatto obbligo di recarsi entro tre giorni a denunziare (al Comando di tappa) quanto hanno. Sono comminate “pene severe,, a chi celasse qualche cosa, distruggesse o deteriorasse.
Sono, alla fine - risum teneatis, amici: ma, che si vuole, è fatta così la mentalità austriaca! - promessi dei premi a coloro che spontaneamente andranno ad offrire, cioè il 10% in più sulla stima. Ben’ inteso che la stima la fanno quegli stessi che dicono di pagare.
Oggi - ogni giorno una - ha fatto dire alla popolazione che avendo da ammobiliare delle stanze per ufficiali, si andrà per le famiglie a prendere tavolini, seggiole, sgabelli, ecc. - Domani vi saranno degli ufficiali, o dei signori di Vienna che hanno freddo, e si andrà a requisire, non delle coperte di lana, che non è più Ia stagione, ma delle Sunamitidi (III Reg., c. I.)
* Ogni volta che si cambia un reggimento, una divisione, un Comando si ha da temere nuovi guai, come i cristiani in Turchia e specialmente in Palestina, un secolo fa, quando si cambiava il pascià o andava in visita. Non si creda esagerato ne fuor di proposito il paragone, che quadra a capello ed è frutto dell’esperienza di sei mesi. Si persuada chi leggerà queste note, che quest’ invasori, a giudicarli dalle loro azioni, cristiani non sono, o ve ne sono tanto pochi da non poter generalizzare, e che la nostra miserrima condizione è quella degli schiavi contro i quali ogni arbitrio è lecito.
* Da qualche tempo è stato posto in opera un importante e attivissimo servizio di navigazione sulla Livenza. Lo scalo è presso il ponte di Albano, dove delle grue elettriche caricano il materiale sulle decauvilles che si diramano in varie direzioni verso il fronte.

7 - 8 MAGGI0. - Sei mesi dall’invasione! sei mesi di lento martirio !...
Sei mesi !... Quanti dolori! quante sofferenze morali e materiali! Tante... tante !... - Ma vi ha una cosa che rammento con soddisfazione: Sei mesi senza posta e senza giornali! Si sente tanto il bisogno di separarci dal mondo intero che è addivenuto una famiglia di belve feroci.
* Ogni qual volta cadeva in acconcio, e accadeva spesso, questi ufficiali non hanno mancato di dire e tornar a dire che non sanno spiegarsi due cose: Primo, una ritirata così precipitosa così disastrosa, così profonda dell’ esercito italiano. Non pensavano di oltrepassare l’ Isonzo, od al massimo credevano di poter raggiungere il Tagliamento. Secondo, non sanno spiegarsi come Cadorna (di cui hanno grande stima) non abbia mai saputo usufruire delle sue splendide e riuscitissime offensive (sono sempre loro parole,) né abbia mai pensato a sfruttare la vittoria iniziale, quando con ben poco sforzo (in relazione alla violenza dell’ azione) avrebbe potuto più d’una volta, specialmente all’ ultima offensiva che ci fruttò la Bainsizza, valicare le Alpi e raggiungere Klagenfurt e Lubiana prendendo Trieste alle spalle. Per una ritirata su Lubiana era tutto predisposto. - Parimenti non sanno spiegarsi, dicono, come non siasi mai pensato a forzare sul serio il passo di Toblacco, il vero punto debole del fronte austriaco.
Non so qual valore si debba attribuire a simili discorsi fatti da nemici vittoriosi: ma cenro che tali riflessioni sono state fatte anche da noi nel passato, e che per la grande fiducia che si aveva nel capi si riponevano tra le incognite insolubili ai profani.
* A compimento e conferma di quanto al sei Aprile.
Per quanto possa parere strano e pressoché incredibile, è vero, verissimo il fatto che i velivoli austriaci hanno recato oltre il fronte la corrispondenza dei civili di qua ai loro cari che combattono nelle nostre file. Aggiunsero però l’ avviso the qualora i velivoli italiani volessero corrispondere, soltanto gli scritti di militari sarebbero stati recati a destinazione.
Con tale iniziativa il Comando supremo si proponeva di venire a conoscenza del numero dei reggimenti schierati al fronte! Questo è stato detto: ma forse pensava di potere con tal mezzo scoprire o rispettivamente fomentare lo spionaggio.

10 MAGGIO. - Il P. Guardiano e il Parroco ricevono avviso che saranno asportati gli organi di ambedue le chiese. Possono fare supplica, disse il comandante di tappa, con questi e questi dettagli, e la diano a me. - Se vuole fare detta supplica, dissi io al P. Guardiano, supplica certamente vana, la faccia, ma senza certi dettagli che significhino pregio: C’ è da mettersi in sospetto.
* Una “ Notificazione,, stabilisce che i foraggi sono la metà del Governo, e che dell’ altra metà si lascierà ai campagnoli il solo necessario in relazione alle bestie che hanno nella stalla.
— E, domando io, i foraggi già pascolati e che si continua a pascolare? e... i contratti conchiusi di fresco coi mezzadri? - Oh! in quanto ai contratti, “sono pezzi di carta,, (Cod. di Dir. C. A. U.)
La metà adunque è del Governo, e per l’ altra metà… provvede parimenti il Governo distruggendo le stalle, lasciandone, per ora, un sol capo. Così la metà è sua perchè se l’usurpa, e l’ altra metà è sua perché inutile al proprietario. Intanto tutto alla metà: e poi ci si venga a dire che il Governo paterno tratta male queste popolazioni. Lo dicano le carte ufficiali, lo dicano i contratti accettati e firmati da ambedue le parti e forse già pubblicati nei giornali come saggi di umanità e di larghezza. Ad ogni modo sarà la storia che li pubblicherà in confronto con quelli dei latifondisti fuggiti: Affitti di casa esigui; I prodotti agricoli a metà; stalle libere; pollame ed altri animali domestici, liberi; regalie, niente. Vi par poco? E ci si lagna ... La storia farà tesoro di questi documenti, ed illuminerà i posteri. Questi sono i documenti, e i soli degni di fede, che reggeranno alla... critica... dei veri dotti d’ oltre Alpi.
- Sarà proprio così che all’ insulto cui soggiaciamo, si debba poi aggiungere l’ ironia d’una storia cretinamente critica e menzognera? perché scritta in base a criterii, in forza dei quali (come lo addimostra in grande e in piccolo anche l’ esperienza della vita), più dei fatti, anche notorii, ha valore una menzogna ufficiale, purché scritta, firmata e timbrata.

12 MAGGIO. - Per ordine del Comando di Tappa è stato di nuovo pubblicato in chiesa, e ribadito, che tutti vadano a denunziare la quantità e qualità delta biancheria che possiedono, se nuova, quasi nuova o logora. Quella buona sarà poi “requisita,,: gli stracci, hanno già avvisato, non li vogliono. Lascieranno tre capi a testa, ma se roba buona o stracci, non si sa: questo si vedrà in appresso.
Bisogna pur convenire che sono ladri di buon gusto e... anche comodasti: vogliono essere per metà (già, tutto a metà) serviti in casa. Ma questo sia detto per ischerzo: non è la comodità che propriamente essi cercano: piuttosto vogliono creare l’ occasione d’ un pretesto, p. e. un’ inesattezza, voluta o non voluta, nella denunzia, per operate uno spoglio a titolo punitivo. Né dicasi malignità questa: giudico da quanto accaduto alla maggioranza delle famiglie requisite ora d’ una cosa or d’ un altra. Se incontravano i requisitori, o rapinatori che vogliansi dire, gente rassegnata a tutto, che spalancava tutto - se offriva poi un bicchier di vino, meglio ancora - si contenevano in una certa misura se poi trovavano gente seccata, che non apriva le proprie stanze e i propri canterani se non davanti alla forza, o peggio se trovavano roba nascosta (delitto nascondere e proteggere la propria roba!) erano guai non piccoli.
Questa forma, cui ho voluto accennare perché in esplicita relazione coll’ argomento, è molto usitata: ma non meno, se forse non più usata è la seguente: Si assalta la casa in pieno giorno (di notte ora che è passato il tempo utile pel saccheggio, è proibito) da un drappello armato: gli inquilini vengono accantonati e custoditi a baionetta in canna: le porte, i cassettoni, gli armadi, etc. aperti con grimaldelli o con chiavi false o scassinati senz’ altro colla puma della baionetta: si porta via ciò che aggrada, e arrivederci un’ altra volta.
Però da questi e consimili atti inurbani il mellifluo goriziano - “venuto qui per il bene della popolazione civile,, - rifugge con orrore per nostra ventura.

14 MAGGIO. - Faccio eccezione al proposito di trascurare certe notizie sparse ad arte che rinascono a periodi. Questa volta hanno un carattere nuovo, e val la pena di ricordarle. Una parte dei signori di Motta fuggiti oltre il Piave. Sono morti, altri di malattia, altri giustiziati dal Governo, per motivi politici! E si fanno anche i nomi, p. e. Tirindelli, Frattina, Indri, Fonda, ccc. – E’ autenticamente austriaca... - Ma perché si spargono simili notizie? - Non ci capisco nulla. Fare delle ipotesi potrebbe parere malignità.
* Giunge avviso che per ora, cioè sintanto che dura il Comando di questo Corpo d’Armata (Corpo VII..) gli organi di ambedue le chiese non saranno toccati. - Quando venne l’ ordine di asportarli, la gendarmeria non ne ebbe partecipazione, come sarebbe stato d’ uso.

18 MAGGIO. – E’ da una quindicina di giorni che si nota un forte movimento di uomini e di materiale guerresco verso il fronte. - Che preparino un’ offensiva a fondo, o come pare più probabile, un’azione dimostrativa? E’ forse inizio d’ una nostra offensiva incominciata o imminente, dai nostri aviatori le tante volte promessa? oppure d’ un’ imminente offensiva nemica in Tirolo? - Sono incognite per noi, sono questioni alle quali non possiamo rispondere neppure congetturando.

20 MAGGIO. - Il 16 in convento e a casa mia fummo messi sull’ avviso che il giorno dopo si sarebbe andati per le case a portar via tutto il vino che si trovasse presso i “civili,,. Difatti gli sgherri del Comando di Tappa, bene armati, cominciarono subito la perlustrazione. La sera del 19 sul tardi, si presentarono anche in casa di mio padre. Pentecoste! credevano di sorprendere la famiglia a bere del buon vino! trovarono invece che si beveva acqua, e le botti nel cortile col fondo in su. Amara è stata la delusione, né seppero dissimulare un senso di acre dispetto.
Poverini! la loro birra non la vogliono: non è buona e costa molto. Preferiscono (specialmente il mellifluo goriziano, ubriaco da mane a sera e da sera a mattina) il vino genuino, generoso e rubato. Si, rubato, o meglio rapinato, perchè ormai non si tratta più neppur d’ usurpare la casta voce “requisire,, (sia pure senza rilasciare carta di sorta - cosa sempre stata poco in uso e che solo dipende dall’onestà dell’ufficiale, quando c’è) od un altro titolo colorato consimile : Si tratta solo di trovare, prendere colla forza e portar via.
E’ una continua asportazione di refurtive verso l’ Austria: Autocarri stracarichi di mobilia di ogni genere che i giornali chiamano “bottino di guerra,,.
* Si nota che i magazzini e i depositi militari di Motta sono stati vuotati e chiusi, andando la roba, altra al fronte ed altra indietro nelle retrovie.
* Quest’oggi (20) ventiquattro gioghi di buoi, col rispettivo carro e col contadino conducente, accompagnati da soldati armati, sono partiti forzati per ignota destinazione verso le retrovie. — Torneranno ?... Buoi e carri, certamente no: - ma almeno gli uomini ?... Certo non sono requisiti per servizi civili. Non dobbiamo dimenticare che siamo in condizione di schiavitù.
* La determinazione di portar via tutti i bovini lasciandone un solo capo per stalla, é già stata posta in esecuzione qua e là. La mia famiglia e qualche altra qui vicino ha potuto sin’ ora salvarsi col titolo di fornire il latte all’ ospedale.
Anche i polli e i maiali (sono tanto pochi ormai) si sono dovuti denunziare al Comando di tappa.
La rapina della biancheria, che si compie dagli sgherri di detto “Commando,,, è cominciata. In alcune famiglie è uno spoglio spietato. Già della refurtiva se ne fa mercato, quantunque segreto.
- Non è così, da qualcuno è stato detto al nostro goriziano, che si conteneva il suo predecessore, l’ “Ergo bibamus,,.
- Egli é austriaco, ed io sono tedesco: - questa è stata la risposta.

23—24 MAGGIO. — Terzo anniversario, e purtroppo non sarà l’ ultimo, di questa guerra distruggitrice. I nostri l’ hanno voluto commemorare nelle due ultime notti con voli di aeroplani (se anche con lancio di bombe, nol so) nei dintorni; questi, la notte scorsa, coll’artiglieria di grosso calibro al fronte. I nostri fanno cose eleganti, questi cose sode. Pure una cosa buona hanno cominciato a fare anche i nostri, cioè di smetterla col lancio di cartellini minacciosi o lusinghieri a seconda dei destinatari.
* In quest’ occasione il Comando d’ Armata ha pubblicato un manifesto al popolo italiano dei paesi invasi. L’ipocrisia e la menzogna sono la immancabile caratteristica degli atti ufficiali. Anche l’asportazione sacrilega e vandalica delle campane è giustificata dalla... fame! cui l’ Intesa ha ridotto l’Austria.
L’ i. e r. esercito a. u., dice il manifesto, rispetta la “vostra religione, che è anche la sua.,, - Che rispetti la religione, sin’ora è vero: ma che la nostra sia anche la sua, non pare. Noi tra l’altro, crediamo e pratichiamo il Decalogo: ma l’ esercito invasore calpesta cinicamente ogni legge umana e divina, compreso il Decalogo.
“Noi rispettiamo, continua il manifesto, i vostri beni, i “vostri interessi. Se qualche soldato manca, ricorrete con fiducia al Comando.,, — Grazie del complimento! Non staremo a ripetere fatti già noti - e che del resto sono sempre nuovi, perché non passa giorno, si può dire, che non si rinnovino in grande o in piccolo - rifletteremo solo che sono proprio i “Commandi,, grandi e piccoli i più temibili. P. e., tanto per citarne uno, “l’ Etap- Commando,, col suo colonnello goriziano che per ironia porta un nome italiano - il Sign. Catinelli.
Un giornale italo-austriaco, la Gazzetta di Trieste, nel suo N. del 22 corrente, riferisce un brano d’ un ordine del giorno con cui il Comando supremo italiano denunzia all’esercito i barbari trattamenti cui sono sottoposte le popolazioni dei paesi invasi. Fa poi seguire un atto del Comando di Udine (già pubblicato nel velenoso giornaletto “ La Gazzetta del Veneto, ,,) con cui pretende di farne la confutazione. Val la pena fermarvicisi un po’ sia pure sciupando carta, ora tanto preziosa - non per entrare in discussione con gente di manifesta malafede, ma per curiosità.
Il Comando gazzettiere di Udine adunque, nega tutto sotto facile sistema di polemica: - - poi soggiunge che questa popolazione “non sottostà a nessun altra restrizione fuorché a quelle che tutti i belligeranti stimano indispensabili nella zona di guerra ristretta e in quella allargata.,, - Restrizioni!... ma non si tratta di restrizioni, bensì di quel cumulo di crimini, cui le truppe con a capo i loro “Commandi,, grandi e piccoli - fatte troppo rare eccezioni personali - si sono abbandonate senza alcun freno. Nessun belligerante civile stima indispensabile un tale contegno. Ma questo è un discorso che gli austro-tedeschi non capiscono, ascoltano con sorriso sardonico di compatimento, e che hanno in conto di letteratura e di rancidume latino: cose colle quali non si fa la guerra.
I maltrattamenti cui sono sottoposte queste popolazioni il Comando italiano li attribuisce alla rapacità delle truppe e al mal’ animo dei Comandi. Cosa vera, ma in forma attenuata, anzi inesatta. Non si tratta di mal’animo, che inferisce sempre personalità, bensì d’un sistema di maltrattamenti, inaspriti dall’ odio, fatte rare eccezioni personali torno a dire, le quali per essere eccezioni, giusta il noto adagio confermano la regola. Pure il Comando di Udine trova di poter dire come l’ Autorità militare “tra immense difficoltà ha potuto regolare l’ approvvigionamento secondo il principio che la popolazione italiana non ha da essere trattata meglio, ma neanche peggio di quella del nostro paese.,,
C’è da strofinarsi gli occhi per cerziorarsi di non aver le traveggole. Per quanto di buona volontà ci si metta, non si arriva a spiegarsi come si possa giungere a mentire tanto sfacciatamente davanti alle proprie vittime. Tutto l’ impegno, tutta l’ opera spiegata sin dal primo giorno dell’ invasione non é stata di... approvvigionare ma di spogliare spietatamente, sino a ridurre alla miseria questi paesi, che alla loro venuta gli invasori chiamavano “il paradiso dell’abbondanza.,, Ci sarebbe poi da fare una lunga serie di quesiti al comico Comando di Udine per chiedergli se proprio “questa popolazione non sia stata trattata peggio di quella del suo paese.,, Ma li faccia da sé chi legge, e passiamo oltre che c’è dell’altro.
In prova di si triste menzogna se n’ adduce un’ altra: “Il territorio occupato non è una regione di grande abbondanza anche in tempo di pace le sue parti montane debbono ricorrere per una buona metà dell’anno ad importazioni da altri luoghi.,,
Vorrei che solo a mo’ d’ esempio mi s’ indicasse un brano dell’ Austria che per fertilità e abbondanza regga il paragone col complesso del territorio occupato. Certo, i prodotti dei monti non sono quelli del piano, e viceversa: e però la necessità degli scambi. In Germania e in Austria le nostre laboriose popolazioni montane recavano, sì, in certe epoche dell’ anno la loro mano d’ opera tanto ricercata: per viveri però non si rivolgevano all’ Austria, ma é proprio qui al piano dove esse facevano i loro scambi: e dopo d’ essersi provviste di quanto abbisognavano, ne restava tanto da farne delle esportazioni: e l’ Austria lo sa. - Ha dimenticato tanto presto i dieci mesi della nostra neutralità benevola ?... Posso parlar da testimonio oculare.

25 MAGGIO. – E’ da qualche tempo che si assiste al desolante spettacolo di gran quantità di materiale che si va accumulando qua e là per consolidare strade vecchie e nuove, materiale che si ricava dalla demolizione di case e di muri in città. II lavoro poi deve compiersi dai ” civili. Ma poiché questi preferiscono attendere ai lavori urgenti della campagna, si fa loro intendere la minaccia che tutti i maschi dagli anni quindici ai cinquanta saranno reclutati per forza.
Proprio oggi è stata fatta udire questa minaccia, quasi in conferma del proclama di ieri, nel quale si dice che “mentisce vilmente,, chi asserisce che a queste popolazioni sono stati usati dei maltrattamenti, che anzi il Comando supremo militare le ha fatte aiutare nei loro lavori agricoli. - Oh! sì... con tutte quelle braccia dei pochi validi rimasti, che sono state sin da principio rubate, e sempre con minaccie, alle famiglie, per impiegarle in lavori d’indole militare.
Non farebbe meglio il premuroso Comando a impiegarvi invece tanti de’ suoi soldati oziosi e degenerati, piuttosto che licenziarli alla predoneria nelle campagne?
E’vero, si, che ha fatto lavorare dai soldati degli appezzamenti di terra: ma queste sono usurpazioni che ha perpetrate per suo esclusivo vantaggio, senza neppur informarsi sempre a chi appartenessero quelle terre. E’ vero ancora che l’autorità militare si è offerta di prestare i suoi cavalli per l’aratura (sono proprio terre che si arano coi cavalli queste !), ma l’offerta è stata sempre orgogliosamente e con onore rifiutata da queste nobili popolazioni, non per assicurarsi di raccogliere il frutto dei propri sudori, ma per non porgere all’ invasore un titolo colorato di usurparseli: ciò che del resto fa e farà egualmente. Che se sono rimaste sino al presente e forse resteranno, delle terre incolte (non parliamo dei paesi evacuati, soverchio dirlo,) si deve alla distruzione quasi totale delle stalle, compiuta per merito delle Autorità militari stesse.
- “Si lavora, Padre, si suda, mi sento ripetere, ma “per i predoni, che ci porteranno via tutto.,, Questa è la persuasione nella quale ogni giorno più vanno tutti confermandosi. Si avvera ancora una volta l’ euntes ibant et flebant mittentes semina sua ma quel che segue non si avvererà quest’ anno. Eppure quanta calma, quanta rassegnazione!... Quanta fortezza morale, quanta grandezza d’animo!... Tanta che suis votis philosophia aequare non potuit.

26 MAGGIO. - Dalle sette circa della sera alle dieci e mezzo, un bombardamento ognor crescente al basso Piave in direzione di S. Donà. Vi fu un momento che giunse a tale intensità e violenza, da provocare un senso di orrore: eppure siamo già tanto abituati al cannone. - Che sia un saggio della grande offensiva e dal “gran colpo,, che l’ Austria dice di accingersi a menare all’ Italia, per cui questa “ne resterà sbigottita,,? Quando alla stampa italo-austriaca si permette di parlare cosi, vuol dire che qualche cosa di serio si allestisce, e che la preparazione volge al termine.
* Questa sera ho avuto occasione di vedere presso una persona di un alto Comando un foglietto a stampa in italiano, che gli aviatori austriaci hanno gettato oltre il fronte, e che gli aviatori italiani hanno restituito. L’ Austria avverte l’ Italia di sapere che nel suo esercito combattente sono stati inquadrati molti disertori slavi e ungheresi. L’ ammonisce che questa è una violazione del diritto internazionale, e che se verranno fatti prigionieri, saranno senz’altro impiccati al fronte.
Mesi fa appresi da fonte autentica che alla Piave le truppe non volevano più combattere, e che molti, anche degli ungheresi (che del resto sono stimati i più fedeli, e che certo sono i più feroci) disertavano. La notizia la presi con beneficio d’ inventario colla mia solita dose d’ incredulità (come tante altre notizie che non posso controllare e che reputo esagerate), ed anche dirò, con una qualche diffidenza: ma è dunque vero che delle diserzioni, e molte, ve ne sono. Che poi questi disertori l’ Italia abbia tanta ingenuità d’inquadrarli nell’ esercito combattente, e proprio al fronte, pare poco credibile. Forse l’Austria studiatamente li scambia con quei boemi che provennero dalla Russia e dalle colonie dell’ America.
E’ in fine ameno non poco che l’ Austria, la quale non rispetta nessun diritto, faccia appello con tanta disinvoltura al diritto internazionale.

27 MAGGIO. - Colla data di oggi il Municipio per ordine del Comando di tappa pubblica che tre capi operai, i quali siano già stati in Austria o in Germania, si debbano presentare al detto Comando a ricevere istruzione per il reclutamento di operai e operaie da inviarsi nei suddetti paesi. Per ogni operaio od operaia reclutati, avranno il premio di corone tre. - Non pare una tratta?
Già tempo addietro ho avuto occasione di occuparmi dell’ argomento. Quell’ appello adunque è stato infruttuoso. Per ora questo reclutamento vuol parere volontario - almeno sino ad un certo punto, poiché qualche malizioso non sarebbe tanto disposto a giurare che “I tre,, non ricevano istruzioni di ricorrere oltre che alle lusinghe, all’ inganno e alle minaccie. Intanto si può chiedersi: Se non sarà redditizio, non si ricorrerà alla deportazione come nel Belgio? - Tanta insistenza mi è sospetta. Già degli esempi ne abbiamo avuti di povera gente angariata a partire con carro e buoi, ed inviata in servizio dell’ esercito. Tutto si può attendersi. Quante trepidazioni, che martirio morale !...

29 MAGGIO. – E’ un ininterrotto affluire e rifluire di nuove truppe che vanno alla Piave. Passa anche dell’ artiglieria pesante: mortai e lanciamine. Si prepara, pare, un’ offensiva sul serio e simultanea su tutto il fronte. A sentire questi signori sarà tanto efficace che tengonsi sicuri d’andare avanti e molto, e molto facilmente.
Questo passaggio continuo di truppe è un flagello sempre nuovo. Non più una vacca per stalla, ma una ogni venticinque persone. I pochi polli rimasti e che davano qualche uovo per il vitto di tante famiglie, sono rubati dai soldati, o senz’altro portati via per ordine del rispettivi Comandi. Molte famiglie furono persino rapinate di quel pugno di farina che è la loro esigua razione di gr. cento, (non più centocinquanta) come a S. Tonin, a Sala, a S. Giovanni. Quelli che maggiormente si distinguono in queste brigantesche imprese sono, come sempre, gli ungheresi.
Le località più disgraziate sono S. Giovanni e Meduna, dove oltre alla quasi totale asportazione del bestiame, s’ intraprendono sempre nuove requisizioni di biancheria e di rame. Dico requisizioni, perchè cosi le chiamano: ma sono rapine, e ciò sia detto una volta per sempre.
Poco troveranno: ma di paese in paese, la maggioranza almeno finirà col farsi un discreto bottino, che forse lascierà nelle trincee della Piave.
* Una minuzia, ma che per la sua caratteristica ingenuità da una parte e crudele cinismo dall’ altra, mi pare degna di nota. Alcuni di S. Giovanni, che non sanno più come campare la vita, perchè spogliati di tutto: non carne ( che si concede soltanto in ragione di gr. duecento la settimana), non latte, non uova, non grassi di sorta, si recarono dal Comando di tappa pregando che almeno l’esigua razione di farina (di grano turco) fosse accresciuta, facendo notare che cento grammi non sono sufficienti per vivere. – “Mangiate erba,, fu loro risposto: e questo è quanto hanno ottenuto.
* Ieri abbiamo assistito al triste spettacolo di povera gente col loro giumento attaccato al piccolo veicolo (i cavalli presso i borghesi sono ormai tanto rari,) strappata colla violenza alla famiglia nelle retrovie, Cordovado, Sesto, ecc., e mandata dietro all’esercito operante in servizio del medesimo: sin dove, sino a quando, a che fine, - e chi lo sa? – E poi non si arrossisce d’invocare il Diritto delle Genti quando paia tornar comodo!

30 MAGGIO. – Stamane con intervento del comando di tappa e di soldati, ha avuto luogo la tradizionale processione del Corpus Domini, tanto cara a tutti: ma né solennità, né brio, né gaiezza, né concorso.

 


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