MONTE GRAPPA
Sacrario Militare di Cima Grappa Maresciallo d’Italia: Gaetano Giardino
“Così si arrestò, a breve distanza dal proprio obiettivo, l’affensiva ricca di speranze e il Grappa divenne il Monte Sacro degli Italiani i quali, a buon diritto, possono andar fieri di averlo vittoriosamente difeso contro gli sforzi delle migliori truppe austroungariche e dei loro camerati tedeschi”.
( Generale Krafft von Dellmensingen, capo di stato maggiore della 14° Armata austrogermanica)
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In agguato in questi budelli di macerie ore e ore ho strascicato la mia carcassa usata dal fango come una suola o come un seme di spinalba
Ungaretti uomo di pena ti basta un’illusione per farti coraggio
Un riflettore di là mette un mare nella nebbia
Valloncello dell’albero isolato il 16 Agosto 1916
Pellegrinaggio di Giuseppe Ungaretti
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“ Testamento di Guerra” dell’Armata del Grappa
“ L’Armata del Grappa non morrà” E’ stata un formidabile testamento di guerra; più ancora, è stata, ed è, e sarà un fascio meraviglioso di anime, la sua gloria ha le radici nel vivo cuore del popolo italiano, che del Grappa, e dei soldati del Grappa, ha fatto il simbolo della patria fede e della patria fortuna. Non morrà! Voi, dunque, non la dimenticate mai la vostra Armata! Riconoscetevi sempre fra di voi, come fratelli, nel nome del nostro Monte, in seno al quale riposano i nostri morti; portate sempre in voi, e diffondete attorno a voi, quando tornerete nel nostro grande popolo e ne sarete parte così grande, rispettata ed ascoltata, il sentimento e la religione di quella vostra disciplina di fede e di amore, che vi ha fatti eroi; vivete ed operate sempre come se foste, ancora e sempre, i soldati del Grappa!
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Il Comando Supremo, non volendo rimandare l’inizio della battaglia, modificò il piano predisposto e il 18 ottobre ordinò che la IV Armata (Giardino) attaccasse il Grappa con 9 divisioni, in attesa che le altre armate potessero gettare i ponti sul Piave.
Il generale Giardino dovette così improvvisare in pochissimi giorni una offensiva contro una difesa fortissima, presidiata da truppe superiori in numero a quelle con le quali, da parte italiana, il Grappa era stato difeso nel mese di giugno.
Il 21 ottobre il compito della IV Armata fu precisato: separare la massa austriaca del Trentino da quella del Piave, raggiungendo il solco Primolano – Arten – Feltre.
In tre giorni fu compiuto un enorme sforzo: 70 batterie di rinforzo furono messe in posizione sul Grappa e le divisioni di rinforzo furono avvicinate.
Si ottenne di realizzare una certa superiorità di numero di cannoni, ma rimasero pressoché pari le forze delle fanterie contrapposte, mancando lo spazio per impegnarne di più. Ne risultava un danno per la IV Armata, poiché l’esperienza ammoniva che l’attaccante doveva avere una superiorità di almeno il doppio. Il compito dell’armata era perciò gravissimo e difficile.
Dopo un intenso fuoco di preparazione delle artiglierie, iniziato alle 3 della notte del 23 al 24 ottobre, alle 7,15 le fanterie mossero l’attacco delle fortissime posizioni dell’Asolone, del Pertica, del Valderoa, dello Spinoncia. Ebbe così inizio una lotta cruenta, durissima, di assalti e contrassalti, una lotta che richiese abnegazione senza limiti alle truppe lanciate all’attacco contro posizioni che già avevano rivelato nelle lotte del novembre – dicembre 1917 e del giugno 1918 la loro inespugnabilità.
Il 25 e il 26 ottobre la lotta sul Grappa divenne sempre più aspra e dura; le alture passavano di mano in mano, contese da fanterie italiane e austriache che dimostravano pari valore e straordinaria tenacia.
Il sacrificio dell’Armata del Grappa stava però già dando i primi frutti: Il Commando Supremo Austro-Ungarico dovette fare affluire sul monte le divisioni che aveva in riserva e che non sarebbero più state disponibili per contrattaccare sul Piave.
Il 28 ottobre la lotta sul Grappa era sempre durissima e causava gravi perdite senza risultati.
Il 30 perseverò nella lotta per impegnare contro di sé le forze nemiche che erano ancora tanto combattive da sferrare violenti contrattacchi.
Poi venne il crollo. Nella notte dal 30 al 31 ottobre le divisione austro-ungariche che avevano difeso eroicamente il Grappa, minacciate di accerchiamento, cominciarono a indietreggiare, inseguite immediatamente da alpini, fanti e bersaglieri, ai quali si unì un gruppo di squadroni di cavalleria che, oltrepassato il monte, puntò su Belluno, caricando truppe nemiche in ritirata.
Alle ore 15 del 4 novembre, con l’armistizio, ebbe termine la battaglia vittoriosa. |