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------------- Aggiornamento -------------

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Maggiori informazioni e aggiornamenti qui.

 
     
 

III  RAGGRUPPAMENTO

(Già Raggruppamento Alpini del "Nucleo Ferrari" 
poi della 56a divisione)

ANNO 1916.

     Il 1° dicembre, nel territorio della 4a armata, col 4° gruppo alpini (battaglioni Cividale, Val Natisone, Val Tagliamento, M. Arvenis, M. Matajur) ed i battaglioni Feltre, Val Cismon, M. Rosa, si costituisce un raggruppamento alpini, alla dipendenza del "Nucleo Ferrari".
     Il raggruppamento assume la difesa del settore di sinistra affidato al "Nucleo"; ha alla propria dipendenza anche il 13° reggimento bersaglieri ed occupa le trincee di prima linea dal passo Cinque Croci, Col di S. Giovanni, Col degli Uccelli, Col del Latte, Cima di Cupola, Cauriol, Gardinal, Cima Busa Alta, alla forcella di Coldose.
     Il 14 dicembre, i battaglioni Feltre, Val Cismon e M. Rosa sono riuniti in un gruppo, che assume la denominazione di "gruppo Tamagni". Il 15, con le truppe del "Nucleo Ferrari", viene formata la 56a divisione.
     Fino al termine dell'anno, i battaglioni si alternano nelle posizioni di prima linea; pur non partecipando ad azioni, sono continuamente obbligati a lottare contro la neve, che cade abbondante e contro le valanghe, che mietono numerose vittime, producendo danni ai baraccamenti ed ostacolando le comunicazioni.

ANNO 1917.

      L'inizio del nuovo anno trova i battaglioni nello stesso settore. 
     Il 1° gennaio il "gruppo Tamagni" assume la denominazione di 11° gruppo alpini provvisorio.
     Il 17 febbraio, il battaglione Val Camonica, è destinato al predetto gruppo.
     Per tutto l'inverno seguita incessante la lotta contro la neve, le bufere e le valanghe. Le perdite sono numerose ed instancabile è l'operosità dei riparti, per riparare ai danni gravi e continui, alle opere di difesa, ai baraccamenti ed alle vie di accesso.
     Il 10 aprile, il 13° bersaglieri essendo destinato in altra zona, il settore, già ampliato con l'occupazione delle posizioni di Coltorondo, rimane affidato agli alpini.
     Con l'inizio della primavera ricomincia l'attività delle pattuglie. Vari sono anche i colpi di mano; degno di nota è quello operato il 13 luglio contro il piccolo posto austriaco di q. 2238, costone sud - ovest della Cima di Lagorai, per il quale il battaglione Val Camonica merita l'onore della citazione sul bollettino di guerra del Comando Supremo.
     Il 20 luglio, il raggruppamento assume la denominazione di III.
     Per tutta l'estate, i riparti, alternandosi nelle posizioni di prima e seconda linea, continuano a migliorare le opere di difesa e le comunicazioni, mantenendo viva l'attività delle pattuglie.
     Il 25 ottobre il battaglione Val Natisone si porta nella regione della conca Tesino, passando alla dipendenza della 15a divisione.
     In seguito al ripiegamento delle truppe della 4 armata, il 5 novembre, il raggruppamento occupa, in un primo tempo, una linea di difesa da Cima d'Arzon, Cima di Valsorda, stretta di Pralongo, Cima di Mezzogiorno, avendo un battaglione distaccato a Cima d'Asta.
     Nello stesso giorno, i battaglioni Feltre e M. Matajur si trasferiscono sul massiccio del Grappa per imbastire, in quella zona, una linea di resistenza ad oltranza.
     Le operazioni procedono con la massima regolarità e senza alcuna pressione del nemico.
     Il giorno 6, il comando del raggruppamento è a le Moline; il 4° gruppo con i battaglioni Val Cismon, Val Tagliamento e Cividale, sei compagnie mitragliatrici ed un gruppo da montagna costituiscono un nucleo di copertura, per proteggere il ripiegamento della 56a divisione, prendendo posizione sulla linea forcella Magna, Colle degli Uccelli, Totogna; l'11° gruppo, con i battaglioni Val Camonica, M. Rosa e M. Arvenis, forma un nucleo di riserva.
     Intanto si hanno i primi contatti con le pattuglie che il nemico ha lanciate in avanti per rendersi conto della situazione.
     Il giorno 8, l'11° gruppo è a Fonzaso, il 9 vi giunge il comando di raggruppamento ed a sera, anche il 4°, dopo di aver assolto il suo compito di copertura ed aver lasciato alcuni riparti sulla linea Ponte della Serra - Croce d'Aune.
     Il 10, il comandante del raggruppamento con il "M. Rosa", il "Cividale", due compagnie del "M. Arvenis", una del "Val Tagliamento", il "gruppo alpini Sirolli" (battaglione M. Pavione e Val Brenta) ed altri riparti di fanteria forma un "distaccamento di copertura", per proteggere il ripiegamento del XVIII corpo d'armata sul rovescio del Grappa e per permettere l'occupazione del M. Roncon e del M. Tomatico.
     Protetti da dette truppe, il giorno 11 al comando del 4° gruppo con il "Val Cismon", la 252a compagnia del "Val Camonica", quattro compagnie mitragliatrivi ed una batteria da montagna è commesso il compito di occupare la linea: M. Tomatico, M. Santo, Cima Sassuma, M. Peurna, mentre l'11°, con le altre due compagnie del "Val Camonica", è in linea a M. d'Avien, M. Fontana Secca, M. Tusno. Il "Feltre" è a Cason delle Mure a disposizione della divisione.
     Lo stesso giorno il "Val Tagliamento" passa alla dipendenza della 15a divisione.
     Intanto la pressione nemica si fa sempre maggiormente sentire e le truppe del "distaccamento" combattono brillantemente a Ponte della Serra, Faller (battaglione Cividale) a Cima di Campo, Cima di Lan (battaglioni M. Rosa, M. Pavione e Val Brenta) ad Arsiè (battaglione Cividale).
     Compiuto il ripiegamento del corpo d'armata, il "distaccamento" si porta dietro le posizioni del massiccio del Grappa, già precedentemente occupate.
     Il 14 il "M. Rosa" passa alla dipendenza della 15a divisione, il "Cividale" a quella del corpo d'armata.
     Il 15 l'11° gruppo, dopo aver validamente resistito ai violenti assalti nemici, ripiega per val Sassuma, val della Storta, M. d'Avien e Stalla val Dometta nelle nostre linee di M. Fontana Secca. Nello stesso giorno il "distaccamento" è sciolto ed il "Val Varaita" viene assegnato al raggruppamento.
     In seguito ai movimenti avvenuti nei riparti e alla nuova dislocazioe assunta da alcuni di essi, i gruppi risultano così formati: il 4°, con i battaglioni Val Maira e M. Arvenis e l'11°, col "Feltre", col "Val Camonica" e col "Val Cismon".
     La zona affidata al raggruppamento, il 19 novembre, è suddivisa in tre settori:
     Quello di sinistra: Croce dei Lebi, M. Casonet, Col dell'Orso, M. Solarolo (q. 1671 e q. 1672) affidata ad un "gruppo misto", composto dal "Val Cismon" del 13° reggimento bersaglieri e da un battaglione del 149° fanteria.
     Quello centrale: M. Solarolo (q. 1601), M. Fontana Secca, testata val Calcino, affidato all'11° gruppo.
     Quello di destra: dalla testata val Calcino al M. Spinoncia, affidato al 4° gruppo.
     Il 20, il "gruppo Sirolli" con i battaglioni Cividale e M. Pavione, viene assegnato quale riserva.
     La  pressione del nemico di fa sentire sempre più forte, tutta la linea è attaccata e nonostante la strenua resistenza ed i violenti ritorni offensivi, i riparti dell'11° gruppo sono costretti a ripiegare sulla linea M. Solarol, M. Valderoa, M. Fontanel, M. del Tas.
     Un contrattacco sferrato a tarda sera del 21, allo scopo di riprendere M. Fontana Secca, riesce a portare gli alpinio del VII riparto d'assalto ("gruppo Sirolli") sulla cima del monte, ma, a causa della violenta reazione avversaria, essi sono costretti a ripiegare ed a fortificarsi sull'antistante posizione di M. d'Avien. Il giorno 25, mentre i riparti si preparano ad un'azione offensiva dell'intera divisione, tendente a ritogliere al nemico le posizioni conquistate, dopo violento bombardamento, gli Austriaci attaccano la lineaa M. Casonet, Col dell'Orso, M. Solarolo.
     La lotta si accende furiosa e qualche tratto di linea è perduto per la forte pressione nemica, quando, un violento contrattacco, operato da riparti del "gruppo misto" e del "gruppo Sirolli", al quale si è unito il "Val Cenischia", ristabilisce la situazione, ricacciando il nemico. Il combattimento si svolge accanito in tutta la zona, ma le truppe resistono brillantemente, cedendo solamente i posti avanzati di M. d'Avien e di M. del Tas.
     Il valore e la tenacia delle truppe della divisione, che hanno, malgrado le forti perdite subite (55 ufficiali e 1200 uomini di truppa), validamente resistito alla violenza dell'avversario, meritano l'onore della citazione sul bollettino di guerra del Comando Supremo.
     La linea, intnto, viene rinforzata da riparti delle brigate Ravenna e Taranto, dal 13° bersaglieri e dal III/149°, che passano alla dipendenza tattica del raggruppamento.
     Continuano incessanti, il fuoco delle opposte artiglierie e l'azione delle pattuglie. I riparti sono impiegati per migliorare, con opportuni lavori, la sistemazione delle linee di difesa.
     Il 10 dicembre, si scioglie il "gruppo misto" ed al raggruppamento rimane affidata la sorveglianza della linea occupata dagli altri dipendenti gruppi alpini.
     Dall'11 al 15 dicembre, l'intera divisione combatte, incessantemente, sotto violenti e continui bombardamenti, per sostenere l'urto del nemico che si accanisce, lanciando nella battaglia nuove truppe, con la speranza di potere, infranta la resistenza sul massiccio del Grappa, dilagare nella pianura.
     La lotta è intesa, il terreno conteso palmo a palmo; posizioni perdute sono rincoquistate con contrattacchi decisi e fulminei e violenti corpo a corpo, con la ferma decisione di non lasciare passare il nemico.
     Tra i veterani della guerra, in queste giornate di puro eroismo, le reclute del 1899 portano il contributo della loro giovinezza.
     Perduto M. Spinoncia, sotto la costante pressione nemica e violenti bombardamenti, al comandante del raggruppamento viene affidato anche la linea tenuta dal 37° fanteria, con l'ordine di disporre per un immediato contrattacco allo scopo di riconquistare l'importante posizione. Vengono formate, per tale azione, due colonne: quella di sinistra composta dal "Cividale", da un battaglione della "Gaeta" e da uno del 54° fanteria di rincalzo; quella di destra formata dal 37° fanteria e da un battaglione del 54° di rincalzo.
     Invano il giorno 12, per due volte, gli alpini del "Cividale", unitamente ai riparti di fanteria, tentano di riprendere il terreno perduto. L'azione è sospesa per la forte reazione avversaria, che procura gravi perdite.
     Nella giornata del 13 gli Austriaci concentrano tutti i loro sforzi sulle linee tenute dagli alpini, dopo averle sconvolte con un preciso e violento bombardamento.
     Il "Val Cenischia" attaccato sulla destra e sul fianco da truppe soverchianti, quasi distrutto, è obbliato a cedere le posizioni di M. Fontanel. La nuova linea viene portata sulla cima del M. Valderoa e gli alpini del "Feltre", "dell'Arvenis" e del "Val Camonica" malgrado le forti perdite subite, coll'aiuto di rinforzi, resistono tenacemente ai reiterati attacchi.
     Il "Val Maira" ed il "Pavione" ridotti di numero e stremati di forze per i continui combattimenti fieramente sostenuti, riescono a conservare intatte le posizioni presidiate ed a sera si portano a Cason del Sol, per riordinarsi, mentre il "Val Cismon" è nelle trincee di M. Solarolo. Il giorno 14 il nemico, dopo un intenso tiro delle artiglierie di ogni calibro, riprende l'azione con nuove truppe. Il combattimento si accende violento, M. Valderoa perduto è ripreso con rapido contrattacco; dopo una intera giornata di lotta, la valorosa tenacia degli alpini, riesce a trattenere la violenza dell'urto, conservando intatte le posizioni.
     I riparti, decimati dalla lunga lotta, dopo aver brillantemente assolto al proprio compito, vengono sostituiti in linea e passano in rincalzo il 16. Il 19 si recano a riposo, nei pressi di Paderno d'Asolo, ove il 20 giungono anche i battaglioni Cividale e Val Cismon, che, fino al quel giorno, avevano, insieme a riparti del 45° fanteria, resistito a rinnovati attacchi del nemico sul M. Solarolo.
     Le perdite subite dal raggruppamento, dall'inizio del ripiegamento, ammontano a 232 ufficiali e 7204 uomini di truppa.
     Il contegno ed il valore degli alpini del III raggruppamento, negli ultimi combattimenti, meritano l'onore della citazione sul bollettino di guerra del Comando Supremo e delle ricompense al valore, che verranno in seguito concesse ad alcuni suoi riparti.
     Intanto il "gruppo Sirolli" si scioglie ed il raggruppamento rimane formato dal 4° gruppo (battaglioni Cividale, M. Arvenis, M. Pavione, Val Cenischia) e dall'11° provvisorio (battaglioni Feltre, Val Cismon, Val Maira, Val Camonica).
     Sino alla fine dell'anno i riparti attendono alla propria riorganizzazione, alla diretta dipendenza del XVIII corpo d'armata.

ANNO 1918.

     Il 1° gennaio il raggruppamento si sposta nella zona Vignola, Ledolo, Onè, Roggia, Spineda. Il giorno 8 il 4° gruppo è nuovamente chiamato in linea ed il 12 sostituisce riparti della brigata Como nelle trincee di M. Solarolo (q. 1601) e di M. Valderoa.
     Nei giorni 14 e 15, i battaglioni Cividale e Val Cenischia, insieme a riparti di fanteria, tentano invano di riconquistare M. Valderoa. Giunti sulla cima, nell'impeto dell'attacco, sono costretti, in seguito, a ripiegare sulle posizioni di partenza, a causa della reazione avversaria e delle perdite subite (370 uomini fuori combattimento).
     Il 28 gennaio ed il 14 febbraio i due gruppi si sostituiscono nelle posizioni di prima linea. Nei primi giorni di febbraio l'11° provvisorio prende la denominazione di 11° gruppo. Il 3 marzo il 4°, con i battaglioni M. Arvenis, M. Pavione, Cismon e Feltre, passa alla dipendenza della 1a armata e parte per Bassano, sostituito in trincea dal 3° gruppo (battaglioni M. Tonale, M. Pasubio, Val Tanaro e Cuneo), assegnato al raggruppamento. Nello stesso giorno, il comando di questo viene incaricato della difesa del settore di sinistra (val Calcino) della 56a divisione.
     I riparti dei due gruppi, intanto, si scambiano nelle prime linee, dove continuano l'attività delle pattuglie, i lavori di difesa e lo sgombero della neve.
     Per esigenze tattiche e per gli spostamenti avvenuti nelle truppe del settore, i gruppi risultano così formati:
     3°: battaglioni Cividale, Val Cenischia, Cuneo, M. Pasubio;
     11°: battaglioni M. Tonale, Val Tanaro, Val Maira, Val Camonica.
     Il 13 aprile, il raggruppamento, sostituito da riparti della "Lombardia", si porta a riposo tra Fusere, Crespano, Fornaci, Villa Fietta, Paderno d'Asolo, Piè del Colle, passando alla dipendenza del XXX corpo d'armata.
     Il 3 e 4 maggio i battaglioni Cuneo e Cividale si trasferiscono nella zona di Bassano, il "M. Pasubio" nei pressi di Liedolo ed il "Val Cenischia" nei dintorni di Case del Tempio (Spineda) per essere impiegati in lavori vari e per il traino delle artiglierie; il comando del 3° gruppo si stabilisce a Onè, mentre gli altri riparti attendono ad istruzioni.
     Il 23 maggio i battaglioni dell'11° gruppo sostituiscono quelli del 3° nelle predette località; il 27 il raggruppamento, assegnato alla 7a armata, si trasferisce in Valtellina ed alla data del 1° giugno è dislocato tra Grosotto, Lovero, Sernio, Tovo, Vervio, Grosio.
     In seguito, i riparti del raggruppamento, per esigenze tattiche, passano a disposizione della 5a divisione, ed assumono, durnte il mese di giugno, successive dislocazioni.
     L'11° gruppo, il 6 giugno è tra Ponte di Legno, S. Apollonia, Zoanno, Sozzine, per lavori e traino d'artiglierie; il 7 il "Tonale" passa a far parte del 19° gruppo alpino; il "Val Camonica", alla dipendenza del comando zona Tonale, si porta nelle trincee di prima linea tra il M. Tonale, Cima di Cady; il 9 il "Val Maira" sostituisce il "Pinerolo" nel servizio di avamposti a conca di Montozzo, dislocando una compagnia mitragliatrici a Ponte dei Buoi (val di Pezzo); il "Val Tanaro" si trova in riserva, a Case di Viso, Taiadisso, Baite le Sorti.
     Il comando del gruppo assume, con i battaglioni complementari e la 3a compagnia volontari cadorini, la difesa della linea di Cima delle Graole, M. Tonale, valle del Grifone, Roccolo Beltracchi, Costa di Casamadre.
     Il 13 giugno il battaglione Val Camonica sostiene un brillante combattimento a Cima di Cady, respingendo, in un primo tempo, un attacco nemico e riprendendo poi, con un violento ritorno offensivo, il terreno ceduto in seguito ad un secondo attacco austriaco.
     Il 19 giugno il "Val Tanaro" ritorna in Valtellina, accantonando a Bolladore.
     Il 26 giugno il gruppo, si sposta a Pontagna, Valbione, S. Apollonia, Incudine, Zoanno, Premadio, Frontale, alla dipendenza del III corpo d'armata; viene adibito a lavori e traino d'artiglierie.
     Il 3° gruppo, alla dipendenza della 5a divisione, il 6 giugno ha i battaglioni Val Cenischia e Cividale, in regione Mortirolo, per lavori, mentre il comando forma, col 12° gruppo alpini, riserva divisionale; il 15 il "M. Pasubio" si porta per lavori, a Sondalo.
     Dopo uno spostamento nella zona di Vobarno, dal 17 al 19 giugno, per costituire la riserva del XIV corpo d'armata, il gruppo ritorna in Valtellina, dislocandosi tra Grosio, zona del Mortirolo, Rovaledo, Vervio, Prada, Tovo, Vione e viene adibito a lavori e traino d'artiglierie (III corpo d'armata).
     Il comando del raggruppamento, intanto, con i battaglioni complementari, la compagnia volontari cadorini, il 3° ed il 46° reggimento di marcia, provvede alla difesa della seconda e terza linea della Valtellina.
     Nel mese di luglio i riparti, spostandosi nella zona, sono impegnati per lavori.
     Al 1° di agosto, i battaglioni Val Maira e Val Camonica occupano rispettivamente le trincee di prima linea di forcellina di Montozzo, Punta di Albiolo, passo del Contrabandieri, M. Tonale, Cima di Candy.
     Il 5, il comando di raggruppamento assume quello tattico delle truppe di assalto e di riserva della divisione, per l'azione che dovrà svolgersi, per la conquista della linea "Torrione", M. Tonale orientale, Alpe del Tonale, Alpe di Pajole; in tal contingenza i battaglioni dei due gruppi assumono uno schieramento offensivo.
     L'azione ha inizio il giorno 13 ed il battaglione Val Maira dà, ancora una volta, prova del suo valore, ma, a causa delle avverse condizioni metereologiche l'azione viene sospesa ed il raggruppamento riprende la precedente dislocazione.
     Il 20, i riparti in linea, sostituiti, si portano in val di Pezzo.
     Il 23 agosto per la nuova sistemazione difensiva del settore della 75a divisione, il raggruppamento riceve l'ordine di presidiare la zona dello Stelvio.
     Il 1° settembre il 3° gruppo occupa le trincee di val Forcola, val del Braulio, Ablès, Cristallo; l'11° gruppo è dislocato tra Bolladore, le Prese, S. Antonio Morignone, Premadio, il comando di raggruppamento è a Bagni Nuovi.
     Il 4 settembre il "Val Maira" si sposta al passo di Gavia, alla dipendenza del V raggruppamento alpino. Il 15, il "Cividale" cessa di far parte del 3° gruppo e, portatosi a Edolo, passa a disposizione della 1a armata.
     Il 21, il battaglione Val Tanaro sostituisce il "Val Maira" al passo di Gavia.
     Nella nuova zona i riparti sono impiegati per la sistemazione difensiva, mentre quelli in linea mantengono viva l'attività delle loro pattuglie.
     Il 26 ottobre, l'11° gruppo cessa di far parte del raggruppamento e parte per altra zona. Continua, intanto, l'attività dei riparti in linea; pattuglie e colpi di mano mantengono in continuo allarme il nemico. Degna di nota è l'azione svolta il 1° novembre dal plotone arditi del battaglione Cuneo che allo scopo di accertare le forze e le intenzioni dell'avversario, attacca, di sorpresa, il trincerone del Giogo dello Stelvio, catturandovi alcuni prigionieri.
     Il 3 novembre, i riparti del raggruppamento, attaccano il M. Cristallo, il M. Scorluzzo ed il Giogo dello Stelvio, che conquistano senza difficoltà, avanzando poscia in val Trafoier.
     Il 4 occupano Prad, la stazione di Spondinig, Lichtenberg e Schluderns; in dette località sono fermati nella travolgente avanzata, dalla notizia del concluso armistizio.
 

CITAZIONI SUI BOLLETTINI DI GUERRA DEL COMANDO SUPREMO.

BOLLETTINO DI GUERRA N. 935 (15 dicembre 1917, ore 13).

     "Nella giornata di ieri, la battaglia tra Brenta e Piave è continuata accanita. La lotta delle artiglierie, che nella notte si era ripetuta ad intervalli, all'alba venne ripresa violenta e continuò ininterrotta; nelle prime ore del pomeriggio l'avversario lanciò all'attacco le sue masse di fanteria.
     In regione di Col della Berretta, per quanto una nostra controffensiva locale di alleggerimento, riuscita a raggiungere due volte la cima di M. Pertica, avesse richiamato numerose forze nemiche da quella parte, l'urto avversario si abbattè violentissimo su Col Caprile e sul versante sud del Col della Berretta: venne sostenuto dai nostri e nettamente respinto con contrattacco con gravi perdite per il nemico. L'avversario, che non aveva mai rallentato l'intenso bombardamento dei rovesci delle nostre posizioni, rifatta la preparazione d'artiglieria e rinnovate le forze, verso sera ripeteva l'attacco riuscendo a raggiungere Col Caprile. Le nostre truppe si affermavano su posizione di poco retrostante. La notte arrestava il combattimento.
     Alla testata del saliente di M. Solarolo, l'avversario attaccò in forze alle 12.30 appoggiato da azione secondaria diretta su Col dell'Orso e sostenuto da grande spiegamento di fuoco d'artiglieria avviluppante la nostra linea. Venne respinto con contrattacco che gli inflisse gravi perdite. Riattaccò alle ore 16 con trupe fresche, ma un nuovo nostro contrattacco l'obbligò ad indietreggiare ed a sospendere per la giornata le azioni di fanteria.
     Il contegno delle nostre truppe della 4 armata nella lotta che da quattro giorni si svolge asprissima e cruenta fra Brenta e Piave, è pari alla grandezza dell'ora. Nella resistenza opposta al nemico al saliente del M. Solarolo si distinsero i riparti delle brigate Ravenna (37° - 38°), Umbria (53° - 54°), Campania (135° - 136°) e del III raggruppamento alpini (battaglioni Val Maira - Val Cenischia - M. Pavione - M. Arvenis - Val Cismon - Val Camonica - Feltre - Cividale). Fra essi meritano l'onore di speciale menzione il II battaglione del 38° fanteria, il III battaglione del 53° fanteria, il battaglione alpini M. Pavione, ed il battaglione alpini Val Maira che sul fondo di Val Calcino sbarrando la via al nemico col glorioso sacrificio, ha affermato ancora una volta l'eroico motto "di qui non si passa" insegna e vanto degli alpini nostri".
                                                                                                                        Generale DIAZ.
   

MILITARI DECORATI CON L’ORDINE MILITARE DI SAVOIA.

PIVA ABELE, colonnello - cavaliere - Valsugana - Monte Grappa, novembre 1917; - uffiziale - Alta Valtellina, giugno - ottobre 1918 - Giogo dello Stelvio, Cima Cristallo, Val Trafoi, Val Venosta, 3 - 4 novembre 1918.
COMANDANTI DEL RAGGRUPPAMENTO.

Magg. gen. PITTALUGA Vittorio Emanuele, dal 1° dicembre 1916 al 7 giugno 1917.
Col. brig. TAMAGNI Francesco, dall'8 giugno al 29 ottobre 1917.
Colonnello PIVA Abele, dal 30 ottobre 1917 al termine della guerra.


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