Novembre 1918 |
NOVEMBRE 1918 1-2 NOVEMBRE 1918. Il Tagliamento è raggiunto; il Grappa è liberato, i nostri hanno fatto un bottino straordinario: mille cannoni soltanto sul Grappa! Il nemico è perduto ei prigionieri austriaci non si contano ormai più. I nostri marciano verso i confini. Si parla di Armistizio: un parlamentare austriaco è penetrato nelle nostre linee per trattare. Speriamo bene. Giunge da noi il Vescovo di Treviso e il Vescovo militare Bortolomasi, di ritorno da Vittorio Veneto. 3 NOVEMBRE 1918. Si parla di un bottino di guerra di 3000 cannoni e di 200.000 soldati austriaci prigionieri. La voce di Armistizio è generale: verso sera la cosa è certa. Un entusiasmo indescrivibile invade ognuno: ormai non si parla che di Armistizio! Da qualche paese si sentono squillare le campane. Alle dieci di sera giungono alla chiesa il tipografo Bepi Bissetta Pulin e il Dott. Liberali, che portano l’annuncio dell’Armistizio e dell’entrata delle nostre truppe a Trento e a Trieste. Bisogna suonare! Liberali e Bissetta si attaccano ad una campana; io e un soldato ad un’altra, altri soldati si attaccano alle corde delle altre campane: e si suona a distesa! Mai più è stato suonato così tanto e poi…Il Dott. Liberali che suona le campane: fenomeno di guerra! Di fuori e giù si alzano grida di evviva, fra lanci di bengala e spari. Dal pergolo della farmacia dell’Ospedale il Cap. Merricone parla alla gente che si accalca in piazza: sono le dieci e mezza di sera. 4 NOVEMBRE 1918. Armistizio! Si suonano le campane a distesa e Biadene risponde. In piazza si alzano le prime bandiere. Le cose sono ancora confuse ma sicuramente i nostri sono giunti a Udine e, qualcuno dice, anche a Trento, non si sa ancora per quale via. A Trieste è giunto per mare un piccolo contingente di truppe italiane, mentre la flotta austriaca è passata nelle mani degli Jugoslavi… Le cose sono ancora confuse. Certo è che l’Armistizio è stato firmato! L’anno scorso fuggivano i nostri, quest’anno fuggono gli austriaci: ludit Dominus! Si parla di 300.000 prigionieri austriaci e di un bottino di 5000 cannoni: troppa grazia, S. Antonio! Ad ogni modo gli austriaci sono perduti, come i nostri lo erano stati a Caporetto, e le armi italiane hanno avuto il loro onore! Montebelluna respira e risorge! Ad perpetuam rei memoriam Don Antonio dal Colle |