Maresciallo d'Italia |
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Il Comando Supremo, non volendo rimandare l’inizio della battaglia, modificò il piano predisposto e il 18 ottobre ordinò che la IV Armata (Giardino) attaccasse il Grappa con 9 divisioni, in attesa che le altre armate potessero gettare i ponti sul Piave.
Il generale Giardino dovette così improvvisare in pochissimi giorni una offensiva contro una difesa fortissima, presidiata da truppe superiori in numero a quelle con le quali, da parte italiana, il Grappa era stato difeso nel mese di giugno.
Il 21 ottobre il compito della IV Armata fu precisato: separare la massa austriaca del Trentino da quella del Piave, raggiungendo il solco Primolano – Arten – Feltre.
In tre giorni fu compiuto un enorme sforzo: 70 batterie di rinforzo furono messe in posizione sul Grappa e le divisioni di rinforzo furono avvicinate.
Si ottenne di realizzare una certa superiorità di numero di cannoni, ma rimasero pressoché pari le forze delle fanterie contrapposte, mancando lo spazio per impegnarne di più. Ne risultava un danno per la IV Armata, poiché l’esperienza ammoniva che l’attaccante doveva avere una superiorità di almeno il doppio. Il compito dell’armata era perciò gravissimo e difficile.
Dopo un intenso fuoco di preparazione delle artiglierie, iniziato alle 3 della notte del 23 al 24 ottobre, alle 7,15 le fanterie mossero l’attacco delle fortissime posizioni dell’Asolone, del Pertica, del Valderoa, dello Spinoncia. Ebbe così inizio una lotta cruenta, durissima, di assalti e contrassalti, una lotta che richiese abnegazione senza limiti alle truppe lanciate all’attacco contro posizioni che già avevano rivelato nelle lotte del novembre – dicembre 1917 e del giugno 1918 la loro inespugnabilità.
Il 25 e il 26 ottobre la lotta sul Grappa divenne sempre più aspra e dura; le alture passavano di mano in mano, contese da fanterie italiane e austriache che dimostravano pari valore e straordinaria tenacia.
Il sacrificio dell’Armata del Grappa stava però già dando i primi frutti: Il Commando Supremo Austro-Ungarico dovette fare affluire sul monte le divisioni che aveva in riserva e che non sarebbero più state disponibili per contrattaccare sul Piave.
Il 28 ottobre la lotta sul Grappa era sempre durissima e causava gravi perdite senza risultati.
Il 30 perseverò nella lotta per impegnare contro di sé le forze nemiche che erano ancora tanto combattive da sferrare violenti contrattacchi.
Poi venne il crollo. Nella notte dal 30 al 31 ottobre le divisione austro-ungariche che avevano difeso eroicamente il Grappa, minacciate di accerchiamento, cominciarono a indietreggiare, inseguite immediatamente da alpini, fanti e bersaglieri, ai quali si unì un gruppo di squadroni di cavalleria che, oltrepassato il monte, puntò su Belluno, caricando truppe nemiche in ritirata.
Alle ore 15 del 4 novembre, con l’armistizio, ebbe termine la battaglia vittoriosa. |