Gennaio 1918 |
Gennaio Martedì – 1° del 1918 – ore 18. (da M. Berico – Vicenza)
Ieri sera è stata la volta di Vicenza: aeroplani nemici hanno gettato bombe sulla città, producendo pochi danni, ma uccidendo, pare, sette persone e ferendone altre.
Questa sera certamente ritorneranno.
Così è cominciato il 1918.
Venerdì – 4 gennaio – 1918. (da M. Berico – Vicenza)
Ieri sono stato a Villalta.
Al ritorno, presso il cimitero, mi sono imbattuto nel corteo funebre delle vittime della barbarie tedesca la notte sull’1 a Vicenza (un tenente dei carabinieri, un soldato, una donna, un ragazzo).
Questa notte verso le 3 aeroplani nemici sono tornati su Padova, profittando della notte eccezionalmente limpida e serena. Mi sono alzato: in lontananza vedovasi un incendio. Oggi….ancora tempo bello! sembra di essere in primavera.
Venerdì – 11 gennaio – ore 22. (da M. Berico – Vicenza)
Dopo alcuni giorni di cattivo tempo (pioggia vento e neve) è ritornato il bel tempo.
Nulla di importante da segnalare. La luna non c’è e gli aeroplani ci lasciano in pace.
Mercoledì – 23 gennaio – ore 21. da Cascina Galatea.
( km 15 strada provinciale Treviso-Ponte di Piave).
Sono qui dal mattino del 18 corrente. Ho assunto il Comando del 79° Battaglione Zappatori Genio addetto alla brigata Novara (153° e 154° regg. Fanteria).
Ho già percorso parecchie volte la linea delle trincee ed ammirato da vicino il Piave.
Venerdì – 25 gennaio – ore 17. da Cascina Galatea.
Giornata caratterizzata da nervosismo delle nostre artiglierie e attività degli aeroplani.
Ieri sera una scarica di artiglieria nemica mi ha ferito otto miei soldati, di cui uno grave.
Lunedì – 28 gennaio – ore 9. da C. Galatea
L’altra sera – 26 – grande attività aerea. Lancio di bombe su Treviso e Mestre.
Ieri sera dalle 18 alle 20 ho fatto un giro per gli isolotti Roma e Firenze che si protendono nel Piave dinanzi alla linea delle nostre trincee (frazione M. 5 – la linea è divisa in frazioni) e precisamente dinanzi al tratto compreso fra C. Travisi e C. Broli (v. carta al 25.000).
La luna (assassina e complice sempre degli austriaci nelle loro opere nefande di distruzione dall’alto degli aeroplani) illuminava le trincee di una pallida luce. Sono uscito dalle trincee in compagnia del Ten. Guglielmino e di un plotone di fanteria al comando di un sergente, i quali si recavano all’isolotto Roma per presidiarlo durante la notte. Di giorno all’isolotto Roma non vi sono che poche vedette.
Rientrato poco dopo nelle trincee, ne sono poi riuscito, in compagnia sempre del Guglielmino, per recarmi all’isolotto Firenze, al quale si accede passando per tre passerelle. L’isolotto Firenze è presidiato di giorno e di notte da circa 40 uomini di fanteria, divisi in due ridottini (l’Alessandria e il Bari) forniti di mitragliatrici. Dal Firenze sono poi rientrato nelle trincee, percorrendo altra strada che passa pure su altre tre passerelle.
Dico la verità: ho riportato con me un’ottima impressione del nostro soldato di fanteria, sentinella avanzata alle porte d’Italia (parte provvisoria, s’intende).
Nelle trincee calma completa: di lontano il miagolio di qualche mitragliatrice e il rombo delle artiglierie….forse verso Zenson o Capo Sile. Lungo l’argine di riva destra del Piave soldati del genio e di fanteria lavorano, profittando insieme e dell’oscurità della notte e del chiarore della luna, senza essere visti dal nemico. Ma più di tutto ricordo l’isolotto Roma, l’isolotto dei Morti, così chiamato perché teatro di lotta accanita il 16 nov. 1917, allorquando gli austriaci sfondarono le trincee a Fagarè. Sotto il pallido chiarore della luna, intravidi, fra la sabbia e la ghiaia dell’isolotto, qualche tomba bene aggiustata da mani pietose, ma che la prossima piena del fiume, inconsapevole , schianterà via e….qualche cadavere…. ancora insepolto.
Oltre agli isolotti, la riva sinistra del Piave e….l’Italia che aspetta. Eco le impressioni della fugace visita compiuta.
“Parola d’ordine. Lodi. Lotario.”
Martedì – 29 gennaio – ore 8. da C. Galatea.
Nebbia! Calma sul fronte. Si lavora, si attende e si spera.
Nel pomeriggio di ieri ho compiuto un giro per la frazione M.6 da Cascina Broli fin oltre Bocca di Callalta.
Mercoledì – 30 gennaio – ore 15. da C. Galatea.
Giornata piuttosto calda. Non sembra mai di essere in inverno.
L’altro giorno sull’altipiano di Asiago una riuscita nostra azione ci ha fruttato 1500 prigionieri, fra i quali 62 ufficiali: 12 aeroplani nemici sono stati abbattuti.
Giovedì – 31 gennaio – ore 17. da C. Galatea.
Il bottino è aumentato: 2500 uomini di truppa prigionieri, 100 ufficiali, 6 cannoni, 100 mitragliatrici: 17 aeroplani abbattuti.
Quest’oggi per due volte sono stato lungo l’argine del Piave, ho anche visitato la prima linea della frazione M.4. Nebbia nella mattinata e nelle prime ore del pomeriggio: verso le 15 la nebbia si è diradata e gli austriaci hanno incominciato a tirare sull’argine. |