I BRIGATA BERSAGLIERI
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(6° e 12° Reggimento)
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A metà febbraio è costituita la I brigata bersaglieri coi reggimenti 6° e 12° i quali, come è detto nei rispettivi riassunti storici, operano entrambi in detta epoca nella conca di Plezzo, fra il M. Cukla, il Rombon e il Javorcek, ove permangono per tutto il mese di febbraio per trasferirsi in Carnia alla prima decade di marzo, dislocandosi il 6° reggimento nel settore Fella (VI e XIII) ed in quello But - Degano (XIX); il 12° tutto nel settore di But - Degano.
I reggimenti dipendono, rispettivamente, dalla 26a e 36a divisione e non dal proprio comando di brigata, dislocato a Paluzza e incaricato di studi e ricognizioni fino al 24 aprile, allorchè assume il comando del sottosettore occidentale But - Degano, nel quale operano dei riparti nella maggior parte non dipendenti organicamente dalla brigata.
Il 12 maggio cede detto sottosettore al comandante della "Caltanissetta" e riprende le sue ricognizioni.
Fino al settembre i reggimenti, nelle anzidette rispettive dislocazioni, concorrono alla difesa di quelle posizioni, tenendo a bada il nemico ed operando qualche ardito colpo di mano nelle sue linee. Eseguono inoltre molti lavori di rafforzamento.
Il 6° agisce nelle zone di valle Aupa e di Pontebba; il 12° impiega il XXI battaglione successivamente in val Degano, val But, val Fella, val Dogna e val Raccolana, ed i battaglioni XXIII e XXXVI a M. Pizzul, M. Zermula, M. Salinchiet, sella Nevea e valle Aupa.
Dal 7 al 17 agosto il 12° reggimento si trasferisce, sempre alla dipendenza della 36a divisione, nella zona fra M. Canin, sella Robon, Seebak, regione Ladusset.
Nei giorni dal 6 all'8 settembre, i due reggimenti, sostituiti dalla brigata Benevento, si raccolgono fra Chiusaforte, Dogna e Moggio Udinese, ove si riunisce, per la prima volta, la I brigata bersaglieri. Essa è trasferita il 9 per ferrovia, fra Palmanova e Villa Viola (XI corpo d'armata). Il 16 settembre è inviata a Bosco Cappuccio ed il 4 ottobre si sposta nel Vallone, dislocato il 6° a Devetaki ed il 12° a Vizintini; il 6 ritorna a Bosco Cappuccio. Le è assegnato il 238° riparto mitraglieri. Il 10 nuovi eventi la richiamano nel Vallone assegnandola alla 45a divisione, meno due battaglioni VI/6° e XXI/12° che sono messi a disposizione della 21a divisione quale riserva.
L'indomani la brigata è ammassata a nord del bivio di q. 87 a ridosso della dorsale del Nad Logem - q. 198.
Il compito della 45a divisione è la conquista del Veliki Hriback che non può essere assolto la sera del giorno 11 a causa della reazione avversaria e del terreno difficile che ostacola l'avanzata.
Nella notte sul 12 la brigata si ammassa sulle pendici ovest di q. 265 per attestarsi fra detta quota e quella 263, sulle posizioni occupate da un battaglione del 78° fanteria. Il nemico col suo tiro rende difficile e penoso l'attacco che deve essere sospeso. Prima dell'imbrunire è ripreso con nuova veemenza, ma il risultato non è paro allo sforzo, poichè il tiro di artiglieria è violentissimo ed il nemico, protetto dalle sue fortificazioni, è tenace nella difesa. L'azione deve essere ancora sospesa. I battaglioni XIII e XXIII scendono la notte del 12 nel Vallone, mentre il XIX ed il XXXVI restano in rincalzo del 78° fanteria.
I battaglioni VI e XXI, alla rispettiva dipendenza delle brigate Pisa e Regina, operano nel settore del Pecinka.
Le perdite della brigata ammontano a 42 ufficiali e 1029 gregari.
Il 13 scendono nel Vallone anche i battaglioni XIX e XXXVI ed il comando di brigata sostituisce quello della "Pisa" nella difesa del tratto di fronte presidiato dai battaglioni VI e XXI.
Il 15 ottobre, il 12° bersaglieri, sostituisce il VI/6° col suo XXXVI; il 6° reggimento si raccoglie tutto nel Vallone per riordinarsi. Nella nuova sistemazione del settore divisionale, viene affidato, il 17, alla I brigata bersaglieri il sottosettore Pecinka. Nella notte sul 23 i due reggimenti si sostituiscono nelle rispettive posizioni e così pure il 29.
Il 1° novembre ha inizio l'azione per la conquista del M. Pecinka. Il 6° reggimento si porta in linea a destra del 12°. Alla brigata è assegnato il seguente compito: puntare prima su q. 291, dirigendo ivi la sua destra e poggiando la sinistra alla strada che con direzione ovest - est passa a nord di Pecinka; assicurare poi il possesso di detto monte occupando la q. 308. Cessata la preparazione di artiglieria, i due reggimenti spingono i loro riparti di testa verso il Pecinka e lo raggiungono, vi catturano molti priogionieri ed iniziano il rafforzamento delle posizioni, mentre il nemico apre un nutrito fuoco di interdizione.
La brigata ha ordine di sostare sulle posizioni raggiunte e di prepararsi per il proseguimento dell'azione col compito di attaccare le pendici sud di q. 278.
L'attacco avrebbe dovuto riprendersi all'alba del 2, ma, alle ore 2 di detto giorno, il nemico scatena un uragano di fuoco sulle posizioni conquistate. I riparti resistono e, nonostante le perdite subite, mantengono ad ogni costo le posizioni conquistate con tanto sacrificio, anzi le ampliano e le rafforzano.
La sera del 2 il 6° bersaglieri scende nel Vallone, il 3 vi scende anche il 12° che ha realizzato nuovi vantaggi territoriali.
Le perdite sono di 37 ufficiali e 1039 gregari: è ferito il comandante del 6° e lievemente anche quello di brigata.
La brigata bersaglieri, che è stata sostituita dalla "Aosta", si porta il 4 a Gradisca, (Villa Viola), alla dipendenza della 21a divisione. Il 5 si trasferisce a Sdraussina.
Il 13 novembre il 6° reggimento è riunito a Raccogliano per sostituire la brigata Napoli, passando alla dipendenza della 49a divisione. Ivi è raggiunto, il 17, dal XXIII/12° che rileva un battaglione del 6° fanteria sul Vippacco. Nella notte sul 19 il VI/6°, attaccato da rilevanti forze a q. 126, deve cedere un tratto di trincea che invano tentano di riprendere i battaglioni XIX/6° e XXIII/12° accorsi in rincalzo, poichè il tiro avversario rende insostenibili le posizioni di q. 126. Il 21 sono sostituiti in linea i battaglioni VI e XIX.
Il 23 il 12° reggimento è trasportato su autocarri a S. Grado di Merna e l'indomani la I brigata sostituisce la "Pinerolo" nel settore Raccogliano - q. 126.
In previsione di una avanzata, da iniziarsi il 7 dicembre, la brigata ha il compito di occupare, in primo tempo, le qq. 126 - 94 e 100 (testa di ponte di Biglia) e poi di puntare colla "Pinerolo" contro la linea Mrljaki - q. 140.
L'azione viene però sospesa e la brigata, dopo aver alternato in linea i suoi battaglioni, nei giorni 29 e 30 è sostituita dalla "Puglie" e si raccoglie a Farra e di li è, in autocarri, trasportata a Chiopris (21a divisione).
Il 26 e il 27 i riparti tentano di fare qualche altro progresso e rafforzano le posizioni raggiunte.
Il 28 la brigata, passata alla dipendenza dell'8a divisione, riprende l'avanzata verso le q. 503 e 611. Elementi del XIII battaglione riescono, dopo lotte accanite, a raggiungere l'antistante trincea nemica sull'alto del costone di q. 652, liberando alcuni nostri soldati già fatti prigionieri e catturando alcuni difensori e diverso bottino. Sono inviate in rinforzo la 5a e la 6a compagnia del XXIII battaglione. Il XXXVI, rincalzato da due compagnie del VI, raggiunge la q. 503, ma deve ripiegare sulle posizioni di partenza per le violenti raffiche di artiglieria che lo investono. Il 29 è sospeso l'ordine di una nostra nuova azione, intanto il nemico contrattacca ma è respinto. La sera del 30, dopo aver ributtato un nuovo tentativo di attacco avversario, la brigata, rilevata in linea da riparti della "Friuli", ritorna fra Debenje (6°) e Liga (12°).
Intanto il XXI/12° posto a disposizione del comando della 53a divisione, il 20 maggio da Debenje si porta a Zagomila e di là il 21 a Zagora. Prosegue poi verso il Vodice (q. 652) e sostituisce un battaglione della brigata Girgenti ed il battaglione alpini Val Pellice, iniziando un alacre lavoro di rafforzamento delle sconvolte posizioni.
Il 22 il battaglione ha l'ordine di puntare contro la trincea nemica antistante.
Sferrato l'attacco, le prime ondate, giunte a circa 70 metri dalla linea di partenza, cozzano contro riparti nemici muoventi al contrattacco, che, più forti di numero, riescono a far retrocedere i bersaglieri fin sulla linea di partenza; ma accorsi i rincalzi, la massa nemica è respinta ed il battaglione può rafforzarsi in una posizione distante circa 250 metri da quella di partenza facendo anche numerosi prigionieri. Il 24 l'attacco è ripreso, cade gravemente ferito il comandante del battaglione, ma i suoi riparti, coadiuvati da altri del 73°, del 74° e del 262° fanteria, riescono a raggiungere l'obbiettivo assegnato. Il 25 maggio il XXI, dopo aver raggiunto nuove posizioni ed aver ributtato altri attacchi nemici, è inviato a Zagora, il 27 a Debenje per riorganizzarsi. Esso ha perduto 13 ufficiali e 413 gregari.
Resta in linea, sul settore Lozice - Krestenica, il solo XIX che fin dal giorno 11 si era staccato dal reggimento.
Le perdite complessive della brigata dal 20 a 30 maggio ammontano a 68 ufficiali e 1794 gregari.
Il 1° giugno il comandante della brigata assume il comando tattico del sottosettore S. Jakob - Liga. Il 28 e 29, sostituito dalla "Tortona", si porta nella valle Judrio col 6° reggimento al molino di Podravna, (meno il VI battaglione che, dal 25, è sulla fronte Doblar - Selva) e col 12° fra Melina, Salamant e Bordon.
Il 18 luglio il 12° bersaglieri si trasferisce nuovamente a Liga, rilevando riparti della "Tortona"; vi permane fino al 29, nel quale giorno, sostituito dal 4° reggimento bersaglieri, si porta a Hoscina sulla riva sinistra dello Judrio. Il 13 agosto il 6° reggimento rileva il 4° bersaglieri nel tratto di linea: Ronzina - S. Veit - q. 444. Il 17, inizio della battaglia della Bainsizza, il 6° reggimento, sostituito, si riunisce a Podravna quale riserva del XXIV corpo d'armata. Alla I brigata bersaglieri viene commesso il compito di impadronirsi, in primo tempo, della posizione nemica di q. 600, compresa tra la testata del Prihoto e la sella di Vrk e di estendere poi la propria sinistra fino al Fratta.
Per l'azione la brigata opera solo col 12° reggimento e dispone di due ponti, C. e D.. Costituisce due colonne: una composta dai battaglioni XXI e XXXIII, una compagnia mitragliatrici, due compagnie zappatori, una batteria da montagna e quattro sezioni di bombarde da 58 B.; l'altra formata dal XXXVI battaglione, una compagnia mitragliatrici ed una batteria da montagna. All'imbrunire dello stesso 17, i battaglioni si attestano verso lo sbocco dei valloni di Nekovo e di Colenca, in corrispondenza dei rispettivi ponti.
Sul ponte di Nekovo, C., la sera del 18, il XXIII passa il fiume seguito dal XXI. Frattanto si tenta di costruire il ponte D. a monte di Canale, ma la deficienza si materiale e le offese nemiche sventano il tentativo, sì che il XXXVI deve passare, all'alba del 19, anch'esso per il ponte C.
I battaglioni XXI e XXIII, schierati per ala, iniziano l'avanzata verso la q. 400 catturando il presidio della linea di osservazione, mentre il XXXVI ha l'ordine di rastrellare alcuni gruppi di tiratori nemici annidati tra le macerie di Canale ed esso assolve il compito catturando una sessantina di prigionieri. Poi i tre battaglioni proseguono fino alla q. 500 ove si attestano, per la sopraggiunta notte a stretto contatto col nemico.
Intanto, nel pomeriggio del 19, il 6° reggimento ritorna alla dipendenza della brigata.
Il 20 il XIII/6° sostituisce il XXI/12° e rinnova l'attacco insieme coi battaglioni XXI e XXXVI, raggiungendo la linea.
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Il 4 gennaio, la I brigata si trasferisce, per un periodo di riposo e di istruzione, nella zona fra Percotto, Lauzacco, Persereano, Ronchi e Cortello, alla diretta dipendenza della 2a armata; il 1 passa a quella della 47a divisione.
Il 4 febbraio, destinata a sostituire la "Pavia" nel settore S. Jakob - Liga, inizia il suo trasferimento che termina il 6.
I reggimenti sono schierati per ala e ciascuno ha un battaglione in linea, uno in rincalzo ed il terzo in riserva.
L'11 maggio, il XIX/6° è destinato nella regione Golievo a sostituire riparti del 261° fanteria.
Fino al 12 maggio i battaglioni bersaglieri si alternano nelle rispettive posizioni, esplicando la loro attività con l'invio di pattuglie e con il rafforzamento del settore che deve formare la base di partenza per la prossima ripresa dell'azione.
E' imminente la nostra offensiva dal Vodice al Timavo.
La I brigata che dispone di quattro dei suoi battaglioni, poichè il XIX/6° ed il XXIII/12° sono a disposizione del comando di divisione (47a), costituisce il gruppo destinato ad attaccare il M. Jelenik, puntando obliquamente per M. Kuk (q. 711).
Mentre si compie la preparazione di artiglieria, il giorno 13 maggio, il 6° reggimento si ammassa nella zona fra Debenje e Liga, il XXXVI/12° fra Liga e Lovisce; ma un successivo ordine fa ritornare i detti riparti alle rispettive posizioni di partenza. Il 14 essi si riportano nel settore di Nekovo.
Gittato un ponte, il battaglione alpini Cervino tenta, il 15, il passaggio sull'Isonzo, ma il nemico riesce a rompere il ponte, ed esplica una reazione così intensa da consigliare alle superiori autorità qualche variante al primitivo concetto.
Difatti nel pomeriggio del 16 il 6° reggimento, coi battaglioni VI e XIII, sono inviati a Liga a disposizione del comando zona di Gorizia.
Contemporaneamente torna a Liga anche il comando della brigata. L'indomani il 6° si sposta a Debenje ed il 18 si avvia verso val Grune (Plava), ma, durante la marcia, ha ordine di fermarsi a Slapnico. Il 20 è inviato a Zagomilla a disposizione del comando della 53a divisione. Lasciato in detta località il XIII, punta col VI alla selletta di q. 503, col compito di agevolare l'azione della colonna operante verso il M. Santo. Iniziatosi l'attacco il battaglione, nonostante la reazione avversaria, riesce a portarsi fino a 350 metri dall'obbiettivo assegnatogli, ove sosta rafforzandosi. Il nemico tenta di attaccarlo alle spalle e sul fianco sinistro, ma il battaglione resiste, coadiuvato dai residui del battaglione alpini Val Toce, anch'esso duramente provato nei giorni precedenti. Intanto il XIII, messo a disposizione della brigata Teramo, avanza per raggiungere la selletta fra le quote 652 e 592, ma, per il violento bombardamento nemico, riesce solo ad ammassarsi dietro la q. 592. Più tardi si sposta a sud di q. 652 in rincalzo del VI e ritorna alla dipendenza del proprio reggimento.
Il 23 i due battaglioni si sostituiscono nelle rispettive posizioni. Il XIII riprende l'attacco e la prima ondata si spinge arditamente verso l'obbiettivo, mentre è investita di fianco ed alle spalle da raffiche di mitragliatrici provenienti dal costone sud - est del Vodice. E' ferito gravemente il comandante del battaglione e subito dopo è ucciso il capitano destinato a sostituirlo, mentre i riparti riescono a portarsi ancora un po' avanti. Il 24 la "Teramo" riprende l'avanzata verso q. 600 - Roccione, permettendo alla 1a compagnia del 6° bersaglieri di proseguire alquanto e di catturare alcuni prigionieri.
Il 24 il comando della I brigata bersaglieri da Liga ed il 12° reggimento (battaglioni XXIII e XXXVI) da Debenje sono inviati a Plava e di là il 25 a Zagomila raggiungendo la q. 540.
La brigata, posta anch'essa a disposizione del comando della 53a divisione (meno i battaglioni XIX/6° e XXI/12°), riprende, nel pomeriggio dello stesso 25, l'attacco della q. 503. Sono disponibili i battaglioni VI e XIII fusi in uno solo, il XXXVI ed il XXIII meno la 7a compagnia destinata alla selletta del Vodice. Compito della brigata bersaglieri è la conquista delle difese nemiche esistenti nei pressi di q. 503, per poi spingersi lungo il costone del M. Santo fino a congiungersi con la colonna del VI corpo d'armata puntante su q. 611 e sul Convento di M. Santo. Ove però queste colonne ritardino ed i bersaglieri raggiungano la q. 503, essi dovranno senz'altro puntare per q. 611 e per il Convento.
Sferrato l'attacco, le prime ondate del 6° reggimento sono accolte da nutrite scariche di fucileria e di mitragliatrici provenienti dalle quote 611, 652 e 503; ciò nonostante esse procedono sia pure lentamente di cresta, mentre il XXIII occupa il cocuzzolo di q. 625. Più tardi gli altri due battaglioni del 6° reggimento serrano sotto: il VI sostituisce il XXI che si porta in riserva del 12° reggimento, mentre il XIX sostituisce riparti della V brigata bersaglieri sulla fronte: Semmer - Fratta - costone si Auzza.
All'alba del 21 agosto pattuglie dei battaglioni XXIII e XXXVI e delle compagnie mitragliatrici 238a e 510a, spostatesi innanzi nella conca di Vrh, catturano altri prigionieri, quattro obici da 152, una diecina di pezzi di piccolo calibro e molto altro materiale bellico. Mentre il XXXVI si accinge ad appoggiare, da nord, l'azione della brigata Tortona tendente alla conquista del Kuk (q. 711), questo viene occupato ed il 6° reggimento, rinforzato dal 261° fanteria, ha l'ordine di attaccare prontamente l'Oscedrih (q. 856) che la V brigata investe contemporaneamente da nord.
Iniziata l'azione, i battaglioni del 6° reggimento, attraversata la conca di Vrh sotto nutrito fuoco di artiglieria, intraprendono l'ascesa del monte coperto da bosco fitto e sostano verso quota 600 per il sopraggiungere della notte, dopo aver catturato altri prigionieri e nuovo materiale.
Il 12° intanto occupa le selle di Vrh e di Auzza, passando alla dipendenza della brigata Elba.
L'alba del 22 consente ai riparti il nuovo scatto che porta il XIII battaglione a q. 856 ed il VI sulla cresta dell'Oscedrih. Ma il nemico, sorretto da riparti freschi, sferra un violento contrattacco che obbliga qualcuno dei nostri elementi a ripiegare al di sotto della cresta.
Accorre in linea il XIX che rinforza ed estende sulla destra l'occupazione del VI, mentre il II/261° è inviato in rincalzo al XIII e si richiama da q. 625 il XXIII.
Dopo lotta aspra e sanguinosa il nemico è ricacciato e vani riescono i suoi reiterati tentativi per riprendere le posizioni perdute.
Il mattino del 23 esso riattacca la q. 856, ma è respinto alla baionetta dal VI e dal XIX rincalzati dai battaglioni alpini M. Tonale e M. Pasubio.
Il 6° reggimento, stremato dalle perdite subite, è sostituito dai battaglioni XIX e XXXVI del 12°, che nella stessa giornata avevano ricevuto il cambio dal 278° fanteria per recarsi in valle Judrio.
Il 24 il 6° è riuscito a Hoscina per riordinarsi ed il comando di brigata, sostituito da quello dell' "Elba", si reca a Liga.
Intanto i battaglioni XXI e XXXVI avuto sentore che il nemico cede, lo incalzano insieme a riparti alpini ed alle brigate Elba e Grosseto, raggiungono Lahka, mentre a loro rincalzo è inviato il XXIII che stava per portarsi in seconda linea.
La sera del 23, il 12° reggimento riceve ordine di portarsi in riserva a sud di Draga ed anche di lì i suoi riparti, spinti in ricognizione, catturano altri prigionieri e diverso materiale.
Fra il 25 ed il 26 il reggimento si porta presso Nekovo gorenje e S. Veit.
Questa nuova battaglia costa alla brigata la perdite di 37 ufficiali e di 800 gregari, ma frutta la concessione della medaglia di bronzo al valor militare ai due reggimenti e la citazione sul bollettino di guerra del Comando Supremo.
Il 3 settembre essa si porta fra Canale e Morsko, continuando il periodo di istrazione e di riordinamento intrapreso.
L'11 torna in linea a sostituire la "Brescia" sulla fronte q. 725 - Verhorec - q. 687.
Nella notte dal 23 al 24 la brigata, rilevata dalla "Grosseto" si porta fra Canale, Anhovo e Krestenica fino al 14 ottobre, allorchè è trasferita in valle Judrio, fra Podresca, Miscek e Bodigoi.
Il 24, iniziatasi l'offensiva austro - tedesca, riceve ordine di portarsi a Kambresco, il 25 di occupare la q. 678 del costone di Rog, ove il 12° reggimento respinge tre violenti attacchi dell'avversario, subendo molte perdite. La condotta della brigata in questa azione è sancita nella motivazione della medaglia di bronzo. Il 26 ottobre si schiera, a sbarramento della valle Judrio, fra Miscek ed il Korada col compito di resistere ad oltranza, ma il 27 ripiega fra S. Giovanni di Manzano (12°) e Brazzano (6°). Il 29 raggiunge il Torre a Pradamano fra C. Zilli, C. Marion, q. 85. I battaglioni XIX e XXXVI, spintisi verso Udine per la rotabile Pradamano - Udine, si scontrano, presso Laipacco, con riparti nemici riuscendo a catturarne una parte, ma più tardi, minacciati di aggiramento sul fianco sinistro da rinforzi avversari sopraggiunti, devono retrocedere.
Dopo una successiva resistenza a Pradamano, la I brigata riprende il ripiegamento, per Pavia d'Udine e Mortegliano, verso Talmassons e Flambro, che raggiunge all'alba del 30. Di lì il 12° reggimento, rimasto distaccaro dalla brigata, effettua il ripiegamento da solo, passa il Tagliamento al ponte di Madrisio e, dopo aver subito altre perdite, sosta il 12 novembre a Cintello dove è raggiunto dal comando di brigata e dal 6° che passano il Tagliamento al ponte di Latisana. Un distaccamento del 6° reggimento è inviato a Pozzuolo del Friuli per concorrere alla resistenza che ivi spiega la II brigata di cavalleria. Il 3 novembre la brigata è a Fiume, il 4 a Puja, il 6 a Selva, ove permane fino al 13, nel quale giorno è inviata in autocarri fra Mason Vicentino e Molvena. Intanto passa a disposizione della brigata anche il 4° reggimento bersaglieri e gli elementi del 21° bersaglieri che vengono assegnati ai reggimenti 6° e 12°.
Il 20 novembre il 12° reggimento è inviato da Molvena a Villa Raspa. Il 22 ed il 23 il comando di brigata ed il 6° reggimento sono trasferiti a Bassano ove, il 24, il 6° si schiera in linea coi battaglioni VI e XIX fra le Melette di Gallio, M. Badenecche e M. Tondarecar. La brigata passa alla dipendenza della 29a divisione. Il 12° reggimento, portatosi il 23 novembre a S. Giacomo di Lusiana, assume, il 25, lo sbarramento di Valstagna, alla dipendenza del I raggruppamento alpini (52a divisione). Il 30 esso si porta a Foza e nei due giorni successivi il XXXVI battaglione rileva in linea, alle Melette di Gallio, riparti della brigata Perugia (130°).
Il 4, il nemico, preceduto da intenso bombardamento, lancia le sue fanterie all'attacco e riesce, malgrado la tenace accanita resistenza dei riparti in linea, ad occupare, nei giorni 4 e 5, buona parte delle nostre posizioni. Il 6 dicembre i superstiti della brigata sono rilevati ed inviati a Valdagno che raggiungono nei giorni 8 e 9, iniziando un periodo di riorganizzazione. Il 13 il 6° reggimento si porta fra Maglio e Novale. |
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Il 29 e 30 gennaio la brigata è trasferita in val Brenta nella zona fra Valrovina e Mason Vicentino (52a divisione).
Il 2 febbraio il 12° reggimento si porta a Campese ed il giorno 6 il XXIII battaglione sostituisce il battaglione alpini Morbegno a Col Moschin, passando alla dipendenza della 50a divisione.
Il giorno 11 mentre il 6° reggimento si porta a Campese, il 12° invia in linea i battaglioni XXI e XXXVI, rispettivamente in val Frenzela ed a S. Francesco a sostituire due battaglioni del 254° fanteria.
Il 6° reggimento destina il VI battaglione sul M. Cornone al posto del battaglione alpini Stelvio. Gli altri battaglioni della brigata sono impegnati in lavori difensivi di seconda linea. Il 20 febbraio il comando della brigata sostituisce quello della "Porto Maurizio" nella difesa degli sbarramenti di Col Moschin, Costa Alta, Valstagna, Col d'Astiago che tiene fino al 1° marzo, nel qual giorno sostituisce il I raggruppamento alpini nel settore Cornone, S. Francesco, val Frenzela e passa alla sua dipendeza il I gruppo alpini.
Il 16 marzo la brigata assume la difesa degli sbarramenti Carpanè, Valstagna, Oliero e costituisce, assieme alla "Toscana", la 10a divisione di fanteria. Fino alla metà di maggio la brigata alterna i suoi battaglioni in linea spiegando la consueta attività di pattuglie. Dal 14 al 17 di detto mese, rilevata dalla "Toscana", si porta in seconda linea allo sbarramento Valstagna - Merlo, ove è adibita ai lavori di rafforzamento distaccando a turno i suoi battaglioni a Campese per un periodo di riposo.
Nei giorni 3 e 4 giugno le due brigate si cambiano di nuovo ed il 5 la I bersaglieri riassume la difesa dei settori val Frenzela - S. Francesco - Cornone. Il 15 il nemico sferra la sua offensiva, preceduta da violento tiro di artiglieria e di bombarde. Tenta dapprima di sopraffare le linee del Cornone, ma ne è ricacciato con gravi perdite; punta poi verso Pizzo Razea e, mentre ne è respinto una prima volta, riesce ad occuparlo con un nuovo sforzo, operato da truppe fresche. Tale occupazione minaccia il fianco sinistro della I brigata bersaglieri, si che li nemico scendendo, per il cimitero di Sasso, nella valle omonima, tenta di prendere alle spalle i difensori di val Frenzela, i quali riescono ad arrestarlo con un denso sbarramento di fuoco di mitragliatrici. Altre puntate avversarie contro il Cornone e val Vecchia e, più tardi, contro il versante orientale di S. Francesco sono parimenti sventate dalla resistenza dei riparti della brigata. Intanto unità della 28a divisione a sinistra e della 2a a destra sono obbligate a ripiegare di fronte alla irruenza dell'avanzata nemica.
Il 16 giugno il nemico riprende i suoi attacchi contro il Cornone ed il costone orientale di S. Francesco, ma invano. Una pattuglia del 12° bersaglieri riesce a portarsi fino a Pizzo Razea catturando alcuni difensori. All'alba del 17 il nemico attacca Case Alberti, ma è anche questa volta respinto.
Più tardi la 28a divisione muove all'attacco, vi concorrono riparti dei battaglioni XXI e XXXVI del 12° reggimento, che riescono a riprendere le posizioni di Pizzo Razea colla cattura di una ventina di prigionieri, due cannoni da montagna, nove mitragliatrici ed abbondante materiale.
Un'altra piccola azione di pattuglia è compiuta il 20, oltre il Pizzo Razea e con esito favorevole. Nei giorni dal 22 al 24 la brigata, sostituita dalla "Toscana", si porta a riposo fra Lora Alta, Oliero, Pralungo, M. Campolongo. Le sue perdite sono state di 4 ufficiali e 83 gregari.
Il 27 giugno sono trasferiti a Campese il comando di brigata ed il 12° reggimento.
Dal 7 al 9 luglio i reggimenti sono destinati: il 6° a Grantorto; il 12° a Gazzo e nei giorni dal 12 al 14 sono inviati, per ferrovia, fra Corrubbio, Parona, Bussolegno. Il 13 agosto la brigata, destinata in Vallarsa, è trasportata in ferrovia fino a Schio, di lì il VI/6° si porta in prima linea sul Mattassone a sostituire il II/157°; il XXI/12° rileva il I/158° sulle posizioni del M. Corno e M. Trappola e due compagnie del XXXVI sostituiscono due compagnie del III/158° sulla linea del Boale Zoccini - Sogi. Con successive sostituzioni la brigata, il 16 agosto, rileva la "Liguria" nel settore Vallarsa suddiviso nei due sottosettori di sinistra (6°) e di destra (12°) del torrente Leno. Dopo un turno di linea, durante il quale la brigata esplica la consueta attività di pattuglie e di colpi di mano, scacciando qualche tentativo di attacco nemico, come quello operaio il 26 settembre sul M. Corno, nei giorni dal 27 al 30 di detto mese, rilevata dalla "Liguria", scende a riposo a Valdagno. Nel suo periodo di linea essa ha compiuto anche molti lavori di sistemazione difensiva.
Il 5 ottobre in autocarri la I brigata è trasportata nella zona di Camposampiero, fra Rustega, Massanzago e S. Leonardo.
L'inizio dell'offensiva finale richiama la brigata al suo posto di combattimento. Nella notte sul 23 ottobre è inviata fra Carpenedo (6°) e Fossalungo (12°); il 28 prosegue per Camalò e Postioma ed il 29 per Arcade.
Il 30, passato il Piave, raggiunge S. Polo di Piave, l'indomani si attesta al quadrivio di Borgo Bianco e di lì riprende la marcia per la Livenza per occuparne l'argine destro fra Talmassons e Ghirano. Il 2 novembre passa la Livenza su ponti di circostanza e si spinge al Meduna che passa al ponte si Mansuè, mentre il XXI battaglione, passato il fiume a S. Andrea, raggiunge Azzano Decimo. Il 3 la brigata ha ordine di raggiungere il Tagliamento nel tratto Casarsa - S. Floriano. Il 4 novembre è dislocata fra S. Floriano, Prodolone e S. Giovanni. Passa a guado il Tagliamento, raggiunge Pasian di Prato, mentre il comandante di brigata con un gruppo ciclisti del 12° reggimento entra in Udine.
Nella sua marcia ha catturato molti prigionieri ed abbondante materiale di guerra. |
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Ai Labari dei Reggimenti della I Brigata Bersaglieri (6° e 12°): |
“Sotto violento fuoco attraversavano l'Isonzo irrompendo nelle trincee nemiche, in quattro giornate di aspra lotta validamente concorrevano, con slancio intrepido e fulgido valore, al conseguimento della Vittoria.
Malgrado le forti perdite subite mantenevano tenacemente le posizioni conquistate resistendo ai violenti e ripetuti contrattacchi nemici. (Bainsizza, 16 - 20 agosto 1917). Si distinsero per slancio e ardimento nella riconquista di una importante posizione. (Globocach, 25 ottobre 1917)".
(Boll. Uff. anno 1922, disp. 68).
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CITAZIONI SUI BOLLETTINI DI GUERRA DEL COMANDO SUPREMO.
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BOLLETTINO DI GUERRA N. 824 (26 agosto 1917, ore 13). |
La battaglia incomincia a rivelarsi nella grandiosità delle sue linee.
L'azione a nord di Gorizia dal 19 in poi può così riassumersi:
Le valorose truppe della 2a Armata, gettai 14 ponti sotto il fuoco nemico, varcavano l'Isonzo nella notte sul 19 e procedevano all'attacco dell'altopiano di Bainsizza. Puntando decisamente sulla fronte Jelenik - Vrh, aggiravano le tre linee difensive nemiche del Semmer, del Kobilek e di Madoni, ivi annodantisi, e contemporaneamente attaccavano le stesse linee anche di fronte e le rompevano malgrado l'ostinatissima difesa del nemico.
Conseguenza dell'ardita manovra fu la caduta di M. Santo.
Le truppe dell'Armata continuano ora ad avanzare verso il margine orientale dell'altopiano di Bainsizza incalzando il nemico che oppone vivacissima resistenza con forti nuclei di mitragliatrici e di artiglierie leggere.
Nei combattimenti dal 19 al 23 si sono, fra tutti, distinti per valore ed ardire: le brigate Livorno (33° - 34°), Udine (95° - 96°), Firenze (127° - 128°), Tortona (257° - 258°), Elba (261° - 262°), il 279° reggimento fanteria (brigata Vicenza), la I e la V brigata bersaglieri (reggiemnti 6° e 12° - 4° e 21°); il 9° e 13° raggruppamento bombardieri; il 2° e 4° battaglione pontieri del genio.
Sul Carso la battaglia ha ieri momentaneamente sostato. Nostre brevi avanzate rettificarono e consolidarono le posizioni conquistate; tentativi nemici di contrattacco fallirono sotto il nostro fuoco.
I prigionieri finora affluiti ai campi di concentramento sommano a circa 600 ufficiali e 23.000 uomini di truppa. Il numero dei cannoni tolti al nemico è salito a 75, tra i quali 2 mortai da 305 e molti medi calibri. Abbiamo preso inoltre un gran numero di cavalli, un aeroplano intatto, molte bombarde e mitragliatrici ed ogni sorta di materiale, comprese parecchie autotrattrici cariche di munizioni.
L'enorme difficoltà del vettovagliamento delle nostre truppe attraverso una zona priva di strade viene in parte superata mercè i grossi depositi di viveri abbandonati dal nemico nella sua ritirata.
Generale CADORNA |
COMANDANTI DELLA BRIGATA. |
Magg. gen. BARONIS Luigi, dal 16 febbraio al 12 maggio 1916.
Magg. gen. PORTA Felice, dal 13 maggio al 5 luglio 1916.
Magg. gen. MONTANARI Umberto, dal 7 luglio 1916 al 17 giugno 1917.
Magg. gen. LEONCINI Adolfo, dal 19 giugno al 18 novembre 1917.
Col. brig. NOVELLI Enrico, dal 26 novembre al 4 dicembre 1917 (prigioniero).
Brig. gen. CASSOLA Giuseppe, dal 13 dicembre 1917 al termine della guerra.
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