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------------- Aggiornamento -------------

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Ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato fin ora e speriamo molti altri si uniscano a noi per salvare Fronte del Piave.




Maggiori informazioni e aggiornamenti qui.

 
     
 

OTTOBRE 1918

2 OTTOBRE. - Di là del Monticano dove stanziano truppe ungheresi si esercita liberamente senza alcun ritegno il brigantaggio nella forma più autentica. La settimana scorsa è cominciata coll’ asportazione di tutte le botti: arnesi che a noi quest’ anno non servono a nulla, ma che meno ancora dovrebbero servire agli invasori. Seguì poi ad uno ad uno lo spoglio di tutti i pollai. Il grano turco lo si va a raccogliere come cosa propria, e guai zittire. Le case s’ invadono di giorno e di notte, e ognuno si porta via ciò che meglio gli aggrada: neppure i “buoni,, sono immuni dalla rapina.
Chi sopra tutti si distingue per atti crudeli e barbareschi, è un capitano abitante in casa Menuzzi (Malintrada.) Ecco un saggio recentissimo delle sue gesta. La settimana scorsa sorprese nei campi sette povere donne, alcune anche attempate. Arrestate perché non recavano seco la “legittimazione,, che avevano lasciata in casa poco discosta, e dichiarate in arresto, furono fatte correre incalzate dai cavalli per un buon chilometro. Giunte al cosidetto luogo del “ Commando,,, una, non si sa perchè, fu fatta entrare con un poderoso schiaffo accompagnato da una spinta.
- “Perchè, disse, mi trattate cosi? non sono una bestia.,, Tanto bastò per fruttarle lì per lì venticinque vergate. Quindi col titolo di sospette spie, furono ad una ad una fatte entrare in una stanza e spogliate nude alla presenza del capitano e dei soldati.
Civiltà austro-teutonica, dirà qualcuno. Non so: Ripeterò ancora una volta che vi hanno molti e molti punti di contatto tra l’ Austria e la Turchia; ma aggiungerò che in Turchia a simili eccessi non si arriva.
Dal comandante della gendarmeria (un giovane boemo e dabbene) la elegantissima bestia sarà citata al tribunale. Per deferenza di officio può darsi che riporti anche una piccola condanna, ma poi in ricompensa sarà promossa. Non accadde forse altrettanto al notissimo Moretti?

5 OTTOBRE. - Ieri è stato qui il Parroco di Piavon. Sono orribili le cose che ci narra della Divisione ungherese che stanzia in quei luoghi. Non v’è più un capo di bestiame nelle stalle, non più un pollo, non più un suino, non più un pugno di grano turco nei granai o nei campi. Chi non è riuscito a nasconderla in tempo, non ha più un capo di biancheria da cambiarsi. Non si passa nulla: e alle lagnanze della popolazione fu cinicamente risposto: “Siete destinati a morire da fame.,, Alla domanda di ammazzare un bovino, che dopo molte ricerche è stato trovato, la risposta è stata: “No. i civili non devono mangiare carne.,,
E vi sarà ancora qualcuno che si ostinerà a voler avere in conto di civili ed umani questi signori?

6 OTTOBRE. - Giungono anche sino a noi, ma a pizzichi e molto in ritardo, le notizie delle splendide operazioni militari dell’ Intesa in Francia, in Macedonia, in Turchia. I giornali italo-austriaci non dicono nulla, i giornali tedeschi si custodiscono gelosamente, e i soldati hanno la consegna di non parlare: eppure parlano. A quelli che non sono autenticamente tedeschi, nulla più importa d’ una vittoria o d’ una sconfitta dell’ Austria: a loro importa solo che la guerra finisca. E’ un fatto a tutti ormai noto che della guerra ne sono sazi, e che la voglia di continuarla è scemata di molto. Si parla abbastanza esplicitamente di defezioni al fronte, di rifiuti d’ andarvi, di sollevazioni contro gli ufficiali... E’ per questo che si procura di rabbonire queste truppe e di tenerle quiete coll’acconsentire loro e garantire impunito qualunque eccesso. Per questo istesso motivo, come il comandante della gendarmeria ebbe dal Corpo d’ Armata, resta impunito il fattaccio di cui at 2 Ottobre.
* Per la medesima ragione i fiumi, come mi è stato assicurato, cambiano nome: p. e. il Tagliamento è diventato Piave - nome esecrato - che si varca senza un colpo di fucile. E però accade che molti ingenui giungendo a Motta o a Oderzo, (che erano e forse sono anche al presente centro massimo della maggiore riserva di tutto il fronte austriaco) credono di essere presso a Venezia o chi sa dove.
Comunque, io spero sia suonata l’ ora per questi invasori, che, umiliante per l’ umanità dell’ Europa d’ oggi, ma vero - hanno metodicamente violato ogni legge e ogni diritto divino ed umano.

7 OTTOBRE. - La notte scorsa è stato pubblicato in mezzo alle truppe un telegramma del Comando supremo annunziante la pace prossima a conchiudersi. E’ stato un delirio di allegria: è un gran parlare che si fa da tutti, ma il popolo, che pur desidera la pace come liberazione dal martirio che soffre da undici mesi, prende le cose colla solita sua calma veneta, consolidata da una forte dose di scetticismo. Dopo tante promesse, dopo tante delusioni, dopo tante occasioni propizie per una rivincita, lo scetticismo si è ormai impossessato dell’ animo di tutti.
Ciò che pare assodato è che gli imperi centrali – i quali certo debbono trovarsi a mal partito sotto ogni riguardo - accettano i quattordici punti di Wilson: - Ma l’ Intesa non avrà nulla da aggiungere o da concretare in quei punti, alcuni dei quali sono tanto vaporosi? Non potrebbe essere anche un’ abilissima manovra della Germania per staccare l’ America e strappare all’ Intesa la vittoria che già stringe in pugno? Venga la pace: non si deve stravincere: ma la vittoria, conseguita che sia, dev’ essere assicurata anche nelle sue conseguenze, se si vuole che al nemici passi per lungo tempo la voglia di aggredirci. Ciò che ci pone al sicuro non saranno i trattati (pezzi di carta) che i nemici sottoscriveranno, ma l’impotenza cui saranno ridotti.
* Oggi è partito per recarsi alla sua nuova destinazione a Sedan !!! il comandante di quest’ ospedale da campo, il Dott. Edoardo Wagner, di nazione boemo, di religione cattolico. Uomo buono, ha fatto del bene a molti, non ha fatto del male a nessuno: lascia grata ricordanza in tutti. Il Signore lo benedica e l’ accompagni.
* Giorni fa è stato trasmesso al convento un avviso da pubblicarsi in Chiesa. E’ in buon italiano. Il Corpo d’ Armata fa noto alle popolazioni dei paesi occupati che non potrà curare dalla malaria i loro ammalati, quantunque n’abbia tutta la buona volontà: e che di ciò la colpa ricade tutta sopra il Governo italiano (“ vostri fratelli,, fa notare) che richiesto di chinino, non l’ ha voluto dare.
E’ tendenzioso questo linguaggio, e non so capire come questa gente si perda in manovre si meschine. Del resto piuttosto di darsi tanta premura di curarci dalla malaria, che non esiste, farebbe meglio curarci dalla fame, ciò che potrebbe fare - senza bisogno di ricorrere a nessuno - coll’ astenersi dal rubarci il frutto del sudore della nostra fronte.

8 OTTOBRE. - Ieri dall’ apposito ufficio di Udine sono arrivate ad A. Ciganotto e ad A. Zaina due cartoline dai loro figli che sono sotto le armi in Italia. Ambedue sono del Maggio scorso !!!

9 OTTOBRE. - Il telegramma di cui al 7 corr. è stato ieri ritirato, affinché non si sparga fra le truppe la notizia e con essa la speranza prematura di pace !!!... Ma la persuasione d’ una pace vicina si fa strada: pare una necessità imperiosa per gli imperi centrali, i quali debbono trovarsi all’ interno in una condizione criticissima. Poco o nulla si lascia trapelare qui in mezzo a noi, ma chi intende qualche cosa, comprende già abbastanza. Coloro che con apparato di molta forza quattro anni fa s’ erano accinti ad invadere e devastare l’Europa civile per conquistare il mondo, coloro che non avevano che minaccie per i futuri vinti, che fino a pochi mesi fa parlavano e trattavano con alterigia insoffribile, con ironia, con sarcasmo e disprezzo, ora piegano la dura cervice.
Le condizioni nostre ormai sono miserrime, e più misere si riscontrano più che ci si allontana da questo centro. Quelli che stanno peggio sono i luoghi dove stanzia il IV Corpo d’Armata: Gorgo, Oderzo, Piavon, ecc. Tra i cattivi, gli ungheresi, fatte rare eccezioni, sono pessimi: qui passano come l’ espressione più autentica dei barbari. La fame bussa alla porta di tutti: le privazioni d’ ogni genere sono grandi: la miseria ha preso stanza in tutte le case. A questo stato di cose fanno seguito necessario le malattie. Non vi ha famiglia, specialmente rurale, che non abbia quasi in permanenza due, tre e più malati a letto, privi naturalmente di tutto, fuorché dell’ amorosa assistenza dei loro congiunti. La mortalità qui a Motta (dove i profughi dal fronte hanno rifatto all’ incirca il numero dei fuggiti), al primo di questo mese raggiungeva già il doppio d’ un anno intero normale. Non ostanti tante miserie, ci reputeremo compensati quel giorno in cui potremo dire che questi crudeli invasori se ne sono andati, senza tema che abbiano a tornarci più.

16 OTTOBRE. - Il nervosismo è grande in tutti in attesa dell’ esito delle trattative per un armistizio. Regna l’ottimismo : ma io non uso dir quattro se non è in sacco. Tutti pensano che accettate le condizioni di Wilson tutto sia conchiuso; ed io penso che dopo Wilson sarà l’ Intesa che dirà la sua parola. Vedremo chi la indovina.
Intanto è degno di nota che tutti gli ordini in relazione ad uno sgombro sono stati impartiti, quantunque in forma riservata, e che si sono già prese le disposizioni preliminari. E da mesi che molto materiale emigra all’ indietro: ora la cosa si compie senza soverchi mascheramenti da parte dei subalterni. Ma non è tutto materiale bellico e militare quello che prende la via dell’ uscita: una bella parte se la rivendicano le refurtive e gli spogli. Gli assalti alle famiglie discoste dal centro sono cose di tutti i giorni. Ieri è stato il turno della canonica del Parroco di Villanova. Di buon mattino due guardie armate la piantonarono. Quindi sopraggiunsero cinquanta predoni, armati anch’ essi di tutto punto, trenta dei quali posero il blocco, mentre gli altri si occupavano del saccheggio. Nulla sfugge alla rapacità di questa gente.
Non so spiegarmi come simili azioni brigantesche possano essere una garanzia della sincerità delle trattative iniziate.
* Domenica scorsa, 13 corr., un messo del Municipio recava un ordine a voce all’Arciprete, che era già all’ altare con cui s’ ingiungeva ai produttori di trasferire nei magazzini del Municipio tutto il grano turco che avessero !!!
Il comandante della gendarmeria, cui la cosa fu riferita, avvertì l’ Arciprete di non dare in avvenire pubblicità ad ordini che non siano trasmessi in iscritto, “affinché, disse, non abbiano a rinnovarsi le gesta del noto Moretti,,: quindi pose sull’ avviso gli interessati di non recare nulla nei magazzini municipali. “In caso d’ una ritirata, disse, sinché quel po’ di grano che avete resta nelle famiglie, qualche cosa salverete, ma se sarà immagazzinato, verrà portato via tutto in una volta,,. Questi, si, straniero ed ufficialmente nemico, è un vero benefattore del popolo!

17 OTTOBRE. - Sappiamo che è stato già impartito l’ avviso, quantunque non ancora pubblicato, che si andrà per le case a raccogliere qualunque cosa che sia viveri, vesti e tessuti. E’ un pensiero tormentoso per tutti quello di poter nascondere impunemente qualche cosa di quel che è rimasto, essendo le famiglie permanentemente invase da soldati che tutto spiano. Quando e come verrà questa perquisizione, nessuno lo sa, probabilmente di sorpresa e in forma brigantesca. Del resto a paragone di quanto è stato fatto e si fa in altri luoghi, Motta, per speciale protezione di Maria, gode una posizione privilegiata: speriamo che questa protezione non ci venga meno sino all’ultimo giorno.
* Come all’Arciprete così al convento il Comando d’Armata ha mandato l’ avviso che offre per ogni sacerdote litri quaranta di vino per le Messe. Offre !... ma (dietro pagamento: il prezzo non è ancora fissato. Così quel vino (di cui fortunatamente non abbiamo bisogno) che ha rubato, ora lo mercanteggia. - Che sia “necessità di guerra ,, anche questa?
* Ieri la mensa degli ufficiali di quest’ ospedale ha abbandonato il nostro refettorio per trasferirsi nella prima sala presso la porteria. Così si sono messi d’ accanto alla mensa delle Dame della Croce Rossa - che essi chiamano Dame dell’ Armata - stabilitasi contemporaneamente nella sala attigua. E’ da una settimana che alcuni volevano ammetterle senz’ altro in refettorio, per cui nacque tra gli ufficiali tale un dissidio, che una metà minacciò una scissione.
Giacché siamo in refettorio non è fuor di proposito far menzione di certi gusti tutti particolari di alcuni ufficiali. E’ noto che gli anglosassoni fanno largo uso dello zucchero come d’un eccitante del sangue, forse quale surrogato del nostro bello e saluberrimo clima che tanto c’ invidiano. Sulle nostre tavole, per quanto modeste, non manca mai la saliera. Di questa eglino non se n’ occupano, e fanno senza : ma in sua vece vi figura immancabilmente un barattolo di zucchero. - A che scopo ? - I dolci non devono mai mancare alla loro mensa: e se manca la farina di frumento, non importa, i dolci si fanno con quella di grano turco. Anzi è tanto l’ uso che fanno dello zucchero che ve lo mettono largamente persino sopra i fagioli lessi (dei quali per motivi di civiltà non abusano) e sull’insalata. Se il Morillo l’avesse saputo, credo che per rammentare a tutti il de gustibus non est disputandum (intorno ai gusti non si discute), in luogo d’ un gatto intento a non so qual ’ atto di pulizia privata, avrebbe scelto un’ altro soggetto più civile.

19 OTTOBRE. - Abbiamo finalmente letto nei giornali la risposta di Wilson alla Germania. E’ l’ unica risposta che si merita. Quantunque non sia stata indirizzata anche all’ Austria - la quale nella condotta della guerra è una malacopia della Germania - pure ha dato sui nervi a questi signori, i quali vi si sono rispecchiati ed hanno riconosciuto se stessi.
* Ci è stato mandato di nuovo l’ avviso, di cui al giorno 7 corr., da pubblicarsi durante le sacre funzioni per tre !!! domeniche di seguito. Strano questo modo di fare. – E’ cosa che noi non possiamo pubblicare. – E’ stato affisso ai muri esterni della chiesa.

21 OTTOBRE. — Da un paio di settimane abbiamo un nuovo feldkurat. L’ altro, grazie a Dio, è stato trasferito. Anche questo è un boemo del partito tedesco, autenticamente tedesco.
— Buon giorno, Sign. Curato: - Viene la pace ?
— No (con dispetto).
- Perché ?
— Ora è Wilson l’ imperatore del mondo...
— che difficoltà ci sono?
— E’ la Francia che non la vuole. (Sino a ieri era l’ Inghilterra la bete noire: tutto il mondo voleva la pace, ma l’ Inghilterra voleva la continuazione delle ostilità).
— Forse sarà l’ Inghilterra.
- No, è la Francia: la quale vorrebbe che la Germania la chiedesse ginocchioni la pace: vorrebbe che l’Imperatore fosse eliminato !... (Silenzio: poi concitalo prosegue): Guglielmo II° eliminato!... Guglielmo II° è un buon cristiano!... - Chi è Wilson ? quell’ usurpatore!... Chi è Clemenceau ? Chi è Sonnino? quegli ebrei!... (Gli ebrei sono l’incubo dell’ Austria, la quale in realtà ne è dominata. — Silenzio, poi prosegue): Guglielmo II° ” prega molto Iddio. (Dentro di me: Forse il “vecchio dio della Germania.,, Quindi per persuadermi che Guglielmo II° è un buon cristiano): Guglielmo II° prega per tre ore il giorno in ginocchio davanti a Dio.
- Nol so, risposi so solo che è protestante luterano.
- Guglielmo II° è un buon cristiano (con insistenza), e prega molto.
- Ma è luterano: e Lei ben sa che i protestanti, specie luterani, negano il libero arbitrio, e però anche la moralità delle opere: quindi devono trovare superflua la preghiera.
- E’ protestante, ma ha l’anima cattolica: è protestante in buona fede.
- Parmi che altrettanto potrebbesi dire dei turchi. I quali in realtà pregano molto.
E’ fanatismo (questo mio modo di parlare). Da noi tutti i preti presentano Guglielmo II° come modello di cristiano (letterale) !... E’ fanatismo... non si può parlare...
E con questo complimento se n’ andò.
* Ieri mattina (20) è stato in convento il colonnello comandante di Tappa il Sign. (che dicono essere anche berone) Catinelli, accompagnato dal capitano della Polizia. Come al solito era già mezzo ubriaco. Sono venuti a vedere un pianoforte verticale inservibile, che dicono essere uno dei primi modelli del genere, sul quale la notte dell’ impresa poliziesca del 13 Settembre, detto capitano aveva posto l’ occhio. - Per dìndiri… se ce lo portan via !... vi abbiamo nascosto dentro dei salami e un pezzo di formaggio...
Questa visita inaspettata è in relazione all’ avviso pubblicato stamane alla parrocchiale, che le Autorità andranno per le case, dove potranno “ requisire,, biancheria, vesti da uomo e... da donna... Roba evidentemente per soldati: necessità di guerra ...
Qualcuno potrà dire, forse per ironia,, che qui a Motta conservano ancora. un po’ di pudore. Almeno la coonestano con un nome militarmente accettato quest’ operazione militare: le vesti da donna a parte. Anzi no, me ne dimenticavo: Nella gesta militari dell’esercito i. e r. a. u. hanno parte anche le donne, e per conseguenza anche le loro vesti. Vi hanno le “Dame dell’ Armata,,, dame eleganti, che rendono molteplici servigi, specie agli ufficiali, e vi hanno ancora altre dame innominabili.
“Requisizione,, adunque, che in buon volgare vuol dire rapina e spoglio di tutto a faccia scoperta. Il fatto è che ormai tutti, prima d’ andarsene, vogliono fornirsi di qualche cosa. Per poco che sia, tutto torna utile. Ma il malanno peggiore sta in ciò che subentrano sempre dei nuovi, i quali a lor volta pretendono di farsi anch’essi un bagaglio.
— Che cosa vuole? disse mia sorella T. Bottàn ad uno, seguito da quattro manigoldi in armi.
- Veniamo a requisire ,, biancheria... polli... ecc.
- Sono stati già tante volte, che ci hanno ormai spogliati di tutto.
- Ma io non sono mai stato...

23 OTTOBRE. - Quante voci contraddittorie !... – La pace è vicina: - No, non viene più. - Gli italiani hanno intrapreso un’ offensiva seria: - No, sono assaggi, ha ancora da cominciare. - Si prepara lo sgombero: - No, tutto andato a monte. Di armistizio non è neppur da parlarne più: E’ la Francia che non lo vuole: no, è la Germania, è l‘ Austria, ecc. - L’ Austria deve cedere, ma gli ultimi giorni saranno disastrosi. - Ce n’ andremo, e nessuno vi toccherà. - Se andremo via colle buone vi spoglieremo di tutto, se andremo spinti dalle armi, vi bruceremo anche le case. Andremo via, ma vedrete che cosa resterà di Motta…
- Nel tal luogo hanno spogliato di tutto: le tali famiglie sono state cacciate dalle case e costrette a ricoverarsi nelle stalle: nella tal altra hanno portato via ogni cosa : nell’ altra hanno lasciato per misericordia qualche pugno di grano turco... E Così via di seguito. Che tortura per queste popolazioni martirizzate da un anno.
“Queste popolazioni, diceva tempo fa cinicamente un ufficiale, sono destinate a morire di fame.,, Ben presto di fame e di freddo, aggiungo io, se questi feroci invasori ci resteranno ancora qualche mese. Ritengo però che, per misericordia di Dio, il nostro martirio sia vicino at termine. Da quanto s’intravvede, qualche cosa di grosso sta per maturare in Austria.

24 OTTOBRE. - “Giurino sulla mia parola, ci disse questa sera il Comandante della gendarmeria, che entro Otto giorni non ci siamo più.,,
- Che cos’ é questo ?... Ci canzona ?...
- “Giurino sulla mia parola,, ecc., ripeté, e non disse altro.
Quantunque di ufficiale non si sappia nulla di positivo, i buoni indizi sono molti, e quasi direi decisivi. Ma questo linguaggio tanto insolito più che confermarci nelle nostre speranze, consolida lo scetticismo dell’ animo nostro estremamente stanco.
* Le discordie tra gli ufficiali di quest’ ospedale vanno sempre ingrossando. Da quando hanno lasciato il nostro refettorio non passa giorno senza litigi. Contro il Magg. medico, Sign. Salzer (viennese, protestante, del partito radicale tedesco), causa di molti malumori, è stato sporto presso il Comando un grave rapporto. E’ un po’ ameno assistere a queste beghe dei nemici.

25 OTTOBRE. – E’ stato affisso un ordine del Comando distrettuale con cui i Comuni e le frazioni si tassano d’ un dato numero di vestiti da uomo e da donna “per servizio dei soldati.,, Sic !... Quanto sono cretini questi signori!... Potevano pur tacerla questa motivazione.
Verrà istituita un’ apposita “commissione. ,, A chi offre volontariamente, verrà corrisposto in contanti (intendiamoci: con quella carta nuova, cioè “buoni monetati, ,, di cui avemmo occasione di occuparci,) per un paio di calzoni, L. 10, per una giubba, L. 12, per un corpetto, L. 3, per una gonnella, L. 10. Le vesti che si offrono devono essere o nuove o in buono stato. (Vorrei sapere in quale sartoria siano state fatte vesti nuove da un anno- in qua.) Se in questa maniera il numero tassato non sarà coperto (per Motta, se ben ricordo: vesti da uomo, 76, da donna, 63,) si procederà alla “requisizione,,, ma in questo caso, si fa notare, non si pagherà nulla.
E’ una forma questa di molto riguardo, elegante, degna di nota, in comparazione di quanto è stato fatto e si fa, specialmente fuori di Motta
* Da tempo sono state messe fuori, fisse al palazzo Ronchese, tre voluminose e rozze casse da imballaggio, con tre rispettive iscrizioni in tre lingue barbare. Alla fine informatomi che cosa si vogliano, seppi che vi furono poste per raccogliere le offerte spontanee di carta straccia, bottoni e ossa. Risum teneatis amici. Si sono mangiata la polpa, ed ora chiedono in limosina le ossa - Che non cada loro in mente di esumare i cimiteri ?...
* Colla data del 24 corr. il nostro mellifluo Catinelli emana un “Dieustzettal,,, che non so se voglia dire Avviso, e che spero sia l’ ultimo. E’ una serie di nove prescrizioni (ma senza la immancabile solita minaccia di “severe punizioni, ,,) d’indole umanitaria per prevenire e curare la febbre spagnuola, che comincia ad infierire anche nel popolo.
Di tali prescrizioni merita notarne due, che sono le più caratteristiche anche in fatto di lingua.
“ 1) Sventolare le stanze, in giorni freddi e piogiosi “bisogna scaldare le stufe e i letti.
4) Vestirsi bene e d’inverno. Tenere caldi i piedi. Non pare un’ironia?

26 OTTOBRE. - Sino al presente, qui e d’ intorni, le persone per via furono rispettate. Ora le cose cambiano. Una bambina che recava un po’ di latte per la mamma ammalata, fu fermala a pochi passi dal Convento, le fu strappata di mano la bottiglia, e poi minacciata. -- Un ufficiale che vide passare una fanciulla con uno scialle, scende da cavallo, e le l’avrebbe strappato di dosso, se la poverina non fosse stata difesa dagli astanti. Questo tale reputo sia stato abbastanza civile, perchè un altro avrebbe posto mano alla rivoltella.
* In questi giorni si è intensificato il lavorio di caricare roba e mandarla in Austria. C’ è un po’ di tutto: e sopra tutto molto disordine. Ognuno, come pare, lavora per sé: ognuno si appiglia a ciò che crede più utile.
Molte sono le voci che circolano d’ un prossimo esodo: ma si dura fatica a vincere lo scetticismo dopo un anno di delusioni. Non v’ è dubbio, se n’ andranno. Sintomi di dissoluzione in quest’ esercito se n’ ebbero da tempo, ma di dubbio valore. Ora la dissoluzione è cominciata, lenta, si, ma irreparabile. Se non m’ inganno, assistiamo all’ agonia dell’ impero a. u.: agonia faticosa, ma morte sicura.
La fallita offensiva, o per meglio dire la disastrosa sconfitta del 15 Giugno ha segnato per l’Austria la sua ultima ora militare. Era proprio vero che impegnava tutto se stessa, che giocava l’ ultima carta.
Questo è quanto ci detta la ragione, ma il sentimento è ancora ribelle si assiste a certe cose da imbecillire.
La ritirata cominciò effettivamente subito dopo il Giugno, e continuò e continua progressiva e ininterrotta sino ad oggi: ma è cosi ben condotta, tanto disinvolta e dissimulata, che noi stessi che ne siamo spettatori duriamo fatica a credervi. La maggior parte del materiale e degli uomini a preferenza viaggia di notte: quello che viaggia di giorno passa per le strade secondarie, e se transita per Motta, vuol parere piuttosto indirizzato al fronte.
Questo è giuoco che dura da mesi, continua anche al presente, causando nelle menti moralmente stanche sfinite possedute dallo scetticismo, l’ effetto voluto: la confusione. Proprio in questi giorni si son fatti passare per Motta come diretti al fronte, carri di stufe da trincea: il treno, che funziona regolarmente, reca per l’ospedale stufe di ghisa nuove che giacciono bene incassate nei nostri chiostri, e si mandano ingegneri a dare disposizioni per lo svernamento, uno dei quali ha impartito ordini relativi all’ uso della chiesa. Si è lavorato in queste ultime settimane e si lavora attivamente a ripulire il paese e a riattare le strade in forma stabile, con tecnica perfetta e con quella solidezza che caratterizza i lavori dell’ Austria: le décauvilles recano ghiaia da lontano e le pressore funzionano da mane a sera.
Perché dunque non diremo che questa è una ritirata magistrale, degna di passare alla storia in contrapposto alla nostra dell’ anno precedente? - o non c’è da diventare imbecilli davanti a cose che per poco non c’inducono a negare l’esistenza di noi stessi?
Intanto si attende con ansietà la promessa offensiva italiana: l’ attendiamo noi come nostra liberazione, l’attendono i nemici, anzi molti la bramano, io apertamente come principio della prossima fine.
* Il Municipio pubblica (25 corr.) un avviso con cui s’ingiunge di portare al Com. di Tappa la gruma del vino, le vinaccie, i bozzoli! e tutte le matasse di seta! “I contravventori saranno severamente puniti.
* All’ uscire dalla cena un soldato dell’ ospedale ci ferma: “Morgen (domani) offensiva italiana...,, e via dalla contentezza di cui non capiva in se stesso.

28 OTTOBRE. - Dalla notte del 26 ad oggi, a vane riprese, un notevole bombardamento nella regione della media Piave.
E’ un grande movimento di truppe (due divisioni, dicono) in direzione del fronte, ma meste e svogliate: non cantano come al solito.
E’ persuasione generale che l’offensiva sia cominciata ma a noi non fa questa impressione. A parte che il cannoneggiare é pressoché nullo al basso Piave e al mare nullo affatto, si dura fatica a pensare ad un’ azione seria con risoluto proposito di avanzare, senza il previo bombardamento dei ponti sulla Livenza.
* Verso le due pom. sono arrivati circa quattrocento prigionieri dei nostri, fatti, dissero, perchè hanno voluto avanzare troppo senza l’ ordine dei superiori. I nostri hanno passato la Piave per circa cinque chilometri in quel di S. Polo e Tezze.
* Circa le tre e venti pom. un’ incursione offensiva di nostri velivoli. Hanno lanciato una quantità di bombe, tutte ad alto esplosivo, anche in località da non spiegarsi il perchè, come nel sobborgo delle Spinade. Ero al tavolino recitando l’ufficio, e come al solito non ci badavo. Però certi scoppii molto vicini solleticarono la mia curiosità. Mi affaccio alla finestra: e, possibile, dissi dentro di me, che abbiano proprio ora impostate delle batterie antiaeree laggiù? (dietro l’argine del Monticano vecchio.) Ma stetti poco a persuadermi che tutt’altro che batterie, erano bombe, e di quelle di lusso, che fioccavano dall’alto.
Due rasentarono l’angolo sud-est dell’ospedale, scavando due enormi imbuti: forse avevano di mira i numerosi carri (dello stesso ospedale) radunati là vicino. Sono stati presi di mira, ma invano, il Comando di Tappa, quello della gendarmeria, la stazione della strada ferrata, la centrale dei telefoni. Una sola delle tante bombe lanciate ha raggiunto l’obiettivo, colpendo in pieno i nostri prigionieri, testè menzionati, che erano radunati per il rancio in un cortile dietro la Banca Popolare. Una strage: vi sono stati quindici morti, straziati in modo orribile e resi irriconoscibili, e molti feriti anche gravissimi. Disgraziati!... che morte hanno trovato !...
Questo è senza dubbio uno sbaglio; forse furono scambiati per soldati nemici; ma come poi si spiega l’ aver bersagliato tanto le Spinade? località disseminate di case rustiche, e che non presenta nulla di sospetto? - Forse è stata una cattiva informazione. - Ancora una domanda, giacché, a quanto pare, siamo alla fine: Perché durante tutto quest’ anno, in tante incursioni offensive, non furono mai presi di mira né il Comando del Corpo d’Armata, ne i ponti?

29 OTTOBRE. - Le vittime dell’ incursione aerea di ieri sono aumentate: i morti sono saliti già a 25, ed altri feriti gravissimi li seguiranno presto.
Lode incondizionata va tributata ai sanitari di questo ospedale, i quali corsero immediatamente sul luogo del disastro a raccogliere i feriti, prestando loro premurose cure.
* C’è chi asserisce che detta incursione è stata preannunziata nel mattino, e precisamente per le ore 3 ½ pom. Chi asserisce tanto, è persona indubbiamente in grado di saperlo: il comandante della gendarmeria. Se è vero, può parere un eccellente servizio di spionaggio con sede, naturalmente, in Italia. Altri invece asseriscono che sono stati gli stessi nostri velivoli - i quali nel mattino volteggiarono ininterrottamente su di noi - a preavvisarne la popolazione civile. - Chi ne saprà mai nulla?
* Nella notte scorsa è stato un notevole movimento indietro di truppe specialmente del genio, della sussistenza e di artiglieria.
* Che affare di chiacchiere !... I nostri sono arrivati al tal luogo..., al tal altro...: si sono veduti nel tal paese, nel tal altro. E via di seguito... - Ciò che è vero è questo, che i nemici credevano di poter fare una piccola resistenza di un palo di giorni sul medio Monticano, ma che i nostri l’ hanno già varcato a Lutrano.
* Ambedue gli ospedali questa sera hanno ricevuto l’ ordine di tenersi pronti a partire nella notte. Le cose precipitano: ora si tutti possiamo credere senza riserve, che la nostra liberazione è vicina.

30 OTTOBRE. - Tutta la notte e tutto il giorno è stato un continuo movimento di truppe che ripassano la Livenza, bersagliate dalle mitragliatrici dei nostri velivoli che le incalzano senza pietà.
Alle sei di stamane è partito l’ ospedale con tutto quello che poté portare seco. Ha lasciato parecchi malati gravissimi dei suoi e dei nostri (quest’ ultimi, feriti dalla bomba del 28.) Per questi e per i malati borghesi, ha lasciato tredici capi di bovini (presso varie stalle,) e medicine. La consegna l’ ha fatta al convento (eccettuati i bovini, ben’inteso,) per la cura ha lasciato un giovane medico ucraino, ossesso dalla paura a segno che non distingue più tra vivi e morti. I locali li ha lasciati in buono stato. Ha Lasciato parimenti tutta la fornitura e il mobilio che ha trovato appartenente all’ospedale civile, più molta della sua roba, specialmente letti, brande, materassi, stufe di ferro tutt’ ora imballate, ecc. Alle tre pom. quel buon medico ucraino, dopo essersi rivolto a questo e a quello per consiglio, ma inutilmente perchè ormai ognuno attendeva a se stesso, si risolse di partire a piedi.
Alle ore sei pom. parte il Comando del VII Corpo d’Armata, e con lui la sua gendarmeria da campo.
Reputo dovere di gratitudine e omaggio alla verità una breve menzione del Comandante di questa. E’ un ottimo giovane boemo di nome Rodolfo Krouzilka, il quale senza venir meno ai suoi doveri di ufficiale, ha conservata intatta la sua fede nazionale, ed ha fatto tutto quel bene, che era in suo potere, a quanti con fiducia si sono rivolti a lui. Il Signore lo conservi, lo benedica e lo rimuneri di tutto. - “Tutti hanno requisito, dissemi, cioè rubato (sono sue precise parole,) ma io vado superbo di poter dire che non ho requisito, cioè rubato nulla a nessuno. Ho dovuto una sola volta requisire per necessità cinque sacchi di grano turco, ma ho rilasciato un buono regolare. Purtroppo ho dovuto alle volte mettere i miei uomini a disposizione di altri Comandi: ma né andarono da sé, né io li ho mai mandati a compiere atti riprovevoli.
— Quanto mi dice è ben noto a tutti. Dal canto mio sono felice di poterla assicurare che ella lascia grata ricordanza. Ma purtroppo non si può dire altrettanto dell’ ufficialità in genere, la quale, tra l’ altro ci ha portato il mal costume, che qui non è mai esistito.
- In compenso io le dico (non per mia esperienza, che non ho mai tentato nessuno, ma perché sono d’ altronde in grado di saperlo) che in nessuna delle città che abbiamo occupate si sono trovate donne forti come qui. Ma capisco bene che abbiate ad esserne contenti della nostra partenza: presto avrete i vostri. Non le dicevo io il vero giorni fa “che dopo 8 giorni non ci saremmo più ?,, Allora era da una settimana che non si avevano più comunicazioni con Vienna, e che non si riceveva più nulla dall’ interno.
— Vuol dire adunque che il Governo centrale non esiste più, e che l’ esercito é virtualmente sciolto.
— Gran confusione C’ è : chi sta al suo posto, e chi prende la via di casa.
Le truppe dal fronte sono già tutte ritirate? Si fermeranno per nostra disgrazia sulla Livenza?
— Come può immaginarsi, io sono l’ ultimo a partire, e tenga per certo che resistenza seria non se ne farà più.
- Allora questa notte avremo lo schianto dei ponti?
-Probabilmente non questa, ma la notte appresso: gli italiani non ci sono ancora alle spalle. Delle pattuglie in ritardo ce ne sono ancora, contro le quali, partito io, non vi può garantire che la vigilanza e la prudenza.
- Partendo lei ad ora si tarda, poco lontano potrà andare.
- Questa sera faccio conto di arrivare a Cordovado.
- E poi... sul Tagliamento... e per Trieste...
- Per Trieste, no: A Lubiana sventolano ormai le bandiere dell’intesa. Non mi resta altra via che per Klagenfurt.
Quest’ ufficiale che conosco quasi da un anno, ben sapendo che la morte dell’ Austria è la rissurezione della sua patria, parte contento. Consapevole di non aver fatto del male a nessuno, non teme la possibilità di cadere in mane dei nemici, e conserva la sua abituale equanimità e serenità sino all’ ultima ora.
* Questa è la prima sera che non abbiamo la luce elettrica dell’ esercito. Scrivo al lume d’ un moccolotto, ma me ne rallegro.
* Questa notte verso le undici e mezzo è cominciata la demolizione dei ponti. Gli scoppi dell’ anno scorso erano un nonnulla a paragone di questi. Non si dorme: bisogna contarli tutti. Ce n’è stato uno si formidabile che credetti mi gettasse dal letto. Quest’ opera di demolizione è durata ad intervalli sino al mattino. L’ anno scorso erano schianti dolorosi quest’ anno ci allargano il cuore: ci annunziano che la nostra liberazione è vicina: Ecce appropinquat redemptio vostra! - Gli ospiti sgraditi hanno compiuto l’ esodo: e, a quanto pare, un giorno prima del previsto. Se ne vadano senza volgersi indietro a contemplare la desolazione che hanno recato in questi paesi: se ne vadano, e Iddio tenga lontano ora e sempre dalla patria tanto flagello.

31 OTTOBRE. - Ultimo giorno del mese del S. Rosario. - Sono andati ?... se ne sono proprio andati ?... tutti ?... Questo e null’ altro sappiamo chiederci al primo uscire di casa, intanto qualche gruppetto e qualche ritardatario passa ancora. Ci guardano con occhio sinistro, e tiran dritto.
- Dove vanno? come faranno a passare il fiume? - Sono affari loro.
Intanto chi può resistere alla curiosità di andare a vedere i ponti demoliti? Pare che ci manchi ancora questa ultima testimonianza per persuaderci che non abbiamo più nemici in casa.
Demoliti bene, in maniera irreparabile. Gli austriaci sono maestri in quest’ opera di distruzione. I nostri li minavano alle testate: gli austriaci vi gettano la salciccia esplosiva, segandoli a metà, come se una mano potente li tagliasse d’ un sol colpo con precisione geometrica.
In paese assisto a due tristi spettacoli, ultimo ricordo dell’ invasione. II palazzo del sindaco Sign. avv. C. Pellegrini è stato incendiato nella notte, e di là il fuoco si è esteso alle case attigue di Giacomini e di Bertoja. Avanzo alcuni passi, e odo poco lontano una detonazione di fucile. Un malvagio, ultimo avanzo degl’ invasori, aveva angariato un tal Giuseppe Falzin, abitante alle Spinade, per condurgli via, chi sa dove, un carro di mobiglie. Giunti in via del Girone là dove mette al Borgo Aleandro, il disgraziato vuol fargli intendere che non è possibile proseguire, ma quel malvivente punta senz’ altro l’arma, e con un colpo alle tempia lo fredda: poi, come se il fatto non fosse suo, traversa la piazza del Municipio e sparisce.
* Alla fragorosa demolizione dei ponti compiuta nella notte, successe dovunque un silenzio sepolcrale. Il cielo è coperto da un velo tenue bianco uniforme che non è né nebbia né nuvolo, il sole è timido e non mostra la sua faccia, l’aria è quieta e tepida, non stormisce una fronda, non una passera cinguetta, non un colpo di cannone, non un colpo di fucile, non un crepitio di mitragliatrice, non una ruota stride nelle vie, non un vocio di fanciulli... Tutto e tutti pare che con mirabile spontaneità siansi data la consegna del silenzio: ci guardiamo in faccia attoniti di quanto accadeva e di quanto stava per accadere: ci parliamo sottovoce quasi per tema di violare una cosa sacra.
- Che contrasto repentino col frastuono di centinala e centinaia di cannoni e di tante macchine belliche, durato un anno intero e chiuso da poche ore con dei rombi che facevano traballare il suolo! Contrasto iperbolico, che solo la fervida fantasia d’ un poeta orientale potrà ritrarre al vero.
Trascorre il mezzogiorno: nulla di nuovo: ci guardiamo muti quasi ricercando noi stessi.
Ma ecco che alle ore 2 un grido acuto e prolungato di gioia ci riscuote: Sono i fanciulli che volti, non già al nemico fuggente il quale aveva già passata la Livenza e che avrebbero voluto tosto dimenticare, ma a ponente, sino allora silenziosi e muti, con gli occhi fissi scrutavano gli svolti delle strade, e che con quel grido ci annunziavano l’ arrivo dell’avanguardia ciclistica del Regg. di Cavalleria “Aquila,,. Tutto un popolo, che ormai poteva dopo un anno abbandonare impunemente la casa, si riversò sul loro passaggio, vecchi, donne, bambini. Quanti abbracci, quanti baci siano stati dati a quei nostri primi liberatori, che cosa si dicesse loro, che cosa si chiedesse, io nol so: rammento che bambini i quali appena articolavano, non potendo altro di meglio, colle manine scarne alzate, non cessavano di gridare: Taliani, taliani..., perchè se altro non capivano, ben sapevano che solo i soldati italiani avrebbero recato la liberazione da morte sicura. Dopo un anno di martirio era il primo giorno che spuntava sul labbro di tutti un sorriso. Chi esultava e chi piangeva di gioia inenarrabile.
* Il nemico fa della reazione sulla Livenza. Il crepitio delle mitragliatrici e della fucileria è vivacissimo da ambe le parti. La nostra artiglieria non è arrivata, mentre quella nemica, che pare alquanto numerosa, si fa sentire con lancio di “srapnels,, e di granate da 105 in questi dintorni, specialmente sulla strada provinciale, su quella di Redigole e sull’ ex-ponte omonimo. Uscire di casa e pericoloso.

 


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