Racconto N° 1
Montebellunesi Eroici
Il Sergente di ferro
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Vincenzo Matteo Colognese
Medaglia d’Argento al valor militare, alla memoria. “Costante esempio di valore e fermezza, mentre l’artiglieria nemica di ogni calibro bombardava intensamente la trincea occupata dal plotone ai suoi ordini, con grande calma percorreva la linea rincuorando i superstiti e liberando dalle macerie i sepolti, finchè venne egli stesso colpito a morte. Il suo corpo giace là e non fu più ritrovato. Monte Valderoa, 17.12.1917
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“Guardate questi musi che vi metto sott’occhio, questi semplici soldati, scelti a caso fra tanti d’una delle tante compagnie: la 265a Compagnia,terzo plotone (il più bello dell’Esercito; perchè? perchè è il mio!). Colognese è quello con i fiori sull’orecchio e le due penne sul cappello, una bianca e una nera: caporal maggiore qui, poi sergente che, comandato di ronda il primo giorno che s’andò a riposo dopo il Cauriòl, per sorvegliare i soldati che avevano bevuto un poco e tenerli lontani dai Carabinieri, fu trovato dopo tre ore ciucco duro in un paese lontano dieci chilometri, che faceva briga con i Carabinieri, appunto!” (Paolo Monelli, autore di “Le Scarpe al Sole”,commentando la foto di due alpini del suo Plotone).
Vincenzo Matteo Colognese, di Montebelluna (1894-1917), 3° Plotone, 265a Compagnia, Battaglione “Val Cismon”, 7° Reggimento Alpini. Decorato con Croce d’Oro Serba nel 1916, Medaglia di Bronzo al V.M. sul Monte Cauriòl il 19.10.1916, Medaglia d’Argento al V.M. sul Monte Solarolo il 25.11.1917 e Medaglia d’Argento al V.M. alla memoria sul Monte Valderoa il 17.12.1917, con promozione postuma al grado di Aiutante di Battaglia.
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Vincenzo Matteo Colognese
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Da qualche giorno trincerato con il suo plotone sulle balze del Valderoa, resistendo sotto un furioso bombardamento agli attacchi degli alpini austroungarici e degli alpini del Battaglione Wurttemberg, Colognese percorreva la linea rincuorando i superstiti e liberando dalle macerie i sepolti, incurante del pericolo e confermando il valore e la fermezza sempre dimostrati nei trascorsi due anni di guerra. Colpito a morte da una granata tedesca, il suo corpo dilaniato veniva disperso a brandelli sui prati del Valderoa e non fu possibile ricomporre la salma. (Mattina del 17.12.1917.)
Dopo innumerevoli atti di eroismo, ampiamente riconosciuti da vari encomi e ricompense al valor militare, Vincenzo Colognese concludeva così la sua vita, offrendola alla Patria in nome dei principi di libertà e indipendenza nei quali aveva fortemente creduto.
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