FEBBRAIO 1918
1 FEBBRAIO. – E’ stato pubblicato un avviso, a stampa, l'interpretazione del quale riesce alquanto malagevole. Per gli studiosi di lingue europee lo trascrivo tal quale : I. e R. Commando Stazione di Tappa Notificazione 1. Nell' alta tensione elettrica sono, senza autorizzazione del Comando, severamente proibito avere arbitrariamente la conduttura della luce e della forza motrice. 2. Azioni contrarie vengono notificate senza indugio. 3. Toccare l’ alta tensione elettrica è legata con un grande pericolo dï vita. Motta di Liv. 31 Gennaio 1918 Commando Stazione di Tappa. |
2 FEBBRAIO. - Sono arrivati di ritorno alcuni soldati a cavallo, i quali erano stati destinati ad accompagnare a Palmanova e altrove alcuni reparti di profughi fatti sgombrare dal fronte. Uno, che abita in casa di mio padre, è un buon boemo, il quale cerca più di una volta sollievo nelle lagrime ai suoi segreti dolori. Pietoso e desolante il racconto che fa del suo viaggio. Nella sua colonna sei (quattro bambini e due vecchi) sono morti di fame e di freddo per via. Quegl ' infelici chiedevano una fetta di polenta a lui che per tutto viatico (che doveva bastargli sei giorni), ebbe un pane (immangiabile, più sopra menzionato) e tre piccole scatole di carne. In un' altra colonna ne sono morti otto. - Strana pietà questa: prendersi premura di farli sgombrare per metterli in salvo dalle granate italiane, e non darsi pensiero che non abbiano poi a morire di fame e di stenti lungo la via ! Da fonte non meno inecçepibile so di atti crudeli compiuti dai soldati conducenti di profughi da prima concentrati ad Annone , e poi fatti proseguire più oltre . Di quel poco che era stato loro acconsentito di condurre seco , all’atto d i lasciare Annone , proprio da chi avrebbe dovuto essere di protezione e di difesa , si faceva una scelta , che poi su carri appositi si inoltrava per altra via . Ma , i padroni , dicono questi barbari , siamo noi.
4 FEBBRAIO. - A Gorgo e nel paesi circonvicini e nelle frazioni di Motta è terminato il sequestro delle granaglie, che Vengono immagazzinate più che per gli affamati del popolo, per gli affamati dell' esercito. Difatti agli ufficiali si comincia a dare polenta al forno in forma di pane, e ai soldati qualche volta una fetta di polenta, cotta come meglio sanno, alla caldaia. Per ragioni economiche col grano si macina anche il torso della pannocchia, e la farina non si abburatta. In qualche luogo ai possessori si è lasciato quanto essi, i ladri, dicono debba bastare per sei mesi in ragione di grammi duecentocinquanta a testa, cioè, con una signorile eccedenza, chili quarantacinque. Altrove non hanno lasciato niente incaricandosi essi di passare la razione. E con questi duecentocinquanta grammi di farina i contadini debbono lavorare la terra, e lavorarla tutta, pena la deportazione . Si attendeva nei giorni scorsi che il medesimo sequestro e nelle medesime proporzioni venisse compiuto anche a Motta - Per Motta ora s' intende il centro con quella parte di sobborgo che ha per limiti i ponti della Livenza nova, l’ ansa della Livenza verso S. Giovanni, S. Tonin , il ponte di Redigole e quello di Albano. - Invece il “ podestà,, fu invitato a recarsi al distretto (Portogruaro) per il giorno tre . Vi andò per lui il consigliere G Galietti , il quale trovò là convenuti rappresentanti di vari paesi. Ecco gli ordini: Per il giorno quindici del corr. Mese tutte le granaglie siano immagazzinate: - a nessuno se ne lasci un pugno oltre detto giorno: - quindi tutti saranno messi alla razione di grammi duecento di polenta al giorno. L’ opposizione è stata unanime e vivace. – A Vienna, disse ad un certo punto il colonnello irritato, si soffre la fame da tutti: le donne passano anche le notti sulla strada davanti ai depositi, attendendo il turno per vedere se nel domani potranno ottenere l’esigua razione!... - Unanime parimenti è stata l’ opposizione che ha incontrato la proposta d’ una tassa sui fondi. La seduta fu tolta, rebus infectis, coll’intimazione ai convenuti di radunarsi là ogni settimana, pena la deposizione dall’ ufficio, poco importa che manchino i mezzi di trasporto e che le strade siano impraticabili. La strada ferrata è riservata ai soldati. * Ieri e oggi è stato un grande movimento di truppe di ritorno dal fronte. Una divisione qui stanziante è cambiata, per essere inviata, pare, al fronte tridentino. E’ uno strano modo di dislocarsi che hanno questi soldati, con i loro carri e carrettini trainati anche da buoi con tutti i loro attrezzi privati, con mobili e masserie rubate qua e là, e persino con mandrie di bestiame razziato.
6 FEBBRAIO. - I voli dei nostri aeroplani in ispezione a quota altissima, appena visibili, non si contano più. Quando le giornate sono chiare, sono ininterrotti da mane a sera. Il volo di etichetta, diciamolo cosi, è quello del mezzogiorno. Una volta, a chi più a chi meno, incutevano timore: ora non ci si bada più. E’ vero però che delle bombe (all’ infuori di quattro lasciate cadere una sera nelle vicinanze di Gorgo) sin ora non ne hanno lanciate. Non mi spiego come si permetta ai nemici di costruire pacificamente i ponti. * Ieri sera hanno cominciato a demolire il resto del muro di cinta del convento dalla parte occidentale dell’ orto. La immagine sacra del SS. Redentore - un basso rilievo in pietra, molto rozzo — fu isolata ed è rimasta in piedi, ma solo per merito degli operai che si rifiutarono di abbatterla. E’ un magro avanzo della chiesa di S. Croce di Redigole, soppressa da Napoleone, e poi man mano demolita. Mio padre può raccontare una triste istoria di alcune famiglie che concorsero a questa distruzione per approfittare del materiale. La mia famiglia ha per tradizione la pia consuetudine di accendere tutti i sabati sera una lampada ad olio davanti a quest’ immagine. Alloscopo di utilizzare il materiale per la strada, si è cominciato a demolire anche il bello, comodo e tecnicamente perfetto marciapiedi lungo il Viale della Madonna. I ciottoli della cunetta e delle sponde laterali colle pietre di spalla, sono già divelti e gettati sulla strada. Quel che ne resta - se resterà - sarà un triste ricordo.
7 FEBBRAIO. - Sotto la presidenza del colonnello del distretto (Portogruaro) qui venuto appositamente, si sono adunati nell’ ufficio del podestà, il consigliere G. Galletti, i Sacerdoti in cura d’ anime del Comune e il P. Guardiano del Convento. Dopo una lunga e melata concione, in cui diceva d’ interessarsi vivamente al bene del popolo, tornò sull’ argomento già accennato, del sequestro totale delle granaglie. - Strana quest’ insistenza nel chiedere il consenso per non dire il permesso, per fare un sequestro che già è compiuto dovunque fuorché a Motta, insistenza che parrà ancor più strana quando si consideri che il furto e le usurpazioni si perpetrano impunemente. Possibile che gli scrupoli siano venuti tutto d’ un tratto, e solo al colonnello del distretto ? Una soddisfacente spiegazione dell’ enigma forse la può fornire la considerazione che del sequestro ne usufruirebbero per la massima parte coloro che lo fanno e le loro famiglie (alle loro famiglie, alta e bassa forza, procurano di mandare qualche cosa il più spesso che possono), e che una volta fatto, nulla più per nessuno resterebbe da requisire o da rapinare, mentre è da sapersi che quì a Motta risiedono i Comandi, cioè, tedescamente, i “Commandi ,, numerosissimi d’ un intero Corpo d’ Armata. Al soavissimo colonnello, che ostentava tanto interesse pel bene del popolo, fu inoltre fatto notare come bisognasse alla fine reprimere il furto da parte dei soldati, e garantire al popolo la sicurezza dalla rapacità delle truppe. Ed egli: “ il Comando mi ha assicurato che in questi giorni ne verranno giustiziati quattro (troppa roba, in verità): ma poi, che si può fare ?... Ci vorrebbero altrettanti poliziotti quanti soldati,, - Bella sempre la verità! anche in bocca di chi la dice inconsapevolmente: ma poteva aggiungere senza tema di esagerare: E altrettanti gendarmi quanti poliziotti... Insistette molto sulle scuole, preannunziando un’ ispezione settimanale. — Scuole senza maestri né maestre ( è a due Padri del convento che incombe quest’ onere), senza locale, senza materiale scolastico! - Non importa, ma la scuola si deve fare, e quattro ore al giorno. Per coronare l’ opera, il giovedì verrà istituita la scuola di ginnastica. Quantunque contro voglia, ci fa proprio ridere questo signore, il quale avrebbe dovuto capire da sé senza molto sforzo, che in questi momenti la... città di Motta può far senza di questo lusso, e che i figli del popolo - poiché i cittadini sono tutti fuggiti - della ginnastica ne fanno abbastanza nella campagna per disporre lo stomaco al magro pasto.
8 FEBBRAIO. - Tre mesi oggi di schiavitù. Sono già tre lunghi anni di martirio che ogni s’intensifica. - E quando se n’andranno? quando torneranno i nostri ? quando finiranno le nostre torture ? è possibile che i nostri non sappiano di quanto soffriamo? possibile che non ci pensino? che ci abbandonino così in potere di gente tanto inumana ? quanto avremo ancora da patire ? - Quanto sarà felice quel giorno in cui ci sveglieremo ancora una volta italiani? Vergine Santissima dei Miracoli, affrettalo, che grandi saranno le azioni di grazie che Ti renderemo. Queste e simili sono le domande, i discorsi, le preghiere che si fanno da tutti. Non di pace che si parla ora, come un anno fa, ma di liberazione dalle torture. * In tre mesi è stato dagli invasori rubato e asportato per molti milioni: ma sul mercato non hanno recato che ninnoli per soldati: articoli fotografici, carta da lettere, matite, accendisigarette, pettini di struttura primitiva, e che a chi n’avesse di bisogno sono proprio inutili per la caccia, ed altre inezie. Per i borghesi non hanno recato che pochi fiammiferi, in un’ ora tutti spacciati, e qualche pezzo di sapone: ma che prezzi! tre e quattro corone non per un pezzo di sapone, ma per un sasso.
9 FEBBRAIO. - Nei giorni scorsi c’è stata un’ ispezione nell’ ospedale da campo 808 qui stanziato. Le conseguenze sono disposizioni per molti cambiamenti di personale. Ci sono a Motta due ospedali, l’ 808 che funziona sin dal primi giorni dell’ invasione, e l’ 807 di riserva, in attesa di andare avanti. In tale attesa, il personale di questo occupa il suo tempo in quello: ma la sua presenza qui ormai tornava superflua. Gli dispiaceva molto però lasciare Motta per trasferirsi ad Annone. Si approfittò quindi della temporanea assenza del Maggiore medico ii Sign. E. Wagner, di nazione boemo, l’ unico e vero responsabile, per compiere un sopraluogo, e per prendere quelle determinazioni che erano nei desideri del personale dell’ 807, un misto di tedesco e di ungherese. A questi intrighi non sono probabilmente estranei motivi di religione, ma certo hanno una larga parte questioni di nazionalità (in Austria le nazionalità si odiano cordialmente), e specialmente le donne. Anzi è proprio una signorina della Croce Rossa appartenente all’ 807, figlia d’un deputato ungherese, cui tanto dispiaceva partire da Motta. Una vittima di questi intrighi è il capitano medico Sig. Giuseppe Prader da Merano (Bolzano), persona degna di ogni rispetto, la quale pel bene che ha fatto si é acquistata la stima e la benevolenza di tutti.
10 - 13 FEBBRAI0. - Grande passaggio di famiglie fatte sgombrare dal paesi oltre Oderzo e Chiarano. Carri trainati da buoi o da vacche che durano fatica a sfangare, carichi d’ un po’ di tutto come accade quando una famiglia cambia casa: vecchi, donne, bambini che si trascinano sofferenti dalla stanchezza, dalla fame, dal freddo: tutti dalle labbra pallide e mute, dallo sguardo sperduto, dalla mente che più non ragiona posseduta dallo sgomento. Infelici ! parecchi di loro non raggiungeranno il luogo di destinazione, ma rimarranno per via, sepolti lungo una strada. Che doloroso spettacolo! E’ un passaggio di convogli funebri.. Che tristezza profonda ha invaso in questi giorni il mio spirito! tristezza che non giungerò mai a ridire. Quanti dolori, quante trepidazioni! E’ un martirio continuato, interminabile. * Il Comando d’Armata pubblica in data 12 corr. un manifesto con cui presenta al pubblico “La Gazzetta del Veneto”, dalla quale “tutti possono farsi un’idea, esatta della situazione al fronte che maggiormente lo (sic) interessa. ,, Mette poi in guardia il popolo da “notizie fantastiche di successi e vittorie delle armi italiane, atte a suscitare speranze che non potranno mai diventare realtà. ,, E’ a stampa in tre lingue, di più in dialetto, friulano. - Velenoso solletico politico !...
13 FEBBRAIO. - Ieri ed oggi hanno demolito sin dalle fondamenta il “ capitello ,, ossia edicola, già antecedentemente profanata, della “Madonna del Latte,, , sita lungo la via di Conca d’ Oca vicino la stazione della strada ferrata. * Da alcuni giorni è cominciata l’ esumazione dei soldati italiani e austriaci caduti lungo la Livenza, che vengono trasportati nel cimitero vecchio di S. Giovanni. Sopra le loro sepolture, altre abbinate, altre singolari, si erge una modesta Croce in legno con una tabella scritta ad inchiostro o con matita, che dice: “ N. N. , soldato austriaco, caduto ,, ecc. : “ N. N. , soldato italiano, morto,, ecc. Mentre Ia frivolezza umana distingue, italiani e austriaci giacciono là allineati, e le loro ossa si abbracciano nel silenzio del sepolcro !... - O morte, tu che tutto sai, tu che ogni lite dirimi con un solo verbo, tu, dimmi, che cosa accade nel mondo che gli uomini non danno più ascolto neppure alle tue grandi lezioni ? Io nol so: - Dimmi, rinsaviranno?
Ero là che assistevo a questa mesta opera di pietà, quando giungeva la voce che un drappello armato per ordine del Comando aveva intrapreso un nuovo spoglio della biancheria nelle famiglie. L’ annunzio dell’ imminente arrivo d’ una banda di briganti non avrebbe incusso tanto spasimo. Ho assistito ad uno spettacolo doloroso tanto, che non dimenticherò si presto. Vi fu chi giunse ad augurarsi persino la morte : “Piuttosto di rinnovarci ogni altro giorno di martirio, ci uccidano, che tutto finirà in una sola volta. ,, - Fortunatamente questa, per eccezione, non è stata una rapina ma una questua di beneficenza per gli ospedali.
16 FEBBRAIO. - E stato trasmesso al Convento da pubblicarsi al popolo un decretone del Comando supremo, ordinante, tra l’ altro, il sequestro di tutte le granaglie, delle patate! del fieno, della semenza del trifoglio, del... vino. Tutto dev’ essere immagazzinato, e per ciò che concerne le granaglie e il fieno, distribuito a razione, per gli uomini grammi duecento, e per i buoi chili dieci. Del vino non si fa menzione, perchè, ben inteso, dovrà essere riservato tutto a loro sbornioni e alle loro elegantissime dame. Non pensano mica che il vino li ha infatuati, e fermati ai Piave ! E’ stato recato anche un avviso, cioè “Proclamazione per tutti i coltivatori dei bacchi da seta, ,, con cui si avvertono i coltivatori di bachi, di prenotarsi entro il giorno 20 per la quantità della semenza, la quale sarà dall’ Autorità militare venduta al prezzo di L. 10 l’oncia, mentre i bozzoli saranno tutti acquistati dalla stessa Autorità al prezzo di L. 8 al chilo. Il popolo viene inoltre avvertito che i campi debbono essere tutti coltivati come per lo innanzi: che è stato costituito un sindacato (con a capo il fattore di Gini), l’ ufficio del quale è d’ invigilare a tale scopo e di fornire mezzi di mano d’ opera e di aratura a chi ne difettasse: che le condizioni proprietarie rimangono le stesse, solo che ai proprietari fuggiti subentra to Stato: e che per le condizioni di affitto si propone come modello il contratto del Graziani co’ suoi fittaiuoli, fatte lievi variazioni. I due ultimi avvisi fanno buona impressione, ma sono in manifesta contraddizione col primo. Eccone il modulo che riproduco tal quale:
Modulo del Contratto di mezzadria stipulato dal Governo Militare coi contadini delle Terre occupate, nel Febbraio 1918.
CONTRATTO DI MEZZADRIA
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L’ Amministrazione dell’ Esercito chiude in presenza di 2 (due) sottoscritti testimoni, un Contratto riguardante circa ……. campi di suo possesso con l’affittaiuolo . ….. e così anche a nome dei suoi figli 3 eredi (che cosa voglia dire, non si sa) tutti dimoranti in……… N……. alle seguenti condizioni: 1.) Come interesse o affitto per ha casa, giardino e orto dovrà l’affittaiuolo pagare 100 (cento) corone al tempo della raccolta della seta, cioè al 1 Luglio 1918. 2.) Biade di ogni qualità e legumi verranno spartiti per metà, così anche la semenza che verrà fornita metà dall’ Amministrazione dell’ Esercito e metà dell’ affittaiuolo, tranne quella del grano turco che dovrà essere fornita totalmente dall’ affittaiuolo. Verrà consegnata da parte dell’Amministrazione dell’ Esercito la semenza del granoturco a patto che al tempo della raccolta il quantitativo della semenza dovrà essere di nuovo in natura restituito. 3.) La raccolta dei bozzoli da seta dopo sottrazione del costo della semente, verrà divisa per metà. Sulle foglie che rimangono nel luogo, dopo la nutrizione dei bachi può l’Amministrazione dell’ Esercito disporre che rimangano sugli alberi o che vengano vendute. Nell’ ultimo caso l’ importo ricavato è da dividere per metà. Se bisognerà comperare delle foglie la spesa verrà spartita in 2 parti eguali. 4.) La raccolta del vino viene dopo sottrazione del coste dello zolfo, della calce, del solfato di rame che verrà fornito dall’ Amministrazione dell’ Esercito divisa per metà. 5.) Il foraggio, fieno, trifoglio, verrà anche diviso in 2 parti eguali. Gli esistenti animali da tiro possono solamente con autorizzazione dell’ Ufficiale distrettuale alla coltivazione essere impiegati fuori del proprio distretto di coltivazione. Oltre a ciò l’ Ufficiale distrettuale ha il diritto di adoperare anche fuori del territorio d’ affitto, gli animali da tiro. La mancanza di foraggio per questi animali bisogna che venga pagata da tulle due le parti. 6.) L’ affittaiuolo non osa permettere di fare delle nuove vie sui campi senza autorizzazione del proprio distretto di coltivazione, egli è responsabile dei danni recati. 7.) L’affittaiuolo è obbligato assieme agli appartenenti della famiglia per i necessari bisogni di venir innanzi dalla sua casa e la raccolta di portarla in un fissato magazzino del distretto di coltivazione. Mercedi per qualsiasi lavoro ordinario oppure straordinario sono escluse. 8.) Le riparature in casa che devono essere fatte in causa di negligenza dell’ affittaiuolo vanno a carico del medesimo. 9.) II presente contratto di mezzadria dura in forza fino alla completa demobilitazione. 10.) Presso le involontarie lacune del contratto le due parti si tengono, alle abitudini e alle valevoli leggi del paese. 11.) L’ affittaiuolo deve fornire in natura il 5% della propria rendita all’ Agente.
Motta di Livenza, li…….
L’ Affittaiuolo: Per l’ Amm. dell’ Esercito:
I testimoni:
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* Questa sera mi trovavo dai Vazzoleri mentre si presentavano due soldati per comprare almeno un chilo di farina di grano turco. - Non ne abbiamo neppure per noi e per questi bambini. Le insistenze si moltiplicavano. Uno che, mi pare, era un caporale, disse: - Ho quaranta uomini ora arrivati dalla trincea, e non ho che cosa dar loro da mangiare. - Andate dal Comando che ha immagazzinato tutto. - Sono stato, e mi hanno risposto che non hanno niente, e che andiamo nelle case dei contadini. - E che cosa volete trovare nelle case dei contadini ora che soldati e Comandi ci hanno spogliato di tutto? -andate più avanti. Sono già stato da per tutto: è un’ ora che cammino, e non trovo nulla. Questi e simili casi nelle famiglie di campagna, ora sono cose di tutti i giorni, anzi di tutte l’ ore. Gente affamata di fame autentica, che quando può avere un tocco di polenta, calda o fredda che sia, la divora con un’ avidità che addimostra quanto feroci siano gli stimoli del loro stomaco. E vogliono continuare la guerra ! — Veramente, riferendoci ad altri tempi, la fame presso i popoli del settentrione è stata uno dei principali moventi delle guerre. La razione-giornaliera dei soldati ora è: la mattina una porzione di surrogato di caffé, al pranzo una porzione di brodo (senza minestra), tre mezze dita di carne e un pezzo d’una cosa che essi chiamano pane, grande circa quattro dita, che deve bastare una giornata: la sera una razione di surrogato di caffé e, quando ce l’ hanno, una fettina di polenta o un pugno di farina. Sembra impossibile che un soldato possa vivere con si esigua razione di vitto. Questa è la razione ordinaria la straordinaria, niente, all’ infuori del caffé, ciò che accade spesso. -Hanno gozzovigliato e sciupato da prima : ora fanno digiuno. — “ Mangiamo e beviamo , poiché abbiamo trovato il “ paradiso dell’abbondanza ,,: dopo venti giorni…, un mese..., si va avanti ,,. — Calcoli sbagliati anche questi. Del resto è cosa mirabile, e che trovo difficile a comprendere, come questi soldati pure perseverino, e con tanta tenacia, a combattere. Una qualche spiegazione, certo inadeguata, la potrebbe fornire il fatto che ogni anche più piccolo reparto è un composto di tutte le età, dai ragazzi imberbi agli uomini attempati, e che in fatto di nazionalità è una piccola babilonia... E’ cosa più che naturale che non si capiscano tra di loro. E’ parimenti noto come queste nazionalità si odiano cordialmente : Cosi avviene che ognuno è per il suo collega d’ armi un poliziotto e una spia pericolosa. - Sapienza militare tutt’ altro che disprezzabile e che rende impossibile una manifestazione collettiva di malcontento. I nostri giornali hanno parlato tra l’ altro, anche di disciplina ferrea, anzi feroce addirittura nell’ esercito austriaco. Se questa disciplina si riferisce solo ad atti d’ insubordinazione o di ribellione, sarà anche vero - non so dir nulla - ma rapporto a disciplina militare propriamente detta, devo constatare il contrarlo. Forse anche questa assenza di disciplina unitamente all’ impunità dei delitti, va annoverata fra gli efficienti della perseveranza di queste truppe. Aggiungasi la speranza d’ una prossima avanzata che sempre loro si prospetta, e che li porterebbe un’ altra volta in mezzo all’ abbondanza, mettendoli al possesso d’ un ricco bottino. Oltre all’ odio contro di noi nel quale sono unanimi, non è in fine da trascurarsi che la mentalità e la psicologia loro è molto diversa dalla nostra, e che per valutarla bisogna prendere per termine di paragone quella dei turchi, coi quali sotto questo riguardo hanno molte affinità.
18 FEBBRAIO. - Continua il doloroso spettacolo degli sgombrati dai paesi meno remoti dal fronte. Infelici ! ne sono morti anche ieri due per via: un bambino e una vecchia che furono sepolti a S. Giovanni. * Il decreto di cui sopra al giorno 16, pubblicato ieri qui da noi, non è stato pubblicato né al Duomo né sugli albi. Il Comando di tappa dice di non aver ordini in riguardo. Pare sia rimesso alla libera volontà dei singoli Comandi, del quale è purtroppo un fatto che ne abusano molto quelli da cui é infestata la campagna. - Ma intanto – chi l’ha fatto pubblicare da noi?
18 - 20 FEBBRAIO. - Nelle due notti scorse e nel mattino del 20, ripetute incursioni dei nostri velivoli. Dall’ invasione, è la prima volta che fanno la loro comparsa in forma offensiva. Hanno preso di mira soltanto opere militari con esito diverso. Bombardarono un treno, appena arrivato, carico, dicono, di munizioni, del quale colpirono un carro di paglia !... cioè coperto di paglia. I forni militari nello stabile di Fonda, li sbagliarono, come pure il deposito di benzina oltre il ponte della strada ferrata a S. Rocco. Bombardarono invece efficacemente il campo di aviazione, dove sono rimasti parecchi morti, molti feriti, e quindici apparecchi distrutti. Bombardarono del pari e mitragliarono con efficacia una batteria antiarea in quel di Sebastiano Cappellini presso il Punte di Redigole. I ponti non furono presi di mira. La comparsa della mattina del 20 è stata una vera sorpresa: è a questo che debbono l’efficacia dell’ azione. L’aeroplano che bombardò e mitragliò la batteria suddetta e che girò più volte sul convento e sull’ ospedale, toccava quasi le cime degli olmi. Qualcuno vuole spiegare e la sorpresa e l’ inattività della difesa col dire che questi velivoli erano di forma e di color nuovi e che non recavano i distintivi nemici. Io non so dir nulla in riguardo: ero ancora a letto, e giudicai bene di non incomodarmi; ma so che gli artiglieri della batteria menzionata, quando sentirono fischiettare le pallottole della mitragliatrice (qualcuno è rimasto ferito), piuttosto che por mano alle armi, pensarono esser cosa più prudente darsela a gambe, e rifugiarsi, quantunque inseguiti sin sulla porta, in casa di detto Cappellini. Sino ad ora non hanno tirato che su opere militari, ed è mia ferma persuasione che useranno ogni cautela per risparmiare l’abitato. Ma la paura è molta in alcuni, al segno che vien fatto di rammentare il Tassoni là dove dice: Chi correva per le scale - chi alla finestra, e chi al pitale, e con tanta fretta che c’è stato chi le ha misurate tutte d’ un tratto le scale: questi è stato proprio il “feldkurat,,, che abita in convento. * E’ purtroppo vero che il parroco di Cavalier è stato cacciato dall’ Autorità militare e internato, non si sa dove, come persona pericolosa per la sicurezza dell’ esercito. E’ da circa un mese the avevo sentito parlarne, ma non ne volli prender nota sintanto che non mi constasse con certezza del fatto e delle ragioni del fatto. La cosa é molto semplice, ma poco bella e punto onorifica per l’ i. e r. esercito a. u. Alcune fanciulle di quella parrocchia s’erano date a vita licenziosa con i soldati e con gli ufficiali. II parroco reputò suo dovere, ed era sacrosanto dovere, reprimere lo scandalo, ciò che fece in privato e anche dall’ altare. Tanto è bastato perchè fosse giudicato pericoloso, non ostante che fosse... ‘Podestà ,,. Enorme, ma vero. Che del brutto servizio egli debba ringraziare anche qualcuno de’ suoi, potrà esser vero, ma ciò non attenua in nulla l’ enormità della cosa. Del resto questa una voce messa fuori dagli interessati.
21 FEBBRAIO. - II Sindaco, pardon, il “ Podestà,, prega il Parroco a pubblicare che i fanciulli che saranno sorpresi a girovagare per le vie invece di frequentare la scuola o a giocare a danari, saranno dalla gendarmeria posti in arresto, e che gli uomini e le donne che verranno trovati oziosi nelle piazze saranno adibiti al lavoro sulle strade. Almeno una di ben fatta.
22 FEBBRAIO. - Da parecchi giorni si nota un grande passaggio in dietro di artiglieria pesante, specialmente di mortai, e di barche provenienti dal fronte. Dove vada questo materiale, nessuno lo sa. - Sul Tagliamento ? dove qualcuno dice che si fortifichino seriamente : — su altro fronte ? - non si sa. Che le barche vadano a finire sulle Alpi, credo che nessuno se ne possa persuadere: ma che l’ artiglieria possa essere destinata all’ alto Piave, dove i nemici si attendono una prossima offensiva, non è del tutto improbabile. - Che se ne vadano?... che la Madonna alla fine ci liberi?... Ecco le domande che mi sento ripetere del continuo. Difficile rispondere al popolo su certi argomenti. Non rifinisco di consigliare prudenza nel parlare: di stare attenti molto a non lasciarsi trasportare dall’ impeto dei desideri a fare certe domande a chiunque, specialmente a borghesi sconosciuti o poco noti: a guardarsi dal parlare in presenza di soldati ancorché paiano non comprendere e a fuggire addirittura quelli che parlano italiano e in specialissimo modo se s’ insinuano col nostro dialetto. Oltre una settimana fa s’ era fatta circolare, proveniente dal Corpo d’ Armata, la voce d’un armistizio di dieci giorni coll’ Italia. L’ accolsi con sorriso, quantunque non mancasse chi inclinasse a prestarvi fede. Espressi anzi il sospetto che non fosse una manovra destinata a celare cosa che non si vuol dire né far conoscere. Allora non si capiva, ma ora si comprende che mirava a mascherare alquanto i movimenti suddetti. Una parentesi, giacché siamo in materia di manovre. Sin dal primi giorni dell’invasione si cominciò a spargere a brevi intervalli voci e notizie varie, ma sempre a preferenza d’indole militare, contraddittorie, ora eccitanti ora deprimenti, sempre esilaranti per chi conosce i metodi austriaci. A quanto pare, l’ Austria misura il popolo italiano col proprio braccio, e crede poterlo trattare colle medesime forme e coi medesimi artifici che usa co’ suoi: forme del resto, metodi e artifici che classificano la parva mentalità, il basso livello intellettuale dei popoli che amministra. Che preparino una ritirata, che se ne vadano finalmente, come molti confondendo i desideri colle cose vorrebbero persuadersi, mi pare che gli indizi siano troppo pochi ed incerti per stabilirlo. - Quando vedrete i platani incrociarsi sulle strade, risposi ad alcuni, allora abbiate per certo che avremo i nostri in casa nostra. E’ passata indietro molta artiglieria pesante, ma ne è passata avanti molta di leggiera: ciò vorrebbe dire che questo diventa “un fronte morto. ,, * A compimento del quadro di un certo “ feldkurat ,, ungherese, di cui altra volta ho avuto occasione di occuparmi, è da notarsi com’egli sia stato il primo a dare ai suoi soldati l’esempio del saccheggio. Appena installatosi nella villa del Sacerdote Marino Tommaseo a Sala di Sopra, la prima sua premura è stata di saccheggiare la cappella rifornita di recente di apparati nuovi e di lusso. Ciò che non trovò utile lo gettò qua e là, come la pietra sacra, che poteva pur essere lasciata al suo posto, e che fu poi raccolta da una donna del luogo. — L’ho raccolta io, mi disse quella buona donna, e l’ho nascosta in fondo ad una cassa. -- Ha fatto bene: è cosa sacra che racchiude reliquie di Santi, e speriamo che il Signore affretti il giorno in cui possa venir riposta al suo luogo. Ma, mi dica, Padre - come chiedendo una cosa in confidenza - si può ascoltare la Messa di questi preti? — Oh, si: sono cattolici. E poi anche lei sa che la santità della Messa non dipende dalla santità di chi la dice. Ma sono proprio cattolici come noi? ... proprio si può ascoltarla? — Si, stia tranquilla per questo riguardo. Ponga mente non a ciò che fanno, ma al sacro ministero che esercitano. - Ha ragione, Padre: veramente ho notato che dicono la Messa come noi.
23 FIBBRAIO. - Tutta Ia settimana è stato un passaggio quasi ininterrotto di profughi dal fronte. Doloroso spettacolo! desolanti le narrazioni concordi degli spogli spietati, delle rapine subite da parte del soldati e dei rispettivi Comandi. Bisogna udirle in fretta e voltar via, perchè non regge l’ animo e non viene una parola di conforto: stringe il cuore, la mente istupidisce, una parola non spunta sul labbro, manca il fiato..., è meglio voltar via... Anche questo addolora molto, perché una nostra parola potrebbe forse riuscire di qualche sollievo in tanta miseria.
24 FEBBRAIO. - Sono venuti in convento alcuni ingegneri per rilievi di altezza. C’era anche un triestino. Quando mi trovo in faccia ad un soldato italiano delle terre irredente, mi viene la nausea. - Quanta è qui l’ altezza sul livello del mare? (I rilievi questi signori li avevano gia fatti mentre eravamo a tavola l’ho visti io co’ miei occhi.) — Riteniamo che siano metri sei od al più sette: del resto il caposaldo di livellazione è là murato in basso nel campanile all’ angolo meridionale. — Gli italiani, rispose il triestino, usano mettere le loro indicazioni in alto sui campanili! ... Dobbiamo andare lassù, almeno sopra il secondo cornicione: dobbiamo prendere l’altezza d’ un palazzo della città!... dobbiamo partire da un punto conosciuto. — Vadano pure, restino serviti ..: la chiave del campanile è presso il Maggiore medico dell’ ospedale. — Presero l’ altezza esatta colla corda dal cornicione superiore. Chi sa che cosa credevano di trovarvi nascosto lassù...: fors’ anche non è fuori di posto pensare che il campanile sarà preso come un punto di riferimento per regolare il tiro in caso d’una ritirata sulla Livenza o più in là: - più in là... più in là... e presto.
27 FEBBRAIO. - Il sequestro o immagazzinamento totale delle granaglie a Motta non è stato fatto, come già da per tutto, ma a patto che agli affamati ci pensi il Municipio. A tale scopo è stata da questo intrapresa una questua presso le famiglie che reputansi averne. Ieri è concorso mio padre con oltre due quintali: oggi vi concorre il convento, non ostante che tutti i giorni si faccia alla porta una larga dispensa a tanti e tanti che stendono la mano.
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