AGOSTO 1918
2 AGOSTO. - La “Gazzetta del Veneto,, (Udine) nel N. di ieri, facendo la réclame all’incetta di operai e di operaie per l’ Austria e per la Germania, tra l’ altro fa sapere che con quelli già andati (naturalmente tutti soddisfattissimi!), “tutte le condizioni contrattuali sono state adempiute.,, A noi pare strana una simile forma di réclame: per incoraggiare altri a seguire i primi (che certo debbono essere ben pochi a quanto si sappia) sentirsi nella necessità di assicurare che tutte le condizioni dei contratti sono state mantenute, noi non sapremmo pensarlo neppur per assurda ipotesi: per noi sarebbe umiliante: per questa brava gente invece, che ha una logica tutta sua propria, è cosa naturalissima, per loro che appena conchiusi e con molta formalità firmati i contratti di mezzadria, cinicamente li violarono nella stessa sostanza. Indice manifesto del basso livello della moralità austro-teutonica. Siamo purtroppo schiavi di questi bravi signori, ma possiamo andar orgogliosi che, con tutti i nostri difetti, siamo molto superiori a loro. * Nel meriggio un ufficiale si presentò per visitare l’ organo. E’ un tecnico incaricato di passare tutti gli organi dei paesi occupati. La visita è stata minutissima, registro per registro, prendendo molte annotazioni. Gli fu mostrato l’ ordine del Comando del Corpo d’ armata con cui si vieta di asportare gli organi di Motta. — “Questo non mi riguarda, disse, del resto sopra il Corpo d’ armata c’è Boroevich.,,
3 AGOSTO. - Spostamento di truppe: orribili favelle, canti selvaggi, che provocano ilarità, ma più che altro danno sui nervi.
4 AGOSTO. - Si è cominciato a passare la razione del frumento in farina, gr. 150. I produttori hanno dovuto concorrere alla trebbiatura del grano fatta in Annone, e poi condurre a proprie spese nei magazzini del municipio quel tanto che l’Autorità militare ha assegnato. Per quella parte che ha sequestrata, la stessa Autorità militare rilascia un “buono,, in ragione di L. 50 (cinquanta) al quintale: ma non giungo a comprendere con quali norme si proceda alla divisione del prodotto. P. E., il prodotto di mia famiglia (proprietaria) é stato di q. 7 1/2 circa. Detratti q. 2. (immagazzinati) assegnati per il consumo, e q. 1.30 (immagazzinato anche questo) per la semina ventura, pel rimanente (q. 4,200 circa) è stato rilasciato un “buono ,, di L. 90 (novanta.) Il fatto è che (a proposito dei contratti conchiusi coi fittaioli) non si fa distinzione tra questi e i proprietarii: così di quanto resta, detratta la porzione assegnata al consumo e alla semina, la metà se l’usurpa come padrone sovrano (popoli di conquista siamo noi,) e per l’ altra metà rilascia un “buono,,. Ma neppur in questo caso i conti vengono. Così pure nell’ assegno della farina non si fa distinzione tra proprietarii o no, tra produttori o non produttori. Gli uni e gli altri hanno uguale misura, e per giunta i non produttori l’hanno gratuita, siano o no abbienti, siano o no in grado di pagarla. Perché chi ha lavorato e sudato deve far le spese a chi non ha né lavorato né seminato? Chi è povero (sono tanto pochi,) viva della beneficenza pubblica, ma chi non è povero, perché non paga al produttore (come pur si paga il beccaio,) specie se proprietario, la fatica e il sudore di cui si giova?
6 AGOSTO. - Dopo varie visite per sapere quanto è il frumento questuato dal convento, alla fine ce l’ hanno portato via. Ci fu concesso di poterlo questuare pel nostro consumo, ed ora ce lo rapiscono! - Da chi proviene la cosa? - Non lo so; ma il contrasto non è bello.
8 AGOSTO. - Un ufficiale boemo di ritorno dalla licenza di tre settimane, racconta cose poco allegre dello stato economico dell’ Austria. La fame è la padrona del paese, quantunque ogni cosa sia posta sotto sequestro. La razione the il Governo passa (a cominciare dal pane, che è di ogni altra cosa che non sia frumento) è tanto esigua da essere affatto insufficiente. Ciò che una volta appena mangiavano i porci ora mangiano gli uomini. La Germania ci domina, disse, e l’Austria deve lasciarsi portar via tutto per sostenere il corso della sua moneta, di ventiquattro miliardi di carta non garantita. I giovani trascinano la persona come i vecchi: i nostri bambini hanno fame, specialmente nelle città, e i padri e le madri devono togliersi di bocca quella fettina di pane che è la loro razione: tanto ho dovuto fare anch’ io in questi giorni. Ho potuto con molta fatica e segretezza avere un quintale di frumento che pagai mille corone (qui il Governo dice che lo pagherà corone cinquanta). A Vienna scesi a mangiare una porzione di carne, e la pagai corone dieciotto. Il resto del viaggio l’ho dovuto fare con un po’ di pane e frutta fresche. Lo stato psicologico generale è l’ avvilimento e la depressione morale, si che a nessuno più cale di vivere o di morire... Questo è fedelissimamente il quadro doloroso che egli mi ha dipinto, e non ho ragione alcuna di dubitare che sia pienamente vero. Del resto poco dissimile è ormai la con— dizione nostra cui siamo ridotti; per molti anzi è peggiore, e tra poco, peggiore sarà per tutti.
10 AG0STO. - A compimento di quanto al 10 Luglio. I piccioni viaggiatori che caddero in mano dei nemici erano sette, e furono dal Comando di questo Corpo d’ Armata rispediti. Resta a sapersi - e chi sa se si saprà mai - di quali nomi abbia abusato. Poiché siamo in argomento, voglio notato come questo stesso Corpo d’ Armata abbia subornato delle donnicciuole a trasmettere per mezzo degli aeroplani scrivendo a parenti e amici oltre il fronte delle notizie false in ordine al questionario recato dai suddetti messaggieri. Tutto ciò da fonte più che sicura. Ma non credo che le nostre Autorità militari saranno tanto ingenue da lasciarsi trarre in inganno. * Oggi una nuova incursione brigantesca armata nelle famiglie di S. Giovanni. Forse sono state cambiate le truppe dislocate a Meduna e dintorni. E’ stata compiuta con odio feroce, caratteristico. Il titolo colorato era di cercare vesti di soldati!... dopo nove mesi e dopo tante perquisizioni !... Le più disgraziate, come sempre in simili incursioni, sono le case appartate e solitarie. Quei briganti in divisa militare, frugano da per tutto, nelle stanze, negli anditi, nelle soffitte. Rovistarono nelle casse, nei canterani, nei comodini, entro e sotto i letti, nelle tasche delle vesti appese agli attaccapanni. Nelle stalle, nelle cantine, entro i recipienti, nelle cucine, negli armadi e nelle credenze, in ogni cassetto e persino entro e sotto le pentole. Nei fienili (cioè nei locali dei fienili, che sono tutti vuoti), nei depositi di legna, negli stavoli, ecc. se c’ è ancora qualche altro locale, ha… si, nei cessi! proprio anche nei cessi. I pavimenti, se presentavano delle aperture, esplorati col barbaro tallone e colla punta della baionetta. Gli orti sondati palmo a palmo colla baionetta. Poco o nulla vi hanno trovato, perchè tutti ormai sono spogli di tutto, specialmente in quel disgraziato sobborgo, che è sotto la giurisdizione del Corpo IV d’ Armata. Presso qualche famiglia hanno trovato la razione di farina, che quei furfanti reputarono troppa, e del grano turco (piccole quantità - la massima cinquanta chili) acquistato con molti stenti e con molto denaro. Ci volle del bello e del buono a quella povera gente per non farselo rapire. Presso una famiglia (Giovanni Tolfo trovarono la caldaia del bucato: la bucherellarono colla baionetta e la fracassarono col calcio del fucile, e se n’ andarono. Alle lagnanze e ai rimproveri rispondevano: ”Torneremo, e non vi lascieremo che la camicia che indossate.,, - Tanto probabilmente avverrà il giorno in cui si congederanno da noi. “Venga pure questo congedo; e venga presto con “tutu i suoi spogli, - così si augurano dal fondo del cuore queste popolazioni vessate, torturate, martirizzate: questo sarà il più bel giorno dall’ invasione di questi barbari,,. E noi diremo che hanno torto di chiamarli così?
12 AGOSTO. - Un aneddotto, tanto per sollevarci un po’. - Stamane si presentò in sagrestia un ufficiale sanitario sconosciuto chiedendo se vi fossero dei capi d’ arte. E non la finiscono ancora questi ricercatori di capi d’arte. Fr. Carlo, il nostro sagrestano, “ce n’ erano, rispose, ma furono portati via, altri dal Governo italiano nella ritirata, altri da una commissione vostra o germanica, non so. Ciò che c’ è d’ artistico è la chiesa, la torre e il Convento fatti su disegno del Sansovino,,. - Del Sansovino !... soggiunse l’ ufficiale con un senso di meraviglia. - Conosce lei il Sansovino? disse fr. Carlo: la quale interrogazione molto ingenua diede tanto sui nervi allo sconosciuto, che ribatté risentito: - O, crede lei che io sia un barbaro ?... io sono un medico. Strana davvero quest’ uscita, ma significativa !... Questi signori capiscono che giudicati dalle loro azioni non si meritano altro appellativo. Significa ancora una certa qual possibilità ad incivilirsi, magari di qui a qualche secolo, ma la possibilità c’ è...
13 AGOSTO. - Gli stessi atti briganteschi descritti al giorno 10 si vanno compiendo a Gorgo e un po’ da per tutto dove stanziano le truppe del IV Corpo d’ Armata, che per simili gesta si è sempre distinto.
14 AGOSTO. - Da qualche settimana si vanno notando dei movimenti che hanno del ridicolo. Un frequentare di autocarri su e giù, ma sempre vuoti. Si è parimenti notato come una stessa compagnia di soldati facesse cantando per ben tre volte nella stessa mattina il giro della città e sobborghi: Motta - Redigole - Albano - Motta, e viceversa. Non è certo per snodare le ginocchia: Soldati che hanno al loro attivo quattro anni di guerra, e che vanno e vengono dal fronte a piedi, non hanno bisogno di allenamenti * In mezzo alle truppe infieriscono varie malattie: La malaria che contraggono alle Basse: malattie intestinali epidemiche (delle quali già dissi e sulle quali ritengo debba influire l’ abuso dell’ alcool), che purtroppo si diffondono anche nelle popolazioni civili; malattie, le quali per i caratteri che hanno di persistenza e di gravità, debbono ritenersi importate dall’ Austria dove sono molto diffuse, e qui mantenute dalle truppe, che col loro sudiciume hanno infettato i luoghi e inquinato le acque. Aggiungasi quella che oggi chiamiamo “influenza spagnuola. ,, la quale pel momento non infesta che le truppe. Dai medici è qualificata come scettica, si sviluppa a preferenza in broncopolmonite, e spessissimo é letale. – “E’ cosa che dà molto pensiero questo fronte del Piave, dissemi un capitano medico: abbiamo più decessi per malattie qui che morti per ferite sul Carso!,, Conversando con un reduce dalla fallita offensiva della Piave. - E’ strano come abbiate ad incaponirvi a dire che la vostra ritirata di qua della Piave che avevate varcata, sia stata volontaria. - Certo, volontaria. Io ho preso parte a quell’azione, ero al telefono del mio reggimento. Ecco: anzitutto si deve tener conto che molte sono le spie e molti i disertori che informano di tutto gli italiani. L’ annunzio che l’ offensiva sarebbe cominciata alle tre del mattino, non ci fu data che alle ore quattro della sera precedente, e tosto alcuni piccoli reparti passarono l’ acqua. Questi ne hanno certo informato gli italiani, i quali abbandonarono le prime linee. Noi compimmo un intenso bombardamento, ma non facemmo, che 1 riempire di granate le trincee già vuote di uomini. Sono stati gettati ventiquattro ponti, facemmo passare una grande quantità di truppe: ma ciò fatto, gli italiani colle artiglierie e con gli aeroplani ce li demolirono, né ci permisero di rifarli. Stanti tali condizioni ci siamo ritirati. Ho voluto riferire nella sua integrità questa narrazione - che nella sostanza delle cose è conforme a verità - in conferma di quanto a suo luogo ho riferito, ma più come un saggio di logica ostrogota. Bisogna pur convenire che la logica ultramontana è alquanto diversa dalla nostra. Per noi, p. e, il mondo, e noi che ci viviamo, è qualche cosa: all’ opposto, i Kant ultramontani, vecchi e nuovi, dicono che il mondo lo creano essi colla loro poderosa fantasia scientifica - che noi chiameremmo volentieri fantasia industriale: - e ciò fatto, aggiungono di creare alla stessa maniera anche se stessi. Come si vede, noi pensiamo e viviamo alla vecchia in un mondo vecchio; mentre essi so- no in un mondo sempre nuovo.
17 AGOSTO. - Festa natalizia del Sign. Carlo imperatore d’ Austria. Vi è stato una Messa solenne al Duomo. Il parroco fu pregato di avvisarne il popolo, e a far si che alla data ora la Chiesa fosse libera. Ai lavoranti delle strade si accordò vacanza completa e paga intera coll’ onere d’intervento. Intervennero: ma scambiando l’ora vera colla legale, arrivarono a cose finite. Il popolo disdegnò ogni partecipazione. Frequentò bensì il paese perché giorno di vendita della carne, ma nulla più. A compimento della festa nella sera giunse in convento l’avviso che l’ organo della nostra chiesa sarà asportato. L’ ordine parte dal comandante supremo Boroevich: la motivazione è che non possiede nessun pregio artistico. Soprassedendo che fu trovato uno dei più grandi organi della regione, il perito che l’ ha visitato con tanta attenzione negli ultimi giorni, deve pur sapere che una parte è del Callido: e questo, mi pare, un pregio abbastanza raro. Ameni questi signori quando ci parlano di pregi artistici!
18 AGOSTO. - Stamane verso le ore 7 ¼ un’ incursione di “caproni ,,. Le bombe erano si fragorose da parere molto vicine; fu invece, come al solito, preso di mira il campo di aviazione, ma senza un corrispondente risultato. Strano come non si prendano mai di mira i ponti, che certo hanno un’ importanza militare non piccola, né i due carri ferroviari-officina contrassegnati dalla “Croce Rossa,, né la casa, munita dello stesso emblema, attigua alla strada ferrata e che fa angolo tra la piazza e la Via S. Rocco, la quale è adibita a luogo di ristoro per i soldati. Anche le nostre stazioni ferroviarie di Treviso, di Mestre, di Venezia… hanno il posto di ristoro, ma non per questo furono risparmiate.
19 AG0STO. – E’ un gran parlare che si fa d’una prossima avanzata dei nostri: persuasione generalizzata nel popolo e favorita anche da certe espressioni che si lasciano sfuggire soldati e ufficiali. A prescindere dal comune nostro desiderio, che ogni giorno, ogni ora addiviene più ardente, questi signori dell’ esercito invasore non mi paiono tanto serii. Sono proprio que’ dessi che qualche mese fa parlavano dell’Italia militare con compassione e disprezzo, e dicevano: “Se non fa la pace, peggio per lei: noi abbiamo i mezzi d’invadere tutta l’Italia,,. All’imminenza dell’offensiva del Giugno avevano la ferma persuasione d’ una facile rapida avanzata: Con on passo a Treviso, con uno al Brenta, con uno al Po, con un altro a Roma o chi sa dove. Fallita l’ impresa, non si sente altro, anche da persone serie, o che paiano tali: “Austria disfatta, Austria surik (indietro), Austria caput (morta),,. Ora lo scoraggiamento pare che tocchi l’apice. E’ un incessante parlare d’imminente offensiva italiana: ogni saggio di cannonate, l’hanno come un avviso di partenza. E’ su questo che il nostro buon popolo fonda le sue persuasioni, che sin’ora sono state purtroppo illusioni. E ne discorre molto, tanto che dà un po’ sui nervi alle autorità militari, e discorrendone le persuasioni si consolidano e le illusioni crescono. Havvi, sì qualche cosa di attendibile, ma è poco per ora. Qualche piccolo successo dei nostri sui monti e al ponte della Priula, è poco. Vi sono degli indizi, e parecchi, che fanno sperar bene, ma circondati di contraddizioni. Quantunque la ritirata io l’ abbia, torno a dire, per virtualmente fatta, pure ritengo che lo sgombro non sia tanto prossimo quanto si crede. Qualche quarto d’ora m’illudo volentieri anch’io, ma solo per distrarre il pensiero dall’ orribile non lontano avvenire che ci attende. La fame ormai preme tutti, ma più dei soldati preme noi: eppure siamo nel colmo della stagione. La popolazione è un terzo di meno del normale: ma il numero dei morti in questi ultimi mesi è cresciuto in proporzione straordinaria: morti di malattie, morti di privazioni, di stenti, di miseria. Sino ad ora questo popolo martirizzato ha potuto tirar avanti con quel poco che possedeva dell’anno passato, e che ha potuto malagevolmente nascondere: ma pel futuro non sarà così. Di quella piccola, anzi esigua porzione di frumento che i produttori hanno potuto con rischi e pericoli sottrarre alla rapina, per usufruirne devono servirsi dei macinini da caffé o pestarla comunque in un bossolo di granata, e ciò con penose cautele: guai se si sapesse che qualcuno ha del frumento! Sul raccolto del grano turco poco assegnamento si può fare: per isfamarsi in qualche maniera molti del popolo lo grattuggiano tutt’ ora fresco e lattiginoso sul grattacacio: i soldati, altri se lo mangiano crudo o lesso con tutto il torso, altri lo danno in pasto ai cavalli. Quel poco che giungerà a maturità e che sfuggirà alla rapina dei piccoli Comandi, sarà sequestrato in beneficio anzitutto di chi opera il sequestro. Di altri raccolti, come legumi, ortaggi ecc. o di altri mezzi di sussistenza, come latticini, grassi ecc., non è il caso di far parola. Così si giungerà a S. Martino che tutti i prodotti saranno pressoché consumati. Questo stato materiale ha necessariamente la sua ripercussione sul morale di tutti. I vecchi pensano sulle cose, e i bambini soffrono dalle privazioni. Il sorriso è scomparso dalle labbra di tutti. E poi non si troverà spiegabile e compatibile che da tutti si cerchi, ambitamente, un’ illusione per quanto breve, momentanea?
20 AGOSTO. - Il Municipio pubblica un ordine del Comando di tappa, con cui s’ingiunge che tutti gli ex-soldati italiani debbano presentarsi il dì 22 del corr. mese. Ebbi occasione di parlare in argomento con qualcuno di questi, G. Tolfo. – “Se realmente si accingono alla ritirata, dissemi, noi saremo fatti partire in anticipo in qualità di prigionieri di guerra: ma io abbandono volentieri moglie e figli, purché questi invasori se ne vadano dai nostri paesi.,, - Letterale. Quanta abnegazione!
22 AGOSTO. - Giorni fa al distretto di Portogruaro sono stati convocati i Sindaci dei comuni, per significare loro che saranno prese due deliberazioni: I. che la razione di farina che si passa alle popolazioni, dovrà da tutti - eccetto i produttori - essere pagata in ragione di L. una al chilo: II. che s’imporrà la tassa fondiaria. Che la farina debba, da chi può, essere pagata, sarebbe giusto; ma ai produttori ai quali è stata rubata, e in proporzione, all’ente municipio, non ai ladri per quanto siano muniti delle insegne imperiali e reali. E poi, L. una at chilo!... Quella piccola porzione di frumento che non hanno rubato e per la quale hanno rilasciato un “buono,,, dicono che la pagheranno L. 0,50 al chilo, ed ora vorrebbero farsi pagare la refurtiva L. una? La tassa sui terreni!... Per quali rendite? poiché tutto viene o devastato dai soldati o rubato dai Comandi o sequestrato dall’ Autorità? Si rapina tutto e poi si vuol farsi pagare!... Siamo sempre alla solita lezione di logica, colla quale, ben’ inteso, non si fa la guerra. L’ esecuzione di queste proposte si può attendersela di giorno in giorno. - Saranno poi le ultime? Chi lo potrà affermare se i nostri non verranno in tempo a liberarci?
23 AGOSTO. - Gli atti di brigantaggio armato, ora in un luogo ora in un altro, si vanno ripetendo quasi tutti i giorni. Ieri a Sala di Sopra (Gorgo) ben nove pattuglie, cominciando di buonissima ora, diedero successivamente l’assalto a quelle disgraziate famiglie, già tante volte visitate. Sono due o tre soldati guidati da una guardia armata: questa sta alla porta, quelli invadono la casa e rovistano tutto alla maniera descritta il 10 Agosto. Un titolo qualunque basta: A S. Giovanni si cercavano indumenti militari, ma in realtà viveri: a Sala si cercavano soldati, ma in realtà biancheria, di cui presero nota minutissima, riservandosi poi l’ ufficiale ad andare in persona per appropriarsi quanto gli aggrada, oppure ciò che i suoi messi hanno avuto la cortesia di lasciare. Oggetto di furto è anche quella miserabile razione di farina che si passa ogni dieci giorni. Quasi abitualmente la distribuzione è ritardata di uno e più giorni, e talvolta anche di una settimana: si truffa sulla qualità al segno che alle volte più che farina dovrebbe dirsi crusca od anche spazzature, si truffa sulla misura, si truffa sul peso.
24 AGOSTO. - Si parla molto di certi nostri velivoli e dei loro piloti. Intorno ad uno di questi si tesse anche una leggenda eroica. Merita farne menzione. Uno di questi nostri velivoli nella notte del 21 o del 22, non ricordo bene, colpito al deposito di benzina al passaggio della Piave, verso le ore dieci fu costretto a prender terra in quel di Gorgo tra Sala di Sopra e Mansuè. Il fruscio della discesa, il rombo del motore, e lo scambio di fucilate colle truppe, fu inteso bene dalle famiglie là vicine. E’ stata tutta cosa d’ un attimo: ma uno dei piloti invece di prendere il largo, ritenendo che la divisa austriaca che indossava lo mettesse abbastanza al sicuro, il giorno dopo ebbe l’ imprudenza di presentarsi per un bicchier di latte! in una casa là vicina, piena di soldati e fu tratto in arresto. Tanto alle Autorità come ai borghesi, coi quali trattò, su cose di nessuna entità parlò francamente, su cose notevoli mantenne il più assoluto riserbo, tanto che molti i quali mentre speravano di apprendere qualche cosa di sicuro circa la possibilità d’una prossima nostra liberazione, ne rimasero delusi. Disse di essere stato solo, ma da tutti si afferma che erano in tre. A bordo fu trovata una certa quantità di pane, due bottiglie di cognac, parecchi piccioni viaggiatori, e una quantità di stampati (il solito giornale boemo multilingue.) Tutto questo che ho avuto dalla famiglia Bottàn là vicina al luogo dove si svolsero le cose, si può tenere, almeno nella sostanza, in conto di esatto. Un altro velivolo sarebbesi calato in una località poco lontana, lasciandovi scendere due ufficiali, e riprendendo poi il volo. - Or, uno di questi (o di quelli sopra menzionati, non so) che parlava ottimamente il tedesco, fintosi capitano ispettore del campo di aviazione, si presentò qui a Motta, e passati in rivista gli apparecchi, ne scelse uno per prova, ma fatti un paio di girl sopra il campo, prese il volo verso la patria, vanamente inseguito dalle cannonate. Questa è la leggenda eroica che nessuno può controllare, ma che ha una conferma nei rammarichi degli ufficiali del Corpo d’ Armata a Villanova: “Birbante canaglia italiano: prendere reoplano e scappare: birbante canaglia italiano!.. - Le grasse risate che ci fece il vecchio zio del Parroco, Sign. Angelo Ruggio, cui i nemici perdonano scatti e ironie che non perdonerebbero facilmente ad altri.
25 AGOSTO. – E’ stato pubblicato in chiesa per ordine del Comando di tappa: I. ai “civili,, è proibito sotto gravi pene di mangiare l’uva anche dei propri campi: i soldati che fanno danno ai campi si debbono denunziare! II. tutti quelli che furono soldati sotto l’ Italia e che non si sono ancora presentati (ved. 20 corr.), dovranno presentarsi il giorno 26 p. v. alle ore 3 p. m., sotto pena di multa e d’ immediato internamento. Ai “civili,, è proibito ecc.: - E non vi pare un saggio di cretineria elevato alla misura cubica? Risum teneatis, amici, se proprio venisse la voglia di ridere.
26 AGOSTO. - Con troppa insistenza si ripetono e si diffondono notizie militarmente ridicole, e che hanno anche tutta l’ aria di amara ironia. Tutto pensato, mi nasce il sospetto - e non da ora - che vi abbia un “ufficio,, apposito, e che dei tristi soggetti, i quali non mancano mai in empi simili, vi si prestino vilmente. Ma costoro sono gente molto astuta che non si fa rintracciare.
27 AGOSTO. - Da tre giorni (specialmente durante la notte, come al solito) si nota un rifluire di materiale bellico verso il fronte. La tanto temuta offensiva nostra non viene: - che questi forse si preparino a fronteggiarla tardiva? E dire che sett’otto settimane fa i nostri avrebbero potuto farsi strada col calcio del fucile! Tanto le cose erano disposte per una ritirata, che in certi momenti ad alcuni parve dovesse effettuarsi di giorno in giorno! A parte come certe punte offensive, p. e. quelle di Susegana e di Nervesa, non abbiano altro risultato che di allarmare il nemico, mi faccio una domanda: Se non si ha intenzione di far nulla di serio, perchè dai nostri velivoli non la si smette col lancio di tanti biglietti lusinghieri, i quali non fanno che accrescere l’amarezza delle delusioni? * E’ stato affisso al pubblico un manifesto senza data (giacente da una settimana presso la gendarmeria,) con cui il Corpo d’ Armata stabilisce delle norme per i borghesi. Sono venti articoli colla coda. E’ scritto per la prima volta in lingua corretta, come pure è la prima volta che in luogo di “civili,, si usa “borghesi,,, e che si enumerano le ore dall’ una alle ventiquattro. Queste norme - (20 articoli, cui fa seguito un regolamento per la corrispondenza) alcune prese da manifesti antecedenti - si possono ridurre a tre capi: Altre riguardano la possibilità dello spionaggio, p. e. di non ammettere in casa persone che non sono di famiglia e sconosciute, di non stendere la biancheria alle finestre o per terra, che chi sarà trovato nei paesi evacuati sarà ipso facto fucilato ecc.: altre riguardano la corrispondenza coi prigionieri di guerra, o con parenti e soldati oltre la Piave (tempo fa sono stati gli stessi invasori a promuovere questa corrispondenza, come s’ è notato a suo luogo): altre la sicurezza pubblica e la pubblica sanità!!! Di questi articoli, quattro meritano speciale menzione: “ 1° Tutti i colombi devono venir uccisi, nel caso si cogliessero dei colombi viaggiatori, sono da consegnarsi senz’altro al prossimo posto di Gendarmeria. Per ogni piccione viaggiatore spetta a chi lo consegna l’importo di L. 50. - oppure l’ equivalente in generi alimentari. E’ severamente proibito di tenere piccioni viaggiatori in casa o altrove. In casi di contravvenzione non saranno puniti soltanto i colpevoli, ma sarà evacuato tutto il circondario nel diametro di 10 chilometri.,, 2° “Il Saccheggio è punito colla pena di morte.,, Questo per i borghesi: - E per i soldati? chiesi ad un ufficiale, il quale non si aspettava questa domanda. Rimase un po’ perplesso, poi rispose: “Saranno severamente puniti. ,, - Benissimo, perché laddove i borghesi non hanno nulla da temere, i soldati, fatte troppo rare eccezioni, dovrebbero essere tutti giustiziati. 3° di non suonare le campane !!! 4° di procurare la nettezza, e di non inquinare le acque !!!... Questo è uno dei documenti classici ufficiali, sui quali qualche buon tedesco farà a suo tempo la storia critica dell’ invasione. E’ inoltre notevole in questo manifesto che le competenze una volta del Comando di tappa, ora sono attribuite alla gendarmeria da campo. * Il quadro, di cui at 24 corr., si va completando. Sono tre gli individui scesi dai nostri aeroplani, e protagonisti di gesta eroiche. Vestivano in borghese, ma la enorme difficoltà di circolare li persuase a procurarsi col danaro tre divise militari da un soldato boemo. (I boemi si creano anch’ essi un’ opinione di favore nell’ animo del nostro popolo.) Con quelle poterono muoversi con più facilità. Furono ospiti per qualche ora presso la famiglia Visentini nella parrocchia di Villanova, dove si diedero a conoscere. Il loro compito era di assumere informazioni specialmente militari, e di esplorare la possibilità d’ un impianto marconiano verso Pordenone: cosa che trovarono irrealizzabile. Di questi tre, uno è Sacerdote, professore, anzi frate (particolarità che mi danno molto sui nervi per l’insistenza con cui si vanno ripetendo,) persona ben nota in questi luoghi: e, dissemi il parroco (di Villanova,) quando si saprà chi è , cesseranno le meraviglie. Esaurito il compito, sono ripartiti come sono venuti.
29 AGOSTO. - Le truppe sono tormentate, decimate dalle malattie, specialmente dalla malaria che contraggono al basso Piave, e dall’ influenza, che elegantemente ora chiamano spagnuola, la quale ha delle manifestazioni gravissime e spessissimo letali. Si sono avuti casi di decesso in due giorni. “Queste malattie, disse il comandante dell ’ ospedale, sono per noi peggio d’ un’ offensiva.,, * L’ artiglieria passata verso il fronte le notti scorse, è tornata indietro, a preferenza per Sala di Sopra e Meduna. – E’ finzione o confusione? - Probabilmente e l’una e l’ altra: cose che ho notate sin dai primi tempi in quest’ esercito. Del resto, di confusione n’abbiamo un saggio fresco. Ieri notte fu fatto sgombrare dai malati gravi (civili e militari, che furono portati, dicono, a S. Vito) l’ ospedale epidemico di casa Tommaseo (Piovesana) a Sala di Sopra: ma prima quei poveri disgraziati furono fatti svestire e vestire per ben tre volte. Giacché sono in argomento, noto che anche gli ospedali di Motta si tengono laboriosamente sgombri: pieni la sera, vuoti la mattina. Da questi e da altri indizi non del tutto trascurabili, si va consolidando l’opinione divenuta comune, che gli invasori si tengano pronti ad una ritirata non remota, in vista dell’ offensiva dei nostri. Per me, non dico nulla: dirò che sono imminenti ad andarsene quando comincerà lo schianto dei ponti. - Partirò per tempo, dissemi una dama della Croce Rossa: non mi farò prendere prigione, ancorché si dovessero lasciare qui dei malati. - Perché? - Perché temo gli italiani. - Ma gli italiani sono buoni: non usano sevizie né maltrattamenti ai prigionieri. - E’ che troppe ne abbiamo fatte qui, e temo giustamente un’ aspra vendetta (testuale). Una confessione tanto sincera avrebbe, al caso, meritato un’ attenuante.
30 AGOSTO. - A sera tarda. piovviginosa, assisto un’altra volta allo spettacolo d’ un bell’arco baleno completo (senza colori), rispettivamente descritto su Motta da un riflettore situato in direzione di Portogruaro.
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