OTTOBRE 1918
29 SETTEMBRE – 2 OTTOBRE 1918. Situazione stazionaria sul nostro fronte. Abbiamo notizia di vittorie degli Alleati anche in Oriente. Armistizio per la Bulgaria.
3 OTTOBRE 1918. Fra le undici e le undici e mezza cadono quattordici granate da 152 su Montebelluna, apparentemente sparate a caso, senza l’intenzione di colpire un punto preciso. Una cade sulla casa di Maggion, sulla strada per S. Gaetano: sfonda il tetto ma non provoca vittime; altre cadono sulla piazza e nei pressi della stazione; una cade a due metri dalla casa di sior Bepi Visentin, sulla strada che mena alla chiesa; cade anche presso la chiesa, rompendo alcuni lastroni. Una di queste bombe è caduta sulla curva della strada, di fianco al cimitero, sul terreno di Cervi, abbattendo grossi alberi. Misericordia Domini quia non sumus consumpti! Pochi minuti prima ero passato in bicicletta proprio da quelle parti: se avessi tardato di poco, addio Don Antonio…
4-5 OTTOBRE 1918. Nulla di nuovo da segnalare. Siamo sempre in attesa degli eventi.
6 OTTOBRE 1918. Oggi Festa del Rosario, otto bombe cadono su Montebelluna verso le sette e mezza, dopo la prima Messa dominicale. Non si lamentano danni ma il panico è sempre grande. Gli austriaci si sarebbero dovuti ricordare che oggi è una festa quasi esclusivamente austriaca, in ricordo delle loro vittorie contro i turchi, i barbari; ma hanno dimenticato tutto per essere essi i nuovi turchi, i nuovi barbari; e vigliaccamente hanno voluto turbare la Festa del Rosario! Una delle otto granate è caduta nel cortile di Bergamo, presso Sartor, sulla strada per Trevignano, le altre sette nei pressi della stazione ferroviaria. Gli Imperi propongono un armistizio per trattare la pace in base agli articoli di Wilson che, in fin dei conti, sono ciò che già disse il Papa Benedetto XV.
7-14 OTTOBRE 1918. Gli imperi accettano gli articoli di Wilson. Si parla di una nostra prossima offensiva sul Piave: vedremo. Certo che qui notiamo un insolito movimento di truppe…Arrivano in continuazione nuove truppe, sotto la pioggia che cade a dirotto. I soldati sono stanchi, pallidi, lordi e vengono ricoverati nelle misere case della povera gente: le camere, i granai, i fienili, le stalle ed ogni altro locale ne sono pieni. Sono invece vuoti i palazzi di Pieve, dove è alloggiato solo qualche graduato perché non bisogna recar danno a queste abitazioni… Da qualche tempo tra i borghesi del paese vi sono molti ammalati e già si registrano due o tre morti al giorno. Anche fra i soldati vi sono molte malattie e il numero degli infermi cresce di giorno in giorno. E’ la prima conseguenza della guerra: poi verrà la fame e poi…
15-18 OTTOBRE 1918. Piove da più giorni. Il vivere, dal punto di vista economico è divenuto impossibile; i prezzi dei generi alimentari sono altissimi. Passano per Pieve numerosissime barche su carri trainati da camions: file lunghe, interminabili, da Pieve a Posmon, da Posmon a Busta. Si portano sul Piave ove si dice, fra qualche giorno avverrà un’offensiva terribile. Tra il fango, sotto la pioggia, passano anche soldati, muli, camions, carri, automobili, motociclette: l’urto è vicino… Si dice che gli austriaci stiano ritirandosi: meglio così, piuttosto che con spargimento di sangue.Ora che gli Imperi accettano gli articoli di Wilson, è Wilson stesso che cambia bandiera e definisce antiquati i suoi quattordici articoli; domanda di trattare con l’Austria a parte e direttamente col popolo tedesco, non col Kaiser. Se non che agli inglesi non va troppo a genio l’articolo di Wilson che parla della libertà dei mari; onde si volta bandiera. Intanto infierisce la “febbre spagnola”: in pochi giorni si va all’altro mondo. Da noi muoiono in media tre persone al giorno da più di una settimana; gli ammalati sono due o trecento: anzi, non si possono più contare e in qualche famiglia ve ne sono fino a dieci.
19-22 OTTOBRE 1918. Siamo sempre in trepida attesa della nostra imminente offensiva.
23 OTTOBRE 1918. Si dice che questa notte ci sarà il nostro attacco. Certo è che qui a Montebelluna sono concentrate numerosissime truppe: il 9° e il 10° Fanteria, il 3°, 5° e 8° Bersaglieri, Cavalleria, Genio, Reparti d’ assalto: certamente più di ventimila uomini. Questa mattina, alle nove, otto granate cadono presso la stazione: muore un soldato e un colonnello; un graduato rimane ferito. La sera è calma. Attendiamo “ fidenti in Domino et in Beata Maria Virgine”.
24-26 OTTOBRE 1918. L’attacco annunciato non è ancora avvenuto; forse è imminente, seppur segretamente non stiano maturando avvenimenti nuovi. L’Intesa vince in Francia ma, in tre mesi di lotta, deve essere esausta. Anche all’interno degli Imperi maturano radicali mutamenti: forse spunta l’alba delle democrazie contro gli assolutismi. Si sentono forti tiri di artiglieria sul Grappa ed una mediocre ma continua attività lungo il Piave, specialmente in prima linea. Si parla di molti prigionieri austriaci. Da due notti diversi velivoli austriaci ci visitano; sganciano bombe sulla linea del fronte ma anche su Selva e Treviso, dove sono uccisi due soldati. Qui a Pieve continua il passaggio straordinario di barconi, carri, camions, ecc….
27 OTTOBRE 1918. Questa notte è stata sferrata la nostra offensiva! Il bombardamento dei nostri dal Montello si prolunga fino alle due del pomeriggio. Si dice che tre brigate siano già passate al di là del Piave; però pare trovino forte resistenza. Alle tre giungono alcune granate sulla piazza di Montebelluna: la prima cade di fronte alla caserma dei Carabinieri, davanti alla casa della maestra Calèbe; la seconda cade presso la fontana di fronte al municipio e provoca due morti e parecchi feriti tra i soldati; la terza cade sulla fattoria di Bertolini e uccide un bue; altre cadono nelle vicinanze. Alle nove di sera vi è un grande traffico di aerei italiani. Il cannone tuona dal Grappa al Piave, ma cupo cupo, come da molto lontano. Ogni quarto d’ora fischia la solita granata. Poveri i nostri giovani: quante sofferenze! Quanti saranno i travolti lungo il Piave, ove annegano invocando invano la madre lontana! Madonna Santissima, fa tu da madre a quei poveri giovani e ispira loro nei supremi istanti il dolore per le loro colpe.
28 OTTOBRE 1918. Durante la notte continuano a cadere granate, specialmente verso la stazione ferroviaria. Ben sette soldati sono rimasti uccisi: quattro di questi stavano tornando dalla licenza ed avevano con sé un pollo arrosto, formaggio ed un fiasco di vino. Poveri giovani: li attenderanno invano le loro madri, che forse poco prima avevano abbracciato per l’ultima volta… Nel nostro cimitero si procede alla meno peggio ad alcune sepolture: le salme sono deposte nelle casse a due a due, per mancanza di tavole; anche noi offriamo un parterre della sagrestia da usare per la costruzione delle casse.Oggi vi è grande attività: mezzo battaglione d’assalto è passato al di là del Piave, presso Falzè, ma è rimasto subito isolato per la reazione del nemico che ha distrutto la passerella; ora è rifornito dagli aeroplani in volo, ma il collegamento è difficile per la tenace resistenza del nemico. Alla sera udiamo un bombardamento infernale sul Grappa.
29 OTTOBRE 1918. Il bombardamento di questa notte è stato spaventoso, tanto sul Grappa quanto sul Montello e medio Piave. E’ continuato per tutta la mattina fino alle undici, quando ha raggiunto la massima intensità: allora i nostri hanno sparato anche con i 380. A mezzogiorno ritorna la calma mentre i combattimenti continuano sulle linee. E’ portato a S. Gaetano nella casa di Don Marco Dalla Rosa, il cadavere, o meglio alcuni pezzi di corpo umano, del capitano francese che comandava il battaglione d’assalto sul Montello, colpito in pieno da una granata mentre impartiva gli ordini di attacco al telefono. Verrà sepolto domani solennemente. Intanto sciami di aeroplani vanno e vengono lungo il fronte: strumenti di morte per altri nostri fratelli. Il cannone tuona sul Montello; la lotta si svolge terribile per mantenere e ampliare le posizioni occupate al di là del Piave e consolidarle; ma il nemico resiste. Alla sera corre voce che gli austriaci cedono e ripiegano; si dice anche che i nostri stanno superando il Piave, in massa, sulle passerelle di Vidor: speriamo sia proprio così! A notte torna la calma, si ode qualche tiro sul Grappa e qualche tiro lontano oltre il Montello. Insomma, speriamo di essere definitivamente liberati da quelle maledette bocche da fuoco che vomitavano granate su Montebelluna !
30 OTTOBRE 1918. Il fronte austriaco del Piave è ormai sfondato! I nostri travolgono il nemico e raggiungono Conegliano e dintorni. Il nemico tenta invano di mantenere le posizioni sul Massiccio del Cesèn. Sul Grappa continuano attacchi e contrattacchi furiosi, terribili.
31 OTTOBRE 1918. Gli avvenimenti precipitano: Vittorio Veneto è raggiunta e il nemico fugge precipitosamente lasciando da noi qualche migliaio di prigionieri e 160 cannoni. Il Massiccio del Cesèn è circondato; Alano è raggiunto; il fronte austriaco del grappa è sbaragliato! Per Montebelluna è un passaggio straordinario di camions e di soldati e operai del Genio.
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