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III BRIGATA BERSAGLIERI

(17° e 18° Reggimento)

ANNO 1917.

     In provincia di Padova, nei comuni di Teolo, Bastia e Cervarese Santacroce affluiscono, durante i primi giorni del febbraio, i battaglioni LXIV, LXV, LXVI destinata a formare il 17° reggimento bersaglieri.
     Nello stesso periodo con i battaglioni LXVII, LXVIII e LXIX si constituisce in Piombino, Resana, S. Marco il 18° reggimento.
     Le due unità composte in massima parte di giovani reclute del 1897, cui sono stati aggiunti provati combattenti di classi anziane, perseguono la fusione ed il perfezionamento dei loro elementi in accelerate istruzioni.
     Il giorno 18 marzo si uniscono dando vita alla III brigata, che passa, il 20 marzo, alla dipendenza della 6a armata ed il giorno seguente inizia il trasferimento a scaglioni per raggiungere la val Sugana, ove, il giorno 26, il suo comandante assume la difesa del settore omonimo, compreso tra le pendici settentrionali dell'altopiano di Asiago all'altezza del passo dell'Agnella e quelle occidentali di M. Levre all'altezza di Strigno.
     I due reggimenti, tra il 23 ed il 27 marzo, ivi si stabiliscono sostituendo quelli della "Siena".
     La III brigata, fa parte della 51a divisione.
     Fino ai primi di luglio non ha luogo alcun avvenimento importante se si eccettuino scontri di pattuglie, bombardamenti pressochè quotidiani ed un inizio d'azione, subito sospesa, del 17° bersaglieri contro il M. Civaron.
     Tra il 2 ed il 6 luglio la brigata, rilevata dall' "Aosta" e destinata alla 3a armata, si riunisce a Fastro, passa a disposizione del XVIII corpo d'armata ed il giorno 10 dello stesso mese, dopo essersi portata per via ordinaria fino alla stazione di Primolano, raggiunge, per ferrovia, Villa Vicentina e Cervignano, dislocandosi nella zona tra Borgo S. Lorenzo ed Isola Morosini (34a divisione).
     Nei giorni 20 e 21 luglio la brigata si porta a Sagrado, da dove si trasferisce nel Vallone sostituendo in linea, nel settore di Castagnavizza, riparti della "Novara". Rilevata dalla "Siracusa" il 31 luglio ed il 1° agosto, fa ritorno a Sagrado che lascia durante la notte dal 14 al 15 agosto, per recarsi a presidiare le già note trincee.
     All'inizio della seconda quindicina di agosto su tutta la fronte della 3a armata si riprende l'offensiva per la conquista del gruppo dello Stol, della linea intermedia Temnizza - Voiscizza - Krapenka - q. 213 e dell'Hermada.
     Alla III brigata bersaglieri è affidato il compito di conquistare, in un primo tempo, il caposaldo di q. 346.
     Nella notte sul 18 agosto le truppe serrano sotto, completando lo schieramento ed il mattino seguente le prime ondate si allontanano veloci dalle nostre trincee puntando sulla posizione intermedia di q. 315, che viene in breve raggiunta.
     Ma la violenza del fuoco delle artiglierie avversarie, i continui contrattacchi in forza e la difficoltà di tenere i collegamenti, fanno sì che, dopo una lotta cruentissima durata l'intera giornata, i nostri sono costretti a ripiegare nei trinceramenti di partenza.
     Le perdite sofferte dalla brigata, durante questo episodio, sono ingenti, sommano a 40 ufficiali ed 848 uomini di truppa.
     Nella notte sul 20, rilevati dalla "Barletta", i resti dei due reggimenti si trasferiscono sulla cosidetta linea delle "quote", per una prima riorganizzazione, poi, passata la III brigata alla dipendenza della 14a divisione, i suoi elementi si fondono costituendo col 17° un solo battaglione e col 18° due battaglioni.
     Viene nel frattempo chiamato in linea il VII battaglione complementare che trovavasi a Sagrado.
     Il giorno 22 agosto al comando della brigata viene ordinato di impossessarsi di q. 244; l'azione dovrà effettuarsi con i due battaglioni del 18° bersaglieri e col concorso, sulla destra, della brigata Bologna.
     Nelle ore pomeridiane i riparti iniziano l'avanzata che è fortemente ostacolata dal tiro avversario e dal fuoco di ben celate mitragliatrici che battano tutto il terreno percorso dai gruppi; la brigata Bologna, non appena messo piede fuori delle trincee di partenza, è violentemente contrattaccata.
     Penosamente, incontrando mille difficoltà per le insidie che il nemico tende loro ad ogni passo, i primi nuclei dei nostri riescono a stringere da presso la q. 244 ed a catturare parecchi prigionieri.
     Viene intanto messo a disposizione del comandante la III brigata anche il battaglione del 17°, che giunge nelle doline di q. 220 all'imbrunire.
     Sopraggiunta la notte, i riparti si riordinano lavorando febbeilmente per un primo rafforzamento della nuova linea, mentre il VII battaglione complementare viene anch'esso a partecipare alla lotta.
     Il giorno seguente, col concorso di due battaglioni del 40° fanteria, l'avanzata è ripresa; i riparti stanno procedendo con rapidità, quando gruppi nemici della forza di circa due compagnie con mitragliatrici, ammaddatisi sulla nostra sinistra la minacciano seriamente, ostacolando con tiri d'infilata il movimento.
     Un nostro pezzo, prontamente spostato, con tiro diretto e ben aggiustato riesce a sventare il pericolo ed i nostri, ormai sicuri, con nuovo sbalzo raggiungono ed oltrepassano la contrastata quota.
     Verso la mezzanotte, il nemico, dopo intenso fuoco d'artiglieria sferra un violento contrattacco che è nettamente respinto.
     Il 25 agosto la brigata, rilevata dal 268° fanteria, si riordina nel Vallone riformando i suoi battaglioni e si trasferisce prima a Sagrado poi a S. Canziano (28a divisione).
     Questa battaglia, di esito più felice della precedente di Castagnavizza, è pur costata abbondante tributo di sangue: le perdite complessive dei due reggimenti raggiungono il numero di 23 ufficiali e 403 uomini di truppa.
     Nella notte sul 4 settembre la brigata si disloca in riserva di corpo d'armata tra q. 144, q. 92, q. 140 (Debeli), q. 121; il 7 è alla dipendenza della 33a divisione ed il giorno 28 dello stesso mese, rilevata dalla "Murge" si trasferisce a Ronchi.
     Destinata di nuovo in linea, nei giorni fra il 15 ed il 19 ottobre occupa le trincee tra Stari Lokva e q. 363 nella zona di Hudi Log.
     Passa alla dipendenza della 54a divisione, XIII corpo d'armata e respinge nei giorni 24 e 25 forti attacchi nemici.
     In conseguenza dell'offensiva austriaca, il 27 ottobre, la brigata ripiega su Perteole, poi, con marcia ordinata raggiunge il 29 la sponda sinistra del Tagliamento, ove si dispone a difesa del ponte di Madrisio ed a protezione delle truppe della 3a armata che defluiscono oltre il fiume.
     Il giorno seguente, pure conservando lo stesso compito, concorre con due battaglioni LXIV/17° e LXIX/18° allo sbarramento fronte a nord della linea compresa fra Tagliamento e Varmo; poi, avendo completamente assolto l'incarico ricevuto, retroce sulla riva destra e si riunisce a Morsano.
     Il 4 novembre la brigata è in marcia per trasferirsi oltre Livenza; il 5 è a Magnadola ed il 6 giugno al Piave dislocandosi tra Bocca di Callalta e S. Bartolomeo. Il LXIX/18° che, destinato il 4 novembre a far parte delle truppe di retroguardia del XIII corpo d'armata, aveva sostenuto scontri con avanguardie nemiche alla Livenza ed al Piavon, rientra il 9 novembre al proprio reggimento.
     Dopo breve periodo di calma, il mattino del 16 novembre un bombardamento impetuoso si riversa sulle nostre linee e forti nuclei nemici precedenti ad ondata ed a breccia in alto, in atto di resa, si lanciano sul greto del fiume contro la fronte occupata dal LXIV/17° (Candelù).
     Giunti però a distanza efficace di tiro sono accolti da un ben aggiustato fuoco di mitragliatrici e fucileria che ne infrange lo slancio producendo visibili perdite. I superstiti si rifugiano dapprima su di un isolotto retrostante, poi, raggiunti dalla violenta interdizione delle nostre artiglierie, si ritirano verso nord.
     Più a sud, il nemico, che durante la notte ha raccolto al coperto di un isolotto ingenti forze, avanza in dense ondate gettandosi verso il punto ove il canale che scende dal Molino della Sega sbocca nel Piave.
     Anche qui il fuoco delle numerose mitragliatrici ne stronca lo sforzo, mentre i riparti di rincalzo si proiettono verso la parte minacciata. Ne profitta l'avversario che lancia altri forti nuclei in direzione del Molino della Sega che è rimasto quasi sguernito.
     Guadagnata facilmente la linea, l'ondata nemica dilaga verso sud, riuscendo ad arrivare sul rovescio delle posizioni poco prima inutilmente attaccate di fronte.
     Il momento è critico; i difensori sconvolti e disorientati vengono in gran parte catturati.
     La massa nemica avanza disordinatamente con direzione generale Fagarè - S. Bartolomeo. In tutto il terreno invaso, violento si accende il combattimento; bersaglieri, fanti ed artiglieri, si oppongono all'avversario in furiosi corpo a corpo.
     Il comando della 54a divisione dispone per l'immediata reazione.
     Vengono subito fatti avanzare i battaglioni LXVIII e LXIX/18° dislocati a Cavriè perchè contrattacchino puntando da ovest, mentre da est un battaglione della "Novara" da Km. 15 (strada Treviso - Ponte di Piave) si dirige verso il fianco sinistro del nemico, su Fagarè.
     Affidata la condotta dell'operazione per la conquista della frazione M. 6 (Molino della Sega - il Castello) al comandante la III brigata bersaglieri, questi dispone che il contrattacco si effettui nel modo seguente: il LXIX/18° che trovasi a S. Bartolomeo, da nord dovrà puntare verso il Molino della Sega appoggiando la sinistra al fiume e collegandosi a destra col LXVIII/18°, che, con fronte sud est, dovrà secondare il movimento, stringere il nemico verso il greto del fiume e stabilire il contatto col 154° fanteria sulla destra; il movimento dovrà procedere avvolgente a cavallo dell'argine principale, con obbiettivo immediato il "Triangolo del Castello".
     Il contrattacco ha inizio. La resistenza nemica è accanita al Molino della Sega ed a C. Marinello, dove sono state piazzate alcune mitragliatrici, che ostacolano fortemente l'avanzata dei nostri ed infliggono forti perdite.
     Arrestato il LXVIII/18° da tiri d'infilata provenienti da C. Marinello e dal nemico appostato sull'argine Regio, viene fatta intervenire l'artiglieria per battere la casa la cui occupazione è affidata ad un riparto del LXIX/18°. Nello stesso tempo sono fatti affluire nella zona i due battaglioni reclute (dei reggimenti 17° e 18°) che si trovavano in posizioni arretrate ed è messo a disposizione del comandante della brigata il 268° fanteria.
     Nelle prime ore del pomeriggio C. Marinello è occupata, ma l'avversario si oppone con energia dappertutto; due compagnie del battaglione reclute del 18° sono inviate in rinforzo del LXIX/18° per vincere la resistenza al Molino della Sega. I nostri con somma tenacia guadagnano l'insidioso terreno a poco a poco, catturando prigionieri e riconquistando alcuni pezzi perduti.
     Gli altri battaglioni irrompono decisamente, ma il loro slancio è arrestato in parte dal fuoco micidiale; solo il LXVIII/18°, superato ogni ostacolo, si lancia sul greto del fiume, lo rioccupa saldamente per un tratto di circa quattrocento metri e stabilisce il contatto col 154° fanteria all'altezza del "Tagliamento del Castello".
     Per stringere sempre più da vicino l'avversario due battaglioni del 268° sono disposti ad arco immediatamente a tergo di quelli del 18° ed il terzo è fatto schierare lungo l'argine principale tra il Castello e la strada immediatamente a nord di Coletto.
     Durante la notte nostri arditi nuclei, penetrando in un groviglio di piante, compiono colpi di mano e catturano priogionieri.
     Il presidio di Molino della Sega è stretto in una morsa d'acciaia, ma si difende sempre.
     Il giorno seguente, 17 novembre, l'azione è ripresa; i due battaglioni del 18° bersaglieri unitamente a due del 268° infrangono, dopo lotta violenta durata più di un'ora, ogni resistenza nemica; è completamente riconquistato il terreno perduto e la linea sul greto è ristabilita; 26 ufficiali, 500 uomini di truppa ed abbondante materiale vengono in nostro possesso. Nella battaglia è caduto il comandante del LXIX/18°.
     Il 29 novembre, sostituita dalla "Sesia", la III brigata si riunisce fra Zero Branco ed adiacenze passando a far parte della 4a dvisione; il 4 dicembre va a S. Antonino.
     Il 17°, trasferitosi il 9 a Meolo e Portegrandi è il giorno seguente, unitamente al comando di brigata, alla dipendenza della 61a divisione, mentre il 18° parte per Cavazuccherina rilevandovi in linea, tra il 13 ed il 16 dicembre, il XIX riparto d'assalto ed il CXCIII battaglione di milizia territoriale.
     Il giorno 17 il comando del 17° ed il suo LXV battaglione sono a Cavallino da dove una compagnia (6a) viene inviata a C. Ghisa in riserva al VII battaglione R. G. di Finanza.
     Il comandante del LXV/17° assume la difesa del sottosettore di Torre Caligo e quello della brigata del settore si Cavazuccherina.
     Il mattino del giorno 18 dicembre la 52a compagnia del VII battaglione di Finanza, che occupa il tratto di fronte C. Lunga - C. Passi, in seguito ad un improvviso attacco è costretta a ritirarsi sgomberando completamente l'ansa di C. Lunga che viene occupata dal nemico.
     Un pronto contrattacco compiuto dalla stessa compagnia e dalla 7a del 18°, che si trovava in riserva a C. Alta, riesce a portare i nostri in possesso dell'edificio di C. Lunga, ma le ondate d'assalto, arrestate da violento e micidiale fuoco di mitragliatrici, appostate nelle case situate sulla riva sinistra dell'ansa e sull'argine nord - est di C. Lunga, non possono procedere oltre. Nuovi tentativi, operati durante la giornata col concorso anche di altre compagnie della brigata, benchè condotti con impeto, subiscono la medesima sorte.
     Si tenta di profittare della notte per svolgere un'azione di sorpresa. Vi concorrono la 1a compagnia del LXIV, 6a/LXV, 7a/LXIX; in riserva dietro l'argine di S. Marco vi è la 9a/LXVI mentre la 5a/LXV viene fatta avanzare fino a C. Alta.
     Dopo un'adeguata preparazione di artiglieria, avanza la prima ondata riuscendo a portarsi fino ad un centinaio di metri dalla posizione nemica; è ivi però costretta ad arrestarsi per l'intervento simultaneo delle mitragliatrici che la investono infliggendo perdite gravi.
     Nè miglior successo ha la seconda ondata inviata a sostegno della prima.
     L'azione è ripresa il mattino successivo, 19 dicembre; i nostri, nonostante la pronta reazione austriaca, riescono in un primo tempo a giungere fin sotto l'argine occupato dall'avversario ma sono costretti, poi, a ripiegare in prossimità di C. Lunga, ove si rafforzano.
     Nei giorni successivi fino al 23 dicembre non si procede ad altri tentativi, ma si tengono sotto continuo fuoco di bombarde i caseggiati ove il nemico cela le sue mitragliatrici.
     Nella notte sul 24 il LXIV/17° compie la definitiva riconquista di C. Lunga. Due pattuglioni di una quarantina di uomini ciascuno, si lanciano con bombe a mano e con la baionetta sull'avversario che dopo la breve lotta è fugato.
     L'ansa tornata in nostro possesso è subito rafforzata; il 17° reggimento è citato nel bollettino di guerra del Comando Supremo.

ANNO 1918.

     La brigata è sempre dislocata nel settore di Cavazuccherina ed i battaglioni si alternano nelle posizioni manifestando la propria attività con azioni di pattuglie.
     Il 28 aprile ed il 13 giugno arditi nuclei del 17° reggimento effettuano colpi di mano fortunati nelle trincee nemiche di Bova Cittadina catturando prigionieri e mateeriali.
     Il 20 giugno il comando del XXIII corpo d'armata ordina, allo scopo di facilitare le azioni contriffensive che si svolgono più a nord, lungo il Piave, che la divisione impegni decisamente l'avversario.
     La III brigata bersaglieri ha il compito di occupare la prima e la seconda linea nemica a nord di Cortellazzo e le trincee di Bova Cittadina.
     Durante le ore pomeridiane, dopo intensa preparazione di artiglieria e di bombarde, le fanterie irrompono sulle posizioni avversarie. A Cavazuccherina il 17° bersaglieri occupa la trincea nemica di Bova Cittadina e rapidamente vi si sistema a difesa; vengono catturati prigionieri, armi e munizioni.
     A Cortellazzo il battaglione di marina "Grado", preceduto da riparti arditi bersaglieri e marinai, attacca a fondo e dopo brillante combattimento conquista due linee austriache, sistemandovisi a difesa.
     Il giorno dopo, 21 giugno, le operazioni vengono riprese. Nelle ore pomeridiane i battaglioni LXVII e LXVIII del 18° bersaglieri con un nucleo di arditi del reggimento marina, irrompono dalla nuova linea di Bova Cittadina e ricacciano decisamente il nemico lungo la zona emersa a sinistra del Sile puntando verso nord - ovest. Contemporaneamente nuclei del VII battaglione Guardie di Finanza passano di viva forza il Sile di fronte a Molino Comrllo su imbarcazioni ed occupato il molino stesso, a C. Buran si uniscono a riparti bersaglieri provenienti da Cavazuccherina conquistando con essi Palazzo Brazzà e C. Massocco.
     Il 2 luglio hanno inizio le operazioni tendenti a scacciare il nemico dalla zona tra Piave Nuova e Basso Sile.
     Dopo vivace duello di artiglieria, le fanterie vengono lanciate all'attacco, ma il nemico resiste.
     In un primo slancio truppe della III brigata bersaglieri conquistano le "Quattro Case" mentre pattuglie della "Torino", spintesi verso Ca' Gradenico e Ca' Bressanin sono obbligate a ritirarsi alquanto, a causa dei violenti concentramenti dell'artiglieria nemica.
     Proseguendo i combattimenti, il 3 luglio, il 18° bersaglieri per la striscia emersa a cavaliere della strada Trinchet - Piave raggiunge l'argine destro del fiume; il LXVIII battaglione dopo lotta accanita conquista Casa Castellana e cattura una batteria da 105.
     Il mattino del 6, il 18°, raggiunge Palazzo Bressanin, prosegue incontrandosi a Passo del Palazzetto con le truppe della 54a divisione.
     Per tale azione, e per quelle del precendente giugno e novembre 1917 al 18° reggimento viene concessa la medaglia d'oro al valor militare.
     La medaglia d'argento viene pure a premiare la bravura dimostrata dal 17° reggimento in questi ultimi combattimenti ed in quelli del dicembre 1917.
     Durante la notte sull'8 la brigata, sostituita in linea dalla "Torino", si trasferisce nella zona Ca' Nagliati e Cavallino per un breve periodo di riposo.
     Il 27 luglio è di nuovo in trincea dalla Piave Vecchia al mare. Tra il 17 ed il 19 agosto per via fluviale si porta a San Giuliano ed il 22 è a Torreselle ed a C. Massoni (s. e. di S. Brigida).
     Il 13 e 14 settembre, partendo per ferrovia da Castelfranco, raggiunge la nuova zona Storo - Lodrone (val Giudicarie) assegnata alla 4a divisione.
     Rilevata, nei giorni dal 3 al 6 ottobre, la "Firenze" nella zona val Chiese (Rango, val Giulia, Plubega - q. 1260) ivi svolge continue azioni di pattuglie.
     Il 2 novembre, durante l'ultima vittoriosa offensiva, la III brigata costituisce avanguardia della divisione per l'attacco contro le posizioni avversarie di fondo val Chiese.
     Nel pomeriggio nuclei di arditi irrompono dallo sbarramento di Plubega. Il nemico reagisce dapprima con fuoco di artiglieria, poi, all'approssimarsi dei nostri, con vivaci raffiche di mitragliatrici da Castel Romao e da Cusone.
     Il LXIX/18°, seguito a breve distanza dal LXVII e LXVIII, inizia la marcia contrastata da viva reazione di fucileria. Cologna è occupata. A Castel Romano ed a Cusone il nemico invece resiste, ma all'alba del 3 le due località cadono in possesso dei bersaglieri.
     La III brigata occupa Creto e Por e punta su Strada ed Agnone investendo la linea dei forti avversari.
     A Larino ed a Bondo cattura due battaglioni che ripiegano su Tione che viene presto raggiunto.
     Al cessare delle ostilità, il giorno 4, la testa di colonna della brigata è in marcia lungo la strada Stenico - Mezzolombardo a sud di Molveno.

RICOMPENSE.

MEDAGLIA D'ORO.

Al Labaro del 18° Reggimento Bersaglieri:

     “Con impeto fulmineo si gettava sul nemico, passato sulla destra del Piave, fiaccandone in mischie furibonde la disperata tenacia. Con entusiasmo sacrificio di sangue contribuiva alla riconquista del primo lembo della Patria invasa, rincongiungendosi nella gloria alla più antiche e fulgide tradizioni dei bersaglieri. (Fagarè, 16 - 17 novembre 1917; Basso Piave, 22 giugno 1918 - 2 - 6 luglio 1918)".

 (Boll. Uff. anno 1920, disp. 47).

MEDAGLIA D'ARGENTO.

Al Labaro del 17° Reggimento Bersaglieri:

     “Per l'indomita energia, l'ardente valore, l'incrollabile disciplina di cui diede fulgide prove nelle ansiose giornate del dicembre 1917, sbarrando il passo al nemico, e nella impetuosa offensiva, onde nel luglio 1918 fu strappato all'avversario il primo lembo della Patria invasa. (Ca' Lunga - Piave, 16 - 17 dicembre 1917; Zona fra le due Piave, 2 - 6 luglio 1918)".

 (Boll. Uff. anno 1920, disp. 47).

  CITAZIONI SUI BOLLETTINI DI GUERRA DEL COMANDO SUPREMO.

BOLLETTINO DI GUERRA N. 907 (17 novembre 1917, ore 13).
     Dall'altopiano di Asiago al mare, l'avversario, senza riguardo a perdite rinnova gli attacchi delle nostre posizioni montane ed i tentativi di forzare nella pianura la linea della Piave. Le nostre truppe con pari tenacia oppongono al nemico preponderante di numero valida difesa e lo contrattaccano con mirabile slancio.
     Nella giornata di ieri, si è combattuto dal M. Fiore al M. Castelgomberto, allo sbarramento di S. Marino, al M. Prassolan ed a Nord di Quero lungo la linea Rocca Cisa - M. Cornella - fondo val Piave.
     Nel piano, tra Salettuol e S. Andrea di Barbarano, l'avversario forzò all'alba il passaggio del fiume; sotto la protezione di violentissimo fuoco di artiglieria, sue truppe passarono sulla destra a Folina ed a Fagarè. Le prime vennero annientate dalla nostra artiglieria e da un fulmineo contrattacco della brigata Lecce (265° e 266°); i superstiti, oltre 300 con 10 ufficiali, fatti prigionieri. Contro quelle molto più numerose passate alla seconda località, fu rivolta l'azione decisa e poderosa della 54a divisione le cui truppe (brigata Novara 153° e 154° e III brigata bersaglieri 17° e 18° reggimento) hanno gareggiato in bravura. Alla fine della giornata restavano sul terreno numerosi cadaveri nemici, erano ricondotti prigionieri circa 600 soldati e 20 ufficiali ed i rimanenti, addossati all'argine del fiume, erano battuti dalle nostre artiglierie che ne ostacolavano il ritorno all'altra sponda.
     Nell'ansa di Zenson, il nemico viene contenuto in zona sempre più ristretta.
     Sul basso corso della Piave la difesa è efficacemente coadiuvata dalla R. Marina con mezzi aerei, batterie fisse e natanti e naviglio leggero.
     Favorita dalle condizioni atmosferiche l'opera dei nostri aerei ha potuto nella giornata svolgersi proficua contro ammassamenti di truppe nemiche.
                                                                                                                           Generale DIAZ
BOLLETTINO DI GUERRA N. 909 (19 novembre 1917, ore 13).
     Nella scorsa notte si ebbero vivaci azioni di artiglieria tra Garda ed Astico.
     Sull'altopiano di Asiago, l'avversario eseguì violenti concentramenti di fuoco sulle nostre posizioni di M. Tondarecar - M. Badenecche senza però effettuare alcun attacco di fanteria. Nostri riparti in parziali difese offensive rioccuparono elementi avanzati di trincee e catturarono 6 ufficiali e 202 uomini di truppa.
     A sud di Quero, poderose forze nemiche attaccarono le nostre linee Monfenera - M. Tomba.
     Nella pianura la vigilanza delle nostre truppe, tra le quali per il valore dimostrato negli scorsi giorni meritano ancora speciale menzione i Battaglioni Bersaglieri LXIV, LXVIII e LXIX, nella zona di Fagarè; ed il 21° Battaglione d'Assalto e riparti della brigata Granatieri (1° e 2°) e Catania (145° - 146°), nell'ansa di Zenson, ha impedito al nemico di rinnovare qualsiasi tentativo di passaggio del Piave.
     Truppe nemiche sono state ripetutamente bombardate di giorno da velivoli nella conca di Primolano e di notte, malgrado forte vento, da aeronavi a nord - ovest di Susegana e a Tezze di Livenza.
                                                                                                                            Generale DIAZ
BOLLETTINO DI GUERRA N. 944 (24 dicembre 1917, ore 13).
     Dopo accurata ed intensa preparazione d'artiglieria cominciata la sera del 22, il nemico nella mattinata di ieri ha attaccato a fondo il settore orientale dell'altopiano d'Asiago concentrando più specialmente l'azione sul tratto Buso - M. di Val Bella. In corrispondenza di quest'ultima località l'avversario riuscì a superare le nostre difese sconvolte dall'artiglieria, ma la sua irruzione dovè arrestarsi contro le posizioni retrostanti, dalle quali le nostre truppe hanno iniziato poderosi contrattacchi che sono in corso con esito soddisfacente.
     Nella scorsa notte, sulla Piave Vecchia a sud di Gradenigo, riparti del 17° reggimento bersaglieri, completando con riuscito attacco di sorpresa l'azione valorosamente condotta nei giorni precedenti, ricacciarono sulla sinistra del fiume forti nuclei nemici che, riusciti a passare sulla destra, tentavano disperatamente di sostenervisi.
                                                                                                                              Generale DIAZ

MILITARI DECORATI CON L'ORDINE MILITARE DI SAVOIA.

COMANDO DI BRIGATA.

CECCHERINI Santi, maggiore generale cavaliere - Riva destra del Piave presso S. Bartolomeo (Treviso) 16 - 17 novembre 1917; ufficiale - Cà Lunga, Cavazuccherina, Cortellazzo, Piave Nuovo, dicembre 1917 e luglio 1918.

COMANDANTI DELLA BRIGATA.

Col. brig. CECCHERINI Santi, dal 1 aprile 1917 al termine della guerra.


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