E’ collocato subito dopo la Chiesa, lungo le rive del canale Fossa Formosa, in fondo ad un podere, stretto fra due cipressi.
Sul rialzo erboso vi è una statua un pietra grigia che mostra un soldato a capo scoperto, in cordoglio. L’elmo è scolpito sopra un muretto dove si erge una croce, anch’essa in pietra, con l’incisione: SANGUINEM ET VITAM.
Una rientranza del basamento indica la posizione ove era collocata una lapide.
Qualche metro più in là c’è un cippo scrostato, privo di indicazioni.
La lapide, ancora custodita nella casa dei Tinazzi, fu decifrata con fatica, in quanto molto rovinata, da Eugenio Bucciol.
Si tratta della lapide dell’allievo ufficiale Karl Anderka, del 148° Reggimento di Artiglieria, morto il 15 giugno 1918.
All’archivio di guerra di Vienna, Eugenio Bucciol trovò l’atto do morte di Karl Anderka.
Aveva 19 anni ed era uno studente della Moravia.
Era stato ricoverato a Fossalta per un colpo di fucile che gli aveva trapassato un polmone.
L’atto di morte precisa che ricevette i conforti religiosi dal cappellano militare Adam Gatuszkiwicz.
Partecipò alla costruzione del monumento anche un concittadino: il signor Tinazzi Marcello. All’epoca aveva 16 anni. Egli stesso portò sull’altura le pietre per l’opera, costretto dagli austriaci.
Lo scultore era un militare e con lui il Tinazzi poteva conversare in dialetto perché era di Trieste.
La controffensiva italiana impedì che l’opera fosse portata a termine, aggiungendo le lapidi con i nomi dei caduti che avevano sepolto ai piedi dell’altura.
I morti provenivano dall’ospedale militare ricavato nella vicina Villa Vascellari.